Sentieri natura

I SENTIERI NATURA DI SAN ZENONE DEGLI EZZELINI

A sud delle Prealpi Venete, fra il Brenta e il Piave, tra Asolo e Bassano del Grappa si sviluppa una serie di colline the bordano l'alta pianura veneta. Distribuite su di una sola fila nel settore occidentale ed in due file su quell’orientale esse si sviluppano parallelamente al versante meridionale del Massiccio del Grappa a circa 5 km da esso. Lungo 1'itinerario si incontrano alcuni colli isolati the cadono sotto il territorio comunale di S. Zenone degli Ezzelini. Questi sono separati da vallicole dolci a preziose dove la gente di S. Zenone vive la sua quotidianità in simbiosi perfetta con un paesaggio unico, incoronato a Nord dal Monte Grappa a dall'Altopiano di Asiago ed a Sud dalla laboriosa pianura veneta. Un territorio ricco d'acqua, dove sono state scoperte specie vegetali molto rare e dove caprioli, tassi a volpi vivono indisturbati nel folto dei boschi a nelle praterie interne. Una vera oasi naturalistica, chiamata "Parco degli Ezzelini" per ricordare il territorio di caccia di Ezzelino 111 a di suo fratello Alberico. Un casato potente the ha segnato profondamente la storia del veneto e the sul colle Castellaro aveva edificato una fortezza distrutta dalle milizia guelfe nell'agosto del 1260. 1 Sentieri Natura del "Parco degli Ezzelini" sono stati individuati, ripuliti ed aperti dall'Associazione Sentieri Natura tra il 1991 e il 1993 in collaborazione con i volontari della Protezione Civile, degli Alpini di Liedolo a di molti gruppi di S. Zenone.

Dall'inaugurazione del primo sentiero ad oggi questi percorsi sono stati visitati da migliaia di appassionati alla ricerca di tranquillità, di aria buona oppure per osservare in natura flora e fauna certamente eccezionali. Va da sé the il momento migliore per le fioriture è la primavera e, in parte, Testate, ma anche le altre stagioni saranno generose ad un escursionista attento.

OASI SAN DANIELE"

SENTIERO N. 1: "IL CASTELLARO"

Lunghezza mt. 3032 - Tempo di percorrenza 1 h e 10 minuti circa.

Il sentiero del Castellaro compie un percorso ad anello attorno al colle reso famoso dal Santuario della Madonna della Salute (ma, prima ancora, dalla celebre fortezza della famiglia degli Ezzelini). E' un sentiero facile, con percorso assai vario a panoramico. Notevole 1'interesse storico-naturalistico. Il tracciato è marcato da numerosi segnali di legno recanti il numero del sentiero (1) ed una propria numerazione progressiva (da 1 a 18). L'avvio avviene in località Sopracastello the si raggiunge facilmente dal centro di S.Zenone e la strada pedemontana (SP 248) in direzione Nord, accanto a Villa Albrizzi o "degli Armeni".

SENTIERO N. 2: "IL COLLE SAN LORENZO"

Lunghezza mt. 2120 - Tempo di percorrenza 55 minuti circa.

Questo sentiero parte dalla chiesa di Liedolo di S. Zenone, si inerpica sullo splendido colle San Lorenzo a ridiscende dopo poco più di 2 Km, accanto alla stessa chiesa. La flora presente, ricchissima a varia, 1'aspetto paesaggistico e la scoperta di reperti paleoveneti rendono questo sentiero particolarmente prezioso per 1'appassionato. Il tracciato è marcato da segnali di legno recanti il numero del sentiero (2) ed una propria numerazione progressiva (da 1 a 18). L'avvio avviene accanto alla piccola a graziosa chiesa di S. Lorenzo the ospita pregevoli dipinti di G. Apollonio ed il trittico di G. Magoni "Il martirio e la glorificazione di San Lorenzo". Il materiale archeologico scoperto in questa area è ora custodito presso il Museo Civico di Bassano del Grappa.

SENTIERO N. 3: "IL COLLALTO"

Lunghezza mt. 4470 - Tempo di percorrenza 1 h e 45 minuti.

Questo stupendo sentiero si distingue per gli aspetti naturalistici a paesaggistici ed è incastonato, come una gemma preziosa, tra i due sentieri fin qui descritti. E' possibile sostare accanto ad un piccolo laghetto pieno di vita ed anche visitare due gallerie risalenti alla Grande Guerra a rese agibili dai volontari dell'Associazione Sentieri Natura, degli Alpini di Liedolo a della Protezione Civile. Il tracciato è marcato da segnali di legno recanti il numero del sentiero (3) ed una propria numerazione progressiva (da 1 a 22). L'avvio avviene a Sopracastello, come per il sentiero n. 1.

SENTIERO N. 4: "VALLE DELLE RU'"

Lunghezza mt. 1800 - Tempo di percorrenza 25 minuti.

Un sentiero speciale, che parte dall'inizio di via Valli, e scorre sugli argini di un ruscello che ospita Garzette, Aironi Cinerini e pesci d'acqua dolce e che presto, tra Anemoni bianche e gialle, Perviche, Viole, Primule, Aglio Ursino, Fusaggini, Cornioli, Platani, Ontani neri, Salici, Noccioli e Pioppi, con la sua atmosfera irreale, ci distoglie dal vociare della strada e ci immerge in una atmosfera dolcissima e riposante.

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"OASI SAN DANIELE "

 

E' belllo anzitutto ricordare che questa Oasi è stata creata vincendo una battaglia popolare contro chi avrebbe voluto qui edificare una discarica di fanghi industriali. Sarebbe stata una devastazione, una deturpazione irrimediabile per un ambiente così speciale e pertanto così delicato.

L'Oasi è attrezzata per lo svago, il riposo del corpo .... e dello spirito, la ginnastica, la conoscenza, la riflessione. Si trova ai confini con Mussolente, nella strada che porta a Sant'Eulalia.

Nella parte alta dell'Oasi c'è un grande prato piano, ben tenuto, senza pericoli , sul quale i bambini possono giocare liberamente. C'è anche un bel bosco nel quale possiamo ammirare esemplari bellissimi dei principali alberi e cespugli autoctoni della pedemontana veneta. Tra questi alcuni sono da salvaguardare, specie un Acero campestre tra i più belli dell'intero territorio, insieme ad altre due altrettanto interessanti di Ailanto e di Carpino Bianco.

Nella parte bassa invece una lunga passerella in legno ci permette di visitare la zona umida con una grande colonia di Giunco Effuso e subito un'altra di Tifa "a foglie larghe". La vera reginetta dell'oasi è la rara Tifa "a foglie strette" che lo sguardo del naturalista più attento può distinguere qua e là, nascosta tra la distesa di piante dell'altra Tifa, la sua ... cugina "a foglie larghe". Molto ci sarebbe da dire sugli uccelli acquatici presenti e su tutti gli altri interessanti animaletti presenti tra il fango e le ampie pozze d'acqua che ristagna tra la vegetazione. Va segnalata la presenza, da qualche anno, del Salice degli Appennini significativa della variazione climatica in corso.

Questa oasi, che di fatto costituisce l'epicentro, tra il Brenta ed il Piave, di un vero e proprio articolato parco di acque dolci, alimentato dai serbatoi carsici del massiccio del Grappa, troverà nel tempo la sua vera espressione e, una volta terminato il progetto che la riguarda, diverrà uno dei maggiori poli di interesse per lo studio e la salvaguardia delle acque di tutta la Regione .

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"IL CASTELLARO"


Lunghezza mt. 3032. Tempo di percorrenza 1 h e 10 minuti circa.

Il sentiero del Castellaro compie un percorso ad anello attorno al colle reso famoso dal Santuario della Madonna della Salute (ma, prima ancora, dalla celebre fortezza della famiglia degli Ezzelini). E' un sentiero facile, con percorso assai vario a panoramico. Notevole 1'interesse storico-naturalistico. Il tracciato è marcato da numerosi segnali di legno recanti il numero del sentiero (1) ed una propria numerazione progressiva (da 1 a 18). L'avvio avviene in località Sopracastello the si raggiunge facilmente dal centro di S.Zenone e la strada pedemontana (SP 248) in direzione Nord, accanto a Villa Albrizzi o "degli Armeni".
 

Si parte da Sopracastello, in località Vendrasco, per una escursione nella natura, ma immergendosi anche nella storia, nella leggenda, nella poesia. Seguendo la segnaletica si giunge presto in Valle delle Ru. Sostando appena dopo l'alba sul ponticello di legno sospeso sull'acqua chiacchierina del ruscello che nasce poco più a nord, si possono gustare i profumi del muschio, dell'Aglio Ursino, osservare la Calta e l'Uva di Volpe, sentire il becco del picchio battere ritmicamente sui vecchi tronchi, scoprire le tracce dei caprioli impresse nella terra umida e fangosa... e gustare il canto di molti uccelli felici per il nuovo sole che accoglie il loro risveglio.
Con qualche piccola, rispettosa escursione fuori dal sentiero, a poche decine di metri dal ponticello verso sud-ovest, troviamo ancora limpida la piccola ed antica Fonte del Thoc, dove le lavandaie incontravano il fantasma di Ezzelino e gli uomini più a sud estraevano lignite dalla piccola miniera ora completamente occultata dalla terra e dalla vegetazione.
Risalendo lungo il bosco ricco di Castagni, Onani, Pioppi, Ciliegi selvatici, Roveri e Carpini, presto raggiungiamo via Cime dove ci appaiono le prime suggestive immagini della Torre e del Santuario. Subito dopo aver attraversato la vecchia strada Asolo - Bassano ed amirato la Rocca verso oriente, costeggiamo la proprietà della casa che era una volta della famosa poetessa inglese Freya Stark e possiamo sostare vicino al suo capitello raffigurante un angelo dalle tipiche fattezze anglosassoni.
Seguendo la segnaletica, pian piano si salirà più avanti verso il Santuario della Madonna della Salute o Madonna del Monte, che porta ancora i segni della Fortezza di Ezzelino e la Torre, simbolo di San Zenone degli Ezzelini.
La Torre e la sottostante Cripta sono visitabili su prenotazione telefonando ai numeri indicati sugli appositi cartelli. Qui, nell'Agosto del 1260, i soldati di Marco Badoer, podestà di Treviso e del Marchese d'Este, distrussero questa costruzione militare di Ezzelino III facendo strage del fratello Alberico, di sua moglie Margherita, dei loro 6 figli maschi e delle 3 figlie femmine. Furono episodi molto importanti che trasformarono la "geografia politica dell'epoca" e non solo quella del Veneto e dell'Italia, ma certamente di buona parte della "Mitteleuropa" negli equilibri di potere tra Papa ed Imperatore. L'orrenda "strage degli Ezzelini" consumatasi su questo colle, ha influito non poco sulle trasformazioni sociali e politiche in tutti i secoli successivi a quel tragico Agosto 1260.
Sul luogo della fortezza, sulle rovine di questo famoso castello si eleva ora una "Chiesa Rossa", edificata probabilmente nel luogo dove già esistevano più modesti edifici sacri. Un vero monumento di fede che è divenuto il santuario della Madonna della Salute, amatissimo dalla popolazione che, con esemplare impegno, a mani nude ed unita dalla devozione, ha direttamente partecipato alla sua ricostruzione. Questo luogo intriso di bellezza, preghiera e speranza, è visitato da fedeli che continuamente giungono anche da distante in pellegrinaggio a pregare e ad affidarsi a Maria, Madre della Pace.
PARTENZA:
L'avvio avviene in località Sopracastello, che si raggiunge facilmente dal centro di S. Zenone e la strada pedemontana (SP 248) in direzione nord. Si notino subito: a sud la vecchia Osteria Vendrasco (fino al secolo scorso sede della canonica), ad ovest il parco che racchiude Villa Albrizzi o "degli Armeni" (edificata all'inizio dell'800, con cappella e giardino), e a nord-est il Monte Castellaro ai piedi del quale sta l'omonimo borgo di origine medievale.

Gelso

Segnali 1-5:

Si sale brevemente per la strada che conduce al santuario, svoltando dapprima a dx. e poi subito a sx. (attenzione al segnale nr. 2) dove ha inizio il filare di cipressi per scendere verso la Valle delle Ru. Nei pressi di questo bivio esisteva, fino al 1954, un vecchio capitello votivo fatto costruire da Monsignor Bianchetto.

LA VALLE DELLE RU

La Valle delle Ru -allungata da nord a sud ha origine sui pendii del Castellaro, della "Carboesa" e della Montoria. Il suo tratto iniziale è abbastanza profondo (un suo solco laterale è noto come Val Bisonera), aprendosi verso meridione. È percorsa da un ruscello perenne piuttosto ricco d'acqua, reso suggestivo da qualche cascatella e dai piccoli meandri, elementi che rendono il luogo interessante dal punto di vista naturalistico. La profondità dell'incisione crea un microclima fresco che permette la vita a vegetali difficilmente presenti negli altri tratti collinari. Notevole anche la persistenza di alcune zone umide (boschetti e prati acquitrinosi) ospitanti specie vegetali di grande interesse, tra cui l'Aglio ursino, l'Acetosella, l'Uva di volpe e alcune orchidee palustri quali, ad es., l'Epipactis palustris. La valletta riveste anche una certa importanza storica, poiché proprio qui Alberico da Romano fu giustiziato: legato a due cavalli, fu trascinato per tutta la valle. Si narra, così, che nelle notti di luna piena il suo fantasma torni a vagare tra le case. Cento metri più a sud del punto d'attraversamento, verso la fine degli anni quaranta venne scavata una rudimentale miniera di lignite che si esaurì in breve tempo. Poco più a est si trova un'antica sorgente, usata fino a qualche decen nio fa dalle locali famiglie per scopi potabili.

Salicone

Segnali 5-9:

Si sale ora il fianco orientale (sx. orografica) della valle, attraverso un bosco a prevalenza di castagni. Si noterà che il terreno ha una struttura pesante ed argillosa, spesso intrisa d'acqua.

VIA CIME:

Uscendo dal bosco si sbuca in Via Cime, una strada ricca d'interesse e di scorci panoramici. Avanti pochi metri si vedrà sulla sx. un vecchio edificio, Casa Marosteghéta, che un tempo fu il municipio di S. Zenone; verso occidente, splendido il colpo d'occhio sul Castellaro, la Torre degli Ezzelini e il Santuario; verso oriente appare l'arco collinare, fino all'asolano, in un paesaggio prevalente mente agrario; di fronte, infine, il maestoso ergersi del Massiccio del Grappa.

Orniello

Segnali 9-12:

Il percorso si dirige ora verso nord, lungo Via Cime, e s'infila tra due belle colline: a sx. la "Carboesa", a dx. la Montoria, dove abitò la poetessa Freya Stark (un capitello dedicato all'Angelo Custode è situato presso il vialetto d'accesso alla sua abitazione). Sulla sx., in direzione ovest, si noti il già citato solco vallivo che forma la testata della Valle delle Ru: il suo tratto più a monte è coltivato, mentre la porzione più meridionale e profonda ospita un bel bosco ricco di rilevante flora spontanea. Proseguendo, gli scorci panoramici sul Grappa e sulle colline si fanno sempre più attraenti finché il percorso raggiunge la strada Mussolente - Fonte Alto. La si segua per un breve tratto verso ovest, e la si abbandoni poi per voltare a sx. verso il Castellaro.

Nocciolo

Segnali 11-13:

E' un bel tratto in lieve salita che sale il fianco nord-est del Castellaro. Si notino, lungo il percorso, le siepi e le alberate composte da specie diverse (Acero campestre, Gelso, Salice, Orniello, Nocciolo, Robinia...) e, su un bel Carpino bianco, un'edicola dedicata alla Madonna. Nel tratto che si affaccia verso meridione cominciano a vedersi alcuni affioramenti di roccia: si tratta per lo più di arenarie, formazioni costituite da sabbie cementate. Sono depositi di tipo marino, formatisi da 10 a 5 milioni di anni fa, venuti alla luce per il sollevamento dovuto a colossali spinte orogenetiche, successivamente modellati dall'erosione. Questi materiali, teneri e tenaci, hanno dato origine a rilievi dalle forme piuttosto dolci e tondeggianti. Qua e là sono reperibili testimonianze fossili.

MONTE CASTELLARO

Colle di grande interesse storicopaesaggistico. Il Santuario della Madonna della Salute (o "del Monte" o "della Madonna Rossa"), oggetto ancor oggi di sentita devozione popolare, venne eretto nell'assetto attuale nel 1873 su edifici precedenti ed in particolare sulla chiesa della fortezza ezzeliniana. All'interno, notevoli le decorazioni eseguite da Noè Bordignon. Il Castello di Ezzelino, del quale, secondo la tradizione popolare, rimane la torre, fu costruito nel 1192 e distrutto nel 1260, quando venne sterminata la famiglia di Alberico. Successivamente subì un rifacimento, a cui seguì, però, una nuova distruzione. Nei suoi pressi sopravvive in condizioni precarie la vecchia chiesa parrocchiale, la cui torre fu campanaria fino al secolo scorso. Interessante è anche la cripta, sotto cui, per tradizione, stava un luogo di culto paleocristiano. Nel salire il colle si noti, infine, l'ultimo tratto prativo che ospita degli olivi, segno inequivocabile della mitezza del clima in questo versante solatìo.

Robinia

Segnali 13-18:

Il sentiero scende sulla dx. del punto in cui la strada principale sbuca sul piazzale. Un breve tratto leggermente ripido, bello il panorama verso occidente, porta ad alcune abitazioni dove, svoltando verso ovest, si scende nell'impluvio d'un corso d'acqua che si oltrepassa, poi, su un ponticello per salire infine alla strada asfaltata. Da qui, girando a sx., si torna in breve al punto di partenza.

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"IL COLLE SAN LORENZO"

Lunghezza mt. 2120. Tempo di percorrenza 55 minuti circa.

Il sentiero inizia accanto alla Chiesa di Liedolo, proseguendo verso nord. Il bosco ci accoglie subito con macchie di Roverelle, Carpino nero, Ornielli ed Ontano Italico. Un sentiero ricchissimo di fiori che ci appaiono nel sottobosco e nei prati splendenti e colorati come gioielli di luce del mantello di un re. Molte le orchidee selvatiche accanto ad Epimedio, Felci, Ciclamini, Campanule, Garofanini odorosi e tantissime altre essenze erbacee, arbustive ed arboree.

La linea della sommità della collina si interseca a più riprese con i camminamenti e le gallerie scavate nella prima guerra mondiale dai militari dell'esercito italiano. si passa sotto pini neri e pini silvestri fino a raggiungere, verso occidente, il confine tra la provincia di Treviso e quella di Vicenza.

Il paesaggio verso Bassano, i Colli Berici, i Colli Euganei e la pianura veneta è semplicemente stupendo e, lasciando l'ultima area di sosta tra i Cipressi, costeggiando l'oliveto e poi l'ex roccolo a Carpini bianchi e neri, ritorniamo verso la Chiesa.

 

Sull'ultimo prato, tra i più preziosi dell'intera pedemontana, verso giugno, ci accoglie un divenire di fioriture di Giglio rosso, varie specie di orchidee, Regina dei Prati, Globularia, Bocca di Lupo , Garofano dei Certosini, Veronica spicata ed il bianco Asfodelo. E' anche possibile l'incontro con l'Astro di Virgilio e la bella Pulsatilla che vive nei prati aridi ed assolati, accanto alle Inule.

Un'ultima sosta all'ombra del "Roccolo del Prete" e poi "felici e contenti..." possiamo avviarci verso casa.

Significativi i reperti, attribuiti al periodo Paleoveneto, scoperti il secolo scorso accanto alla Chiesa e verso le colline circostanti, costituito da "orci" e "olette" ed altro materiale in terracotta, che possiamo ammirare nel Museo di bassano.

Partenza:

L'avvio avviene accanto alla piccola e graziosa Chiesa di S. Lorenzo. L'antica costruzione, a pianta rettangolare e di stile neoclassico, subì varie modifiche nel corso dei secoli.. Tuttora ospita pregevoli dipinti di G. Apollonio ed il trittico di G. Manzoni "Il martirio e la glorificazione di S. Lorenzo". Liedolo fu per molti secoli comune indipendente, unito a S. Zerione solo in epoca napoleonica. Oltre ai già citati reperti paleoveneti rinvenuti sul colle, qui vennero trovati anche reperti di epoca romana. Tutto il materiale archeologico è ora custodito presso il Museo Civico di Bassano del Grappa.

Sambuco

Segnali 1-3:

Dal segnale nr. 1, procedendo verso nord sulla strada asfaltata, si giunge dopo 250 metri al Ponte S. Lorenzo (dove il lavoro di pulitura e di manutenzione del sito da parte dei volontari si fa arduo per l'uso della scarpata a discarica abusiva). Subito dopo il ponte una serie di sambuchi, ippocastani, platani, olmi, pioppi, aceri ed un bellissimo esemplare di corniolo danno i1 loro benvenuto al visitatore, mentre proseguendo, sulla sx., scavata nell'arenaria classica di questi colli (sabbie marine cementatéci qualche milione di anni fa), si incontra una sorgente d'acqua a tutt'oggi potabile. Sulla finestrella si può osservare la Capelvenere, una delicatissima felce: Dopo altri 150 metri circa, sulla sx., tra qualche piccolo affioramento di argilla nera, si i nizia la salita del colle.

Corniolo

Segnali 3-5:

Procedendo con calma si può assaporare la presenza di splendidi esemplari di Biancospino, Orno, Betulla, Carpino nero, Rovere. Inoltre, l'attento osservatore potrà notare la piantumazione di essenze assolutamente estranee ai luoghi, come cipressi, tuie, varie specie di pino e altro: questo caos botanico ha contribuito a soffocare i molti olivi secolari qui presenti. Ci si può a questo punto chiedere: è giusto continuare l'opera di chi ha posto dimora le piante d'olivo e i castagni un tempo maestosi o permettere che vegetazione infestante o artificiale prenda il sopravvento. Prima di giungere alla prima piazzola di sosta situata accanto ad una croce di ferro, si possono osservare un centinaio di esemplari di Ontano cordata, le cui foglie ricordano il pero: è certamente inconsueta questa presenza nel Veneto, dove è invece comune ed indigeno l'Ontano nero. Dalla croce si giunge a vedere la più orientale cima del Collalto (v. sentiero nr. 3).

Biancospino

Segnali 5-7:

Il tratto qui è dapprima in salita, poi pianeggiante. Nella stagione giusta, in primavera, lungo il sentiero possono essere ammirate e fotografate diverse specie di orchidee (siamo certi che nessuno le raccoglierà): l'Orchidea screziata, il Nido d'uccello, l'Orchidea militare, la Cephalantera bianca, I'Ofridc apifera, I'Ofride di Bertoloni, e molte altre. Comuni anche il Ciclamino, diverse specie di Iperico, e moltissime altre preziosissime piantine, che affidiamo al rispetto di tutti. Qua e là crescono le molte essenze legnose indigene, come le betulle, i pioppi tremuli, i salici, gli aceri e i viburni, che si fondono nel profilo del colle con le già citate piantumazioni effettuate dall'uomo. Si procede nel bosco costeggiando frequentemente camminamenti militari della Grande Guerra, tra corti rifugi e postazioni di difesa o d'osservazione.

Betulla

Segnali 7-11:

Tra carpini neri, betulle e ciliegi selvatici, comincia a farsi notare qualche ceppo di castagno secolare e qualche tronco di "marronaro" gigante che rappresentava una sicura fonte di sostentamento e di vita per l'uomo. Si notino anche gli esemplari più importanti di rovere e roverella. Si giunge quindi al segnale nr. 11, dove la pianura verso i Colli Berici e gli Euganei appare vasta e bellissima, mentre sulla dx., sul ciglio del colle, si notano ancora vecchie postazioni militari.

Roverella

Segnali 11-13:

L'effetto paesaggistico si fa veramente rilevante: il Grappa, le Piccole Dolomiti e le Prealpi Venete coronano e impreziosiscono il panorama. Proprio sopra il segnale nr. 12 stanno un Carpivo bianco e un Carpivo nero, dal cui confronto ravvicinato ben si colgono le differenze. Sotto il Carpivo bianco del vecchio impianto di uccellagione (roccolo) possono essere ammirate piantine di Tanaceto corimboso, Bocca di lupo, Globularia e altre essenze. Si giunga infine al segnale nr. 13, a ridosso del comune di Mussolente che si mostra con un bellissimo uliveto): ad ovest vi sono i colli di Romano. Bassano e Marostica. Tra cinque cipressi termina il percorso andata.

Castagno

Segnali 13-18:

Si ritorni sui propri passi e al segnale nr. 14 si volti a dx. Raggiunto il segnale successivo, si ammiri, sulla sx., un esempio importante di "amore boschivo": un Carpino nero vive abbracciato ad una Roverella. Sembra un gesto affettuoso e convinto, determinato, un invito, forse, ad un abbraccio universale... Inizia la discesa verso sud attraverso un prato arido. ricchissimo di specie botaniche che vanno dall'Eringio 'al Camedrio. In ogni stagione, tra il violetto del Timo serpillo ed il bianco della "Regina dei prati" la Filipendula qui è possibile fotografare una grande varietà di fiori. Attenzione, però, ad evitare il calpestio fuori dal sentiero. Si .giunge quindi, superati i segnali nr. 17 e 18, verso la fine del percorso. Rimane da osservare il "prato del Prete", dove sopravvive un secondo impianto di uccellagione. Vale la pena di voltarsi per un ultimo saluto al bosco del Col S. Lorenzo, prima di tornare al punto di partenza presso la chiesa.

Ontano Nero

Scarica la locandina del sentiero "San Lorenzo"


"IL COLLALTO"

Lunghezza mt. 4470. Tempo di percorrenza 1 h e 45 minuti.

Un sentiero stupendo, incastonato come una perla tra il Colle Castellaro ed il Col San Lorenzo. E' possibile sostare accanto ad un piccolo laghetto pieno di vita ed anche visitare due gallerie risalenti alla Grande Guerra a rese agibili dai volontari dell'Associazione Sentieri Natura, degli Alpini di Liedolo a della Protezione Civile. Il tracciato è marcato da segnali di legno recanti il numero del sentiero (3) ed una propria numerazione progressiva (da 1 a 22). L'avvio avviene a Sopracastello, come per il sentiero n. 1.

 
Partenza:

Si parte in località Vendrasco di Sopracastello, puntando prima verso nord e subito ad oriente seguendo l'apposita segnaletica. Un primo tunel verde con Pioppi italici, Cornioli, Maggiociondoli, Robinie, Noccioli e, nel sottobosco, Orchidee selvatiche ed Anemoni bianche. Si veda la partenza del sentiero nr. 1.

Pioppo tremulo

Segnali 1-4:

Dal segnale nr. 1, posto accanto al ponticello della strada che sale al Castellaro ci si dirige per un centinaio di metri verso nord, in direzione di Crespano. Accanto all'agriturismo, sulla sx., si vede il segnale nr. 2 che immette sul sentiero verso il Collalto. Questo tratto, fino al segnale nr. 3, può essere considerato un libro aperto per la flora erbacea, arbustiva ed arborea, tipica di queste colline: Sambuco, Acero oppio, Pioppo cipressino, Corniolo, Conostrella, Pruno selvatico, Robinia, Nocciolo, Olmo. Pioppo nero. Molti sono anche i rampicanti selvatici, quali il Caprifoglio, il Luppolo e il Visone, che insieme alle altre piante trovano ospitalità su questo terreno permanentemente umido ed interessato da scoli d'acqua difficilmente drenabili. All'escursionista più attento non sfuggiranno poi gli ellebori, le anemoni (nemorosa, trifolia), le orchidee (militaris, tridentata, listera, ovata...), le viole, le primule, le pervinche, ecc. Superato il segnale nr. 3, si prosegue su sentiero sterrato: sulla dx., oltre ai ciliegi selvatici e ai pioppi tremuli, si può osservare una coltura di noce.

Noce

Segnali 4-6:

Si attraversa un prato stupendo, con buona vista sulle Prealpi, e, a ovest, sui boschi del vicino Collalto. Alla fine del tratto pianeggiante, come da segnale su sasso, si stolti a sx, incontrando il segnale nr. 5 per scendere poi alla sorgente "Fontanelle di Collalto'', la prima che incontriamo. 11 sito è un piccolo paradiso caratterizzato da una dora ricca e tipico (Fragola matta, Geum, Edera, Nocciolo, Equiseto, Sigillo di Salomone, Primula, Pervinca, Anemone. Lamia orvala, Talictro, ecc.) e da una fauna locale altrettanto importante (Volpe, Tasso, Martora, Capriolo, Daino, oltre alla ricca avifauna). Attenzione: le Falde che alimentano queste sorgenti sono superficiali e perciò esposte all'inquinamento da prodotti chimici (usati in agricoltura) e da zootecnìa.

Viburno

Segnali 6-7:

Suggestivo il viottolo che costeggia il Collalto in un tunnel verde di betulle, pioppi, castagni ed ornielli. Molti fiori primaverili (viole, primule, epatiche..) e le numerose felci (aculeata, femmina e dilatata) completano il variopinto quadro. Attorno, i segni del[ UOMO ben si Fondono con il bosco Sulla dx. si possono ora osservare le stratificazioni di arenaria subbia marina un tempo depositata sui fondali alti circa dicci mota. court ,ì evince dagli organismi bentonici fossili, specie ostriche bivalvi peraltro molto mal conservate, che ancora affiorano questa tenera roccia. Colossali spinte orogenetiche hanno dato vita a questi colli modellandoli in torme dolci e armoniose. AI segnale nr. 7 incontriamo la "tana del lupo", una cava dì "saldame" la speciale arenaria che veniva usata, e venduta per strada, per la pulizia delle pentole. Si noti, tra le numerose stratificazioni, i ciotoli di piccole dimensioni rotolati un tempo dal Massiccio del Grappa successivamente inglobati tra le subbie. Attenzione, qui alle rocce sospese c pericolanti, a stento trattenute dalle radici di un Carpino bianco.

Carpino nero

Segnali 7-11:

Si percorre ora un boschetto di Carpino bianco (notare il tronco di quest'albero percorsi dai molti fasci di tessuti lignei), e si osservi, di là del ruscello, dopo il pendio tappezzato di Anemone nemorosa, Favagello e Pungitopo, una colonia di felci, specie femmine. Superato il boschetto, si giri a sx. e, dopo venti metri, a dx.. Nella salitina che porta al segnale nr. 11 si noti, guardando in alto, qualche esemplare di "spio de croxe", o "spin de Cristo": è una leguminosa parente dell'Acacia, dal nome piuttosto complicato di Gleditsia triacanthos.

Rovere

Segnali 11-13:

Stupenda qui la salita attorniata dapprima da prati ricchissimi di flora anche pregiata, dall'Elieantemo alla Regina dei prati, dalla Salvia alla Rosa canina e al prugnolo, e poi, nel tratto che congiunge il prato al bosco, da castagni, ornielli, viburni, palloni di maggio, caprifogli. Presenti anche l'Eringio e la Pulsatilla montana, specie protette come d'altronde le varie orchidee che nelle diverse stagioni si possono osservare in fiore ai margini del sentiero: la maculata, la cephalanthera, la platanthera, la morio, fino alle più rare... Ci si inoltra nel bosco e si sale verso la cima del Collalto: ci attorniano castagni e robinie e, più in alto ceppaie meravigliose di Carpino nero. L'Associazione, a metà salita, ha approntato una prima area di sosta accanto a due gallerie della prima guerra mondiale.

Platano

Segnali 13-17:

AI segnale nr. 13 è doverosa una piccola sosta sul primo dosso del Collalto, che abbiamo chiamato "sosta bellavista": possiamo infatti ammirare lo splendido paesaggio e consumare magari una piccola colazione ai margini del bosco, all'ombra di cipressi che vestono il profilo orientale della collina. Verso est il Colle Castellaro (v. sentiero nr. 1) attende i nostri sguardi ammirati: tra la cupola della Chiesa Rossa ed il campanile possiamo vedere la rocca di Asolo. 'fra roveri, carpini, ornielli, orchidee ed un'atmosfera di paradiso, verso occidente si raggiunge in qualche decina di metri il punto sommitale del Collalto, c si può cominciare la discesa al laghetto intersecando i camminamenti militari della Grande Guerra: viole, epatiche, primule, felci, denti di cane, pulmonarie, farfare, piselli di bosco, l'Epimedio alpino e tante altre graziose pianticelle accompagneranno i nostri passi verso la preziosità d'immagine del laghetto del Collalto, sulla base occidentale del colle. Giunti infatti al segnale nr. 77 si potrebbe già voltare a dx. per il sentiero di ritorno ma... come si può rinunciare ad una piccola deviazione e, attraverso il prato a sx., a raggiungere lo splendido specchio d'acqua. Qui è stata attrezzata una piccola area di sosta perché il luogo assecondi il riposo e la contemplazione; confidiamo nel buon comportamento degli escursionisti perché tutto si mantenga conservato pulito. Questo lago, piccolo e davvero delizioso, è perenne (tutte le valli di S. Zenone sono permanentemente alimentate dal Grappa, carsico e scosceso, e solo in parte forestato) ed il suo fondo argilloso trattiene l'acqua che affluisce superficialmente da nord-est, defluendo poi verso sud per via sotterranea. Qui siamo già a Liedolo e chi lo desidera può collegarsi al sentiero nr. 2, che origina accanto alla Chiesa di S. Lorenzo, uscendo a sud e costeggiando x dx. la proprietà privata, in direzione del campanile.

Acero oppio

Segnali 17-22:

Inizia il ritorno. Attraverso lo stesso sentiero d si riporta al segnale nr. 17 e si prosegue verso est. Si lascia sulla dx, il bellissimo bosco del versante nord del Collalto e le sue betulle, i castagni, i pioppi, i biancospini, le fusaggini, le fragole e i caprifogli che sembrano salutare. Attraverso il prato color smeraldo ci si riporta all'interno della valle e dopo circa 20 metri dal segnale nr. 19, possiamo notare un'al tra piccola sorgente, sulla dx dopo aver guadato il ruscello. Poi gireremo dapprima sulla nostra dx., fino al segnale nr. 22, e poi, invece, a sx., per tornare al punto di partenza.

 
 

Scarica la locandina del sentiero "Il Collalto"


"VALLE DELLE RU'"

Lunghezza mt. 1800. Tempo di percorrenza 25 minuti.

Questo stupendo sentiero si distingue per gli aspetti naturalistici a paesaggistici ed è incastonato, come una gemma preziosa, tra i due sentieri fin qui descritti. E' possibile sostare accanto ad un piccolo laghetto pieno di vita ed anche visitare due gallerie risalenti alla Grande Guerra a rese agibili dai volontari dell'Associazione Sentieri Natura, degli Alpini di Liedolo a della Protezione Civile. Il tracciato è marcato da segnali di legno recanti il numero del sentiero (3) ed una propria numerazione progressiva (da 1 a 22). L'avvio avviene a Sopracastello, come per il sentiero n. 1.

 
Partenza:

L'avvio avviene a Sopracastello (località Vendrasco) che si raggiunge facilmente dal centro di S. Zenone. Si veda la partenza del sentiero nr. 1.

Pioppo tremulo

Segnali 1-4:

Dal segnale nr. 1, posto accanto al ponticello della strada che sale al Castellaro ci si dirige per un centinaio di metri verso nord, in direzione di Crespano. Accanto all'agriturismo, sulla sx., si vede il segnale nr. 2 che immette sul sentiero verso il Collalto. Questo tratto, fino al segnale nr. 3, può essere considerato un libro aperto per la flora erbacea, arbustiva ed arborea, tipica di queste colline: Sambuco, Acero oppio, Pioppo cipressino, Corniolo, Conostrella, Pruno selvatico, Robinia, Nocciolo, Olmo. Pioppo nero. Molti sono anche i rampicanti selvatici, quali il Caprifoglio, il Luppolo e il Visone, che insieme alle altre piante trovano ospitalità su questo terreno permanentemente umido ed interessato da scoli d'acqua difficilmente drenabili. All'escursionista più attento non sfuggiranno poi gli ellebori, le anemoni (nemorosa, trifolia), le orchidee (militaris, tridentata, listera, ovata...), le viole, le primule, le pervinche, ecc. Superato il segnale nr. 3, si prosegue su sentiero sterrato: sulla dx., oltre ai ciliegi selvatici e ai pioppi tremuli, si può osservare una coltura di noce.

Noce

Segnali 4-6:

Si attraversa un prato stupendo, con buona vista sulle Prealpi, e, a ovest, sui boschi del vicino Collalto. Alla fine del tratto pianeggiante, come da segnale su sasso, si stolti a sx, incontrando il segnale nr. 5 per scendere poi alla sorgente "Fontanelle di Collalto'', la prima che incontriamo. 11 sito è un piccolo paradiso caratterizzato da una dora ricca e tipico (Fragola matta, Geum, Edera, Nocciolo, Equiseto, Sigillo di Salomone, Primula, Pervinca, Anemone. Lamia orvala, Talictro, ecc.) e da una fauna locale altrettanto importante (Volpe, Tasso, Martora, Capriolo, Daino, oltre alla ricca avifauna). Attenzione: le Falde che alimentano queste sorgenti sono superficiali e perciò esposte all'inquinamento da prodotti chimici (usati in agricoltura) e da zootecnìa.

Viburno

Segnali 6-7:

Suggestivo il viottolo che costeggia il Collalto in un tunnel verde di betulle, pioppi, castagni ed ornielli. Molti fiori primaverili (viole, primule, epatiche..) e le numerose felci (aculeata, femmina e dilatata) completano il variopinto quadro. Attorno, i segni del[ UOMO ben si Fondono con il bosco Sulla dx. si possono ora osservare le stratificazioni di arenaria subbia marina un tempo depositata sui fondali alti circa dicci mota. court ,ì evince dagli organismi bentonici fossili, specie ostriche bivalvi peraltro molto mal conservate, che ancora affiorano questa tenera roccia. Colossali spinte orogenetiche hanno dato vita a questi colli modellandoli in torme dolci e armoniose. AI segnale nr. 7 incontriamo la "tana del lupo", una cava dì "saldame" la speciale arenaria che veniva usata, e venduta per strada, per la pulizia delle pentole. Si noti, tra le numerose stratificazioni, i ciotoli di piccole dimensioni rotolati un tempo dal Massiccio del Grappa successivamente inglobati tra le subbie. Attenzione, qui alle rocce sospese pericolanti, a stento trattenute dalle radici di un Carpino bianco.

Carpino nero

Segnali 7-11:

Si percorre ora un boschetto di Carpino bianco (notare il tronco di quest'albero percorsi dai molti fasci di tessuti lignei), e si osservi, di là del ruscello, dopo il pendio tappezzato di Anemone nemorosa, Favagello e Pungitopo, una colonia di felci, specie femmine. Superato il boschetto, si giri a sx. e, dopo venti metri, a dx.. Nella salitina che porta al segnale nr. 11 si noti, guardando in alto, qualche esemplare di "spio de croxe", o "spin de Cristo": è una leguminosa parente dell'Acacia, dal nome piuttosto complicato di Gleditsia triacanthos.

Rovere

Segnali 11-13:

Stupenda qui la salita attorniata dapprima da prati ricchissimi di flora anche pregiata, dall'Elieantemo alla Regina dei prati, dalla Salvia alla Rosa canina e al prugnolo, e poi, nel tratto che congiunge il prato al bosco, da castagni, ornielli, viburni, palloni di maggio, caprifogli. Presenti anche l'Eringio e la Pulsatilla montana, specie protette come d'altronde le varie orchidee che nelle diverse stagioni si possono osservare in fiore ai margini del sentiero: la maculata, la cephalanthera, la platanthera, la morio, fino alle più rare... Ci si inoltra nel bosco e si sale verso la cima del Collalto: ci attorniano castagni e robinie e, più in alto ceppaie meravigliose di Carpino nero. L'Associazione, a metà salita, ha approntato una prima area di sosta accanto a due gallerie della prima guerra mondiale.

Platano

Segnali 13-17:

AI segnale nr. 13 è doverosa una piccola sosta sul primo dosso del Collalto, che abbiamo chiamato "sosta bellavista": possiamo infatti ammirare lo splendido paesaggio e consumare magari una piccola colazione ai margini del bosco, all'ombra di cipressi che vestono il profilo orientale della collina. Verso est il Colle Castellaro (v. sentiero nr. 1) attende i nostri sguardi ammirati: tra la cupola della Chiesa Rossa ed il campanile possiamo vedere la rocca di Asolo. 'fra roveri, carpini, ornielli, orchidee ed un'atmosfera di paradiso, verso occidente si raggiunge in qualche decina di metri il punto sommitale del Collalto, c si può cominciare la discesa al laghetto intersecando i camminamenti militari della Grande Guerra: viole, epatiche, primule, felci, denti di cane, pulmonarie, farfare, piselli di bosco, l'Epimedio alpino e tante altre graziose pianticelle accompagneranno i nostri passi verso la preziosità d'immagine del laghetto del Collalto, sulla base occidentale del colle. Giunti infatti al segnale nr. 77 si potrebbe già voltare a dx. per il sentiero di ritorno ma... come si può rinunciare ad una piccola deviazione e, attraverso il prato a sx., a raggiungere lo splendido specchio d'acqua. Qui è stata attrezzata una piccola area di sosta perché il luogo assecondi il riposo e la contemplazione; confidiamo nel buon comportamento degli escursionisti perché tutto si mantenga conservato pulito. Questo lago, piccolo e davvero delizioso, è perenne (tutte le valli di S. Zenone sono permanentemente alimentate dal Grappa, carsico e scosceso, e solo in parte forestato) ed il suo fondo argilloso trattiene l'acqua che affluisce superficialmente da nord-est, defluendo poi verso sud per via sotterranea. Qui siamo già a Liedolo e chi lo desidera può collegarsi al sentiero nr. 2 ? che origina accanto alla Chiesa di S. Lorenzo, uscendo a sud e costeggiando x dx. la proprietà privata, in direzione del campanile.

Acero oppio

Segnali 17-22:

Inizia il ritorno. Attraverso lo stesso sentiero d si riporta al segnale nr. 17 e si prosegue verso est. Si lascia sulla dx, il bellissimo bosco del versante nord del Collalto e le sue betulle, i castagni, i pioppi, i biancospini, le fusaggini, le fragole e i caprifogli che sembrano salutare. Attraverso il prato color smeraldo ci si riporta all'interno della valle e dopo circa 20 metri dal segnale nr. 19, possiamo notare un'al tra piccola sorgente, sulla dx dopo aver guadato il ruscello. Poi gireremo dapprima sulla nostra dx., fino al segnale nr. 22, e poi, invece, a sx., per tornare al punto di partenza.

 

Scarica la locandina del sentiero "Valle delle Ru'"


 

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