Evento LE STORIE DI PALLA LUNGA maggio 2023





Venerdì 26 maggio 2023, presso il Palazzetto dello Sport a Correzzo,
 
si è tenuto un evento con importanti ospiti veronesi dal mondo dello sport del passato e del presente,
per riflettere insieme sul fatto che lo sport è davvero una fotografia della vita, con le sue vittorie e le sue sconfitte,
ed è un ambiente che insegna la cultura del rispetto, dell’impegno, del fare squadra, del vivere civilmente.
..di certo non è tutto rosa e fiori..


Nel corso dell’evento condotto da Raffaele Tomelleri con la collaborazione di Serena Mizzon,
attraverso un simpatico format conviviale per raffigurare le conversazioni tra amici a tavola davanti a pane, affettati e un buon vino,
gli spettatori hanno potuto ascoltare storie di vita sportiva raccontate da punti di vista e prospettive anche molto diverse tra loro:


 
Michela Brunelli
ha spiegato come lo sport l’abbia aiutata a farsi forza dopo un brutto incidente da ragazza che le aveva causato la paralisi delle gambe.
Sul proprio cammino si possono incontrare ostacoli più o meno grandi, ma insieme agli altri li si può superare.
Si tratta di non lasciarsi sopraffare da ciò che si è perso, bensì di concentrarsi su ciò che si può trovare.
E Michela, comprendendo quanto poteva farle bene lo sport, ha continuato a provare molte discipline sportive fin quando ha trovato nel tennis-tavolo il suo benessere e la sua ragione di vita.
Una passione talmente forte che le ha permesso di praticare tale disciplina a livello agonistico, riuscendo perfino a vincere delle medaglie olimpiche.



Vinicio Verza ha molto amato il calcio.. da giovane.
L’entusiasmo per il calcio si è pian piano spento per un mondo, questo del pallone, che gli ha dato sì molto, ma che lo ha deluso soprattutto negli ultimi anni per come è diventato ancor più un business che trascura il rispetto del prossimo e le relazioni costruttive con tutti:
si assiste a genitori in malsana competizione che spingono i figli fin da piccoli a pensare solo alla vittoria “ad ogni costo” e che sono sempre più aggressivi con arbitri, tecnici e con altri genitori; o come non citare la situazione dei calciatori troppo in mano a manager e società calcistiche che li usano come meri mezzi di scambio.
Tanta amarezza quindi e il desiderio che questo settore torni ad essere più pulito e virtuoso.
Vinicio sarà però sempre e comunque grato al calcio perché da calciatore ha conosciuto la ragazza che è diventata la sua compagna di tutta una vita, la sua amata moglie!



Mario Bortolazzi, nonostante alcune delusioni, ha comunque conservato la sua passione per il calcio anche dopo aver “appeso le scarpe al chiodo”, continuando a lavorare come membro dello staff tecnico di molte squadre, spesso a fianco di Donadoni.
Attualmente tecnico in seconda nel Brescia, Mario nella sua professione cerca di trasmettere ai calciatori anche quei valori ricevuti lui stesso quando era giovane da allenatori del calibro di Osvaldo Bagnoli, grande motivatore, ricordato da lui per avergli insegnato a non mollare quando le cose non girano nel verso giusto:
è in quei momenti che continuando a lottare per se stessi, per la squadra e per i tifosi ci si può risollevare dai momenti più duri!



Gianluca Vighini, ha parlato invece di quanto sia cambiato il giornalismo.
Da un lato, per la mancanza di quel rapporto diretto che si aveva tanti anni fa con gli sportivi (si pensi anche solo all’impossibilità di seguire gli allenamenti a “porte aperte”, o di relazionarsi direttamente con gli atleti se non si possiede l’autorizzazione da parte delle società sportive). Dall’altro lato, per la facilità con cui molti colleghi preferiscono ricavare le loro notizie pescandole dai social, senza più andare sul posto a reperire le informazioni direttamente laddove nascono i migliori racconti, laddove si vivono le storie più autentiche.
Senza tralasciare poi le storture causate da chi inquina lo sport con giri di affari anche poco “chiari”, di cui a volte i giornalisti si trovano a scrivere ampi articoli.
Eppure Gianluca chiarisce che c’è ancora oggi molta bellezza nello sport professionale. D’altronde lo sport è vita ed è tuttora capace di suscitare grandi emozioni!



Nicola Minali ha raccontato poi alcuni aneddoti su come il suo amore per la bici sia incominciato attorno all’età di 7 anni e su quanto sia importante avere una famiglia che ti insegna l’umiltà, lo spirito di sacrificio, la perseveranza, il rispetto.
Grazie a questi valori e alla sua determinazione è riuscito così a fare di alcuni suoi limiti fisici, quale l’essere poco slanciato rispetto a molti colleghi ciclisti, un motivo in più per migliorarsi e diventare più forte.
Attraverso un allenamento costante per essere sempre più resistente, studiando sempre più come perfezionare il suo stile e in quali gare concentrarsi e come lavorare al meglio di squadra è riuscito ad ottenere alcune grandi soddisfazioni e non soltanto in termini di vittorie.
Per chi, come lui, sa cosa significa guadagnarsi da vivere facendo sacrifici, uno degli episodi che più lo riempie di orgoglio e che ama molto ricordare non è infatti una vittoria, bensì quando da ciclista si privò di un suo gregario (colui che pedala a supporto del proprio capitano di squadra durante le gare) per concederlo sotto contratto a Marco Pantani, che gliene aveva rispettosamente fatto richiesta:
assecondando il desiderio dei due, Nicola permise così al suo gregario di guadagnare abbastanza da potersi comprare casa più agevolmente e di proseguire dignitosamente la propria vita.




Ecco cos’è lo sport, storie di donne e uomini che sono prima di tutto esseri umani.
E infatti lo sport, con i suoi pregi e difetti, è un’importante scuola di vita:
fa bene alla salute e contribuisce a trasformare i ragazzi di oggi negli adulti di domani!






 
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