Noè Bordignon
LA VITA
di LUIGI DAL BELLO
1. Infanzia
Noè Raimondo Bordignon nasce a Salvarosa di Castelfranco
Veneto il 3 settembre 1841, in un'abitazione di proprietà del sig. Finazzi
al numero civico 43. Suo padre, Domenico Lazzaro, esercita la professione
di sarto, mentre sua madre, Angela Dorella, è cucitrice. È il quarto di
otto figli tutti nati a Salvarosa. II primo, Andrea Raimondo Celeste,
nasce il 30 dicembre 1836 e muore dopo venti giorni. La secondogenita,
Filomena Dionisia, nata il 3 gennaio 1838, si spegnerà a trentacinque
anni. Andrea Bernardo (17 novembre 1839) falegname muore giovane, poco
dopo il padre, il 2 gennaio 1888 lasciando cinque orfani. Il quinto, Giordano
Edoardo (3 luglio 1843) apprende l'attività del padre, sposa Bordignon
Angelica e non ha figli. La sesta figlia, Maddalena Giuditta (3 aprile
1845) sposata con Ferdinando Piva, si trasferisce a Valdobbiadene. Il
penultimo, Luigi Antonio, nato il 4 gennaio 1847, muore dopo sedici giorni.
Con la nascita dell'ultimo figlio, «un bimbo» che muore nello stesso giorno,
Angela Dorella lascia per sempre la famiglia il 30 dicembre 1848 a trentasette
anni d'età «per parto stentato». Noè ha sette anni, mentre la sorella
maggiore ne ha dieci. Zia Maria Luigia, sorella del padre, rimasto vedovo,
si prenderà cura dei nipoti. Più tardi la famiglia si trasferisce in una
nuova abitazione dei signori Gritti in pieno Borgo Treviso. Noè può così
frequentare le prime scuole a Castelfranco, su suggerimento di alcune
persone che avevano precedentemente notato la sua attitudine al disegno.
Si distingue subito nel disegno ornamentale. Il sig. Bolasco e il «Sior
Nane Ruzza», proprietario della farmacia sotto la torre all'entrata del
Castello, si interessano affinché il giovane frequenti l'Accademia di
Venezia, sostenendolo economicamente assieme al Comune di Castelfranco.
2. All'Accademia di Venezia
Si iscrive alla Regia Accademia di Belle Arti a Venezia
per l'anno scolastico 1859, a diciotto anni di età. E seguito dai professori
Michelangelo Gregoretti, Carlo De Blaas e Pompeo Molmenti. Fra i suoi
colleghi di studio si notano Giacomo Favretto e Guglielmo-Ciardi. Nell'ambiente
veneziano conosce il pittore romantico Tranquillo Cremona, col quale stabilisce
una profonda amicizia. Successivamente si lega ai maggiori esponenti della
pittura di genere veneziana, facente capo a Giacomo Favretto, Luigi Nono
ed Alessandro Milesi. L'abilità e l'impegno lo portano a conseguire nell'anno
scolastico 1861/62 la medaglia d'argento negli elementi di figura per
la terza classe. Termina il corso di studi all'Accademia nel 1865 con
un ottimo profitto, tanto da meritarsi una borsa governativa di studio
di perfezionamento a Roma.
3. Periodo romano
A Roma studia e lavora nello stesso tempo. È assiduo
frequentatore del «Greco», il caffè degli artisti residenti o di passaggio
per la capitale. È circondato da molti amici e da grande considerazione,
che più tardi gli otterrà l'iscrizione come socio effettivo all'Associazione
Artistica Internazionale. Durante questo periodo si reca anche a Parigi.
Lascia Roma nel 1868 e si ferma alcuni mesi a Firenze per approfondire
le diverse scuole di pittura. Qui entra a far parte dell'«Associazione
degli artisti italiani». Vi rimarrà iscritto fino alla morte, figurando
il suo nome tra quelli degli artisti contemporanei più noti, quali i pittori
Calderini, Coprile, Ciardi, Dall'Oca Bianca, De Blaas, De Sanctis, Fragiacomo,
Grosso, Maiani, Mllesi, Nono, Tito e Sezanne; gli scultori Canonica, Caradossi,
Ferrari, Mayer, Ravignoli e Ximenes; gli architetti Basile, Campanini,
Melani, Spighi e Stacchini.
4. Periodo castellano
Nel 1869 ritorna a Venezia, dove apre lo studio a San
Vie, piscina del Forner, nel 1871. San Vie però non significa abbandono
di Castelfranco. Lo studio già allestito nella casa paterna continua a
rimanere aperto anche come punto di riferimento e base di preparazione
a quella lunga serie di opere che, iniziata nel 1869 con i primi affreschi
di Castelfranco e di San .Zenone degli Ezzelini, gli assicurerà salario
e notorietà nelle zone circostanti. Il decennio successivo al ritorno
da Roma, fino al trasferimento a Palazzo Rezzonico, può ascriversi al
periodo castellano, dominato da uno spicatissimo attaccamento all'ambiente
familiare, cui Noè fu sempre particolarmente sensiblle. Amici ed ammiratori
non gli mancano mai per la sua modestia, affabilità e disponibilità, oltre
che per le doti artistiche. Rapporti cordiali lo legano in particolare
ad Enrichetta Usuelli Ruzza, alla figlia di questa, Teresita, allo scultore
Serafino Ramazzotti, novarese, ed al pittore Andrea Favero di San Zenone.
Noè appare, dall'abbondante corrispondenza epistolare, il confidente di
tutti i componenti la famiglia Ruzza: «Noi pensiamo sempre a voi e parliamo
di voi come di un fratello. Non potete immaginare quanto vi amiamo». Madre,
figlia e genero, poi, gli danno appuntamento per i riposi autunnali a
San Zenone degli Ezzelini dove per la circostanza li raggiungerà l'amico
Favero. Di qui si organizzano puntate a Felice, ad Asiago e fino alla
riviera del Garda, alternando il riposo al lavoro ed allo svago. San Zenone
per lui è la terra dei padri. Fin da piccolo imparò ad amarla attraverso
i ricordi e le visite che spesso vi faceva col padre Lazzaro e con i suoi
fratelli. Ed è a San Zenone che, con un'unanime decisione della popolazione,
dopo il triennio romano, gli viene commessa dagli arcipreti Sforza e Bianchetto
la complessa decorazione della nuova chiesa parrocchiale. Iniziati con
il grande trittico del soffitto nel 1869, i lavori continuano saltuariamente'
fino al 1882, intercalati a quelli eseguiti a Pagnano nel 1874, a Sant'Apollinare
nel 1875, a Monfumo nel 1877. Culminano con il grandioso «Giudizio universale»
dell'abside, inaugurato nel 1879. Ma nel decennio tra il 1869 e fine 1879
la sua attività si afferma anche attraverso lavori eseguiti negli studi
di Castelfranco e di San Vie, oltre che nei grandi affreschi di carattere
religioso e profano, tanto da ottenergli nel 1880 «una pensione governativa
per merito distinto», che consiste nello «studio ed alloggio gratuito
a Palazzo Rezzonico».
5. Periodo veneziano
Dopo la morte del padre avvenuta il 23 gennaio 1885,
la sorella Maddalena non solo cura gli interessi della famiglia a Castelfranco,
ma saltuariamente si sposta anche a Venezia per seguire il fratello. Nel
frattempo Noè conosce e frequenta Maria Zanchi, finché nella Pasqua del
1886, nella chiesa dei Carmini a Venezia, il parroco don Francesco Soranzo
benedice il loro matrimonio che, secondo i dati dell'Ufficio dello Stato Civile di Venezia, fu celebrato civilmente
il 15 luglio dello stesso anno. Maria è figlia di Francesco Zanchi, veneziano,
vedovo, proprietario e gestore con il figlio Paolo di un grosso negozio
di generi alimentari al ponte dei Pugni, in fondamenta Girardini a San
Barnaba, vicinissimo a Palazzo Rezzonico dove si era stabilito Noè. I
due sposi alloggiano in una comoda abitazione con orto proprio nel sestiere
di Dorsoduro al civico 2834. Il 16 agosto 1887 nasce Anna, la primogenita,
ed il 4 aprile 1889 Lazzaro, chiamato Rino, che dimostrerà spiccate attitudini
alla pittura, tanto da far confondere - dicono le fanti - i suoi lavori
con quelli del padre. li 26 aprile 1891 nasce il terzo figlio, Francesco,
morto in Covolo il 10 giugno 1923. Durante il periodo veneziano si afferma
ulteriormente la fama del pittore. Ma il suo inserimento come artista
nell'ambiente accademico non è facile. Incontra l'opposizione dei rappresentanti
più autorevoli della Biennale, che contestano le sue opere. Respinti i
quadri «Pappa al fogo» e «Interno della Chiesa dei Frari», il pittore
li invia all'Esposizione di Parigi, dove vengono premiati con medaglia
d'oro. Vari sono i motivi del rifiuto da parte degli esponenti della Biennale,
derivanti soprattutto -secondo le testimonianze - dalla personalità dell'artista,
che non accetta compromessi con i suoi colleghi. Lui stesso afferma, ormai
vecchio, «che il Ciardi lo invitò con insistenza ad affigliarsi alla Massoneria
se voleva far strada»; ma non accettò e si oppose in coerenza anche con
la sua fede cattolica (Bernardi). Se da un lato però si vede disatteso
dall'Accademia, dall'altro può partecipare a numerose mostre in varie
città italiane ed estere: a Parigi, Esposizione internazionale, nel 1878
(«Fanciulli che cantano», opera premiata); a Torino nel 1880 («Fanciulle
che cantano nella valle» e «Ritorno dalla scuola»); a Firenze nel 1883;
di nuovo a Tarino nel 1884 («Lucrezia degli Obizi»); a Venezia nel 1887;
a Roma presso la società Amatori e Cultori di Belle Arti nel 1889 («Scarpette
nuove»); a Berlino nel 1894 («La cresima», opera premiata); a Sassari
nel 1895 («Età beata»); ancora a Torino nel 1898 («Inizia alla carriera»,
«Modella in posa», «Partita a carte»); a Liverpool («Interno di Santa
Maria dei Frari a Venezia», premiata con medaglia d'oro di primo grado);
a Milano nel 1900; a New York nel 1902; in Cile nel 1902; a Firenze nel
1907 e nel 1908; a Berlino nel 1910 e nel 1911; ancora a Monaco, a Bruxelles,
a Lipsia, a Vienna, a Palermo. Si afferma in questo modo come artista,
facendosi conoscere a livello internazionale e riscuotendo apprezzamento
ed interesse per il suo stile dalla critica mondiale.
6. Abbandono di Venezia
Nel frattempo il contrasto col Ciardi si accuisce.
A causa di un diverbio con quest'ultimo, l'artista viene accusata di provocazione
ed insulti, ma è assolto dal tribunale. Le opposizioni però non terminano,
tanto da indurlo ad abbandonare Venezia ed a ritirarsi a San Zenone, terra
d'origine della famiglia, che gli riprometteva l'affetto delle persone
semplici. Prosegue la sua attività con affreschi come «Le ore» nella villa
Avogadro di Castelfranco e la «Sfilata in costume greco al tempio di Minerva»
a Bassano nella villa De Micheli, distrutta dai bombardamenti nell'ultima
guerra. Sono di questo periodo dodici degli affreschi più grandiosi di
varie chiese della Marca Trevigiana e delle province di Venezia e di Vicenza
e ventotto delle sue tele migliori. 1 suoi primi soggiorni sanzenonesi
li aveva passati sia da solo sia con gli amici Usuelli, Favero e Ramazzotti,
presso la trattoria «Alla Speranza», l'attuale casa Vinante. Questa volta
però, con una famiglia di quattro persone e trattandosi di dimora stabile,
per l'abitazione provvede l'arciprete mons. Bianchetto che gli cede per
un modesto affitto la ex casa del cappellano don Antonio Renier e inoltre
gli affida la decorazione del Santuario della Beata Vergine della Salute
nell'ottobre del 1891. Il 15 agosto 1893 nascono due gemelli: Mariano
Andrea detto Edoardo e Maria, il primo morto a San Zenone nel 1980, la
seconda morta a Santorso nello stesso anno. Ma Venezia non è completamente
dimenticata. II pittore vi ritorna periodicamente con la famiglia. Infatti
a Venezia il 23 febbraio 1897 nasce Giulia, l'ultima figlia, che muore
il giorno seguente. Si ripensa a Castelfranco, dove però la famiglia emigra
ufficialmente solo nel novembre del 1903. Intanto per duemila lire, 11
19 maggio del 1897, viene acquistata una casa di proprietà del cavalier
Giuseppe Pellizzari in Borgo Treviso a Castelfranco, che la famiglia abita
per praticità durante il periodo della scuola; l'abitazione di San Zenone
continua a rimanere la dimora dei periodi estivi ed autunnali. Anna si
licenzia dalla scuola di Compimento nel 1902 con una votazione splendida:
97 punti su 100; Lazzarino dalla scuola tecnica nel 1904 senza esami.
È l'orgoglio paterno. Dotato come artista precoce, fa meravigliare maestri
e compagni. Ma un attacco violento di tifo lo costringe a letto per due
anni, fina a spegnerlo il 7 settembre 1906 a San Zenone, La morte del
figlio, nel quale aveva riposto molte speranze per la sua attitudine alla
pittura, disarma completamente l'artista, che riesce a superare il dolore
continuando la sua attività. A questa prova seguono altre. Afferma il
Bernardi che «la figlia Anna, in seguito ad un disappunto di carattere
intimo, viene sopraffatta da una crisi di smarrimento profondo, da cui
non si riprende più». La moglie Maria lo lascia definitivamente il 27
maggio 1913, dopo sei anni di infermità.
7. Ultimi anni a San Zenone
L' 11 agosto di quel triste 1913 trasferisce ufficialmente
la sua residenza a San Zenone, nella casa acquistata in via Pozzo Rotto,
al numera civico trentanove. Nello studio, uno stanzone rustico, disadorno,
o fuori all'aperto, lavora in piena libertà, le maniche rimboccate, capo
scoperto, in pantofole o zoccoli, riprendendo frequentemente come soggetti
dei suoi quadri i paesani che incontra. Wolf Ferrari, Alesandro Milesi,
che era solito trascorrere le sue estati a Bassano del Grappa, Luigi Nono
e il professor Favero sono le persone che continuano a mantenere un sincero
rapporto d'amicizia con l'artista fino ai suoi ultimi giorni. Intanto
nel 1917 Edoardo e Francesco, i figli minori, partono per la guerra. Caporetto
pochi mesi dopo porta l'invasione delle truppe schierate alla difesa delle
Prealpi sul crinale del Grappa: ogni casa è occupata. L'abitazione del
pittore è messa a disposizione dello Stato Maggiore della Brigata Alpi;
vi risiedono tra gli altri Beppino Garibaldi e i fratelli Ezio e Menotti.
Il ritorno dei figli sani e salvi dalla guerra è un motivo di sollievo
per l'artista ormai vecchia. Nell'agosto del 1920 cade a terra fratturandosi
il femore. Si tenta di ingessarlo, ma non accetta l'immobilità per l'esigenza
di continuare a dipingere. Si fa tagliare il gesso in modo da poter sedere
sul letto e lavorare. Ma il suo fisico non riesce a superare quest'ultima
prova, che si aggiunge a tutte le altre che a poco a poco l'avevano prostrato.
E assistito e curato dalla figlia Maria. Muore il 7 dicembre 1920, lasciando
incompiuto l'autoritratto, ultimo, significativo testimone del suo travaglio
interiore e della sua abilità. - II suo corpo viene sepolto accanto a
quello della moglie e del figlia Rino nella tomba di famiglia nel vecchio
cimitero sotto la torre di Ezzelino da Romano a San Zenone.
LUIGI DAL BELLO
LE OPERE
PERIODO CASTELLANO (1869-1880)
Oli su tela
La mosca cieca (1879), cm. 71 x 95, Castelfranco Veneto,
Municipio.
Il moscone, cm. 65 x 90, Mestre, proprietà Ca' Pesaro.
Sant'Eurosia (1872 Roma), cm. 210 x 105, Riese Pio X (TV), Santuario di
Cendrole.
Primavera, cm. 80 x 50, Farra Vicentina, collezione privata.
Tre giovani ragazze (1880 c.), cm. 50 x 83, Castelfranco Veneto, collezione
privata.
Umberto I Re d'Italia (1880 Roma), cm. 238 x 170, Castelfranco Veneto,
Biblioteca comunale.
Volto di ragazza bruna (1875 c.), cm. 40 x 30, Castelfranco Veneto, collezione
privata.
Affreschi
Apostoli, 12 in bianco e nero (1877), cm. 100 x 300,
San Zenone degli Ezzelini (TV), Chiesa parrocchiale.
Assunta (1876), soffitto parte centrale, cm. 1300 x 500, San Zenone degli
Ezzelini (TV), Chiesa parrocchiale.
Beato Giordano Forzatè prigioniero (1876), soffitto parte nord, cm. 500
x 500, San Zenone degli Ezzelini (TV), Chiesa parrocchiale.
La Carità (1879), mezza luna, cm. 300 x 500, San Zenone degli Ezzelini
(TV), Chiesa parrocchiale (sopra la porta centrale d'ingresso).
Fanciulla a cavallo con paggio (1870 c.), mezza luna, cm. 200 x 400, Castelfranco
Veneto, Casa Macola Martini.
La Fede (1879), mezza luna, cm. 300 x 500, San Zenone degli Ezzelini (TV),
Chiesa parrocchiale, Altare laterale di sinistra.
Gesù figlio di Dio (1877), soffitto, cm. 1500 x 600, Montaner (TV), Chiesa
parrocchiale.
Giudizio universale (1879), abside, cm. 1500 x 2000, San Zenone degli
Ezzelini (TV), Chiesa parrocchiale.
La gloria del vescovo San Nicolò (1877), soffitto, cm. 1000 x 500, Monfumo
(TV), Chiesa parrocchiale.
Ingresso di Gesù in Gerusalemme (1870 c.), cm. 120 x 120, Castelfranco
Veneto, Chiesa di Santa Maria Nascente della Piove nuova, pronao.
Madonna con Bambino (1870 c.), cm. 120 x 120, Castelfranco Veneto, Chiesa
di Santa Maria Nascente della Pieve nuova, pronao.
Resurrezione della carne (1874), soffitto cm, 800 x 400, Pagnano d'Asola,
Chiesa dei SS. Cosma e Damiano.
Resurrezione di Lazzaro (1870 c.), cm. 120 x 120, Castelfranco
Veneto, Chiesa di Santa Maria Nascente della Pieve nuova, pronao.
SS. Cosma e Damiano (1873 c.), soffitto, cm. 400 x 150, Pagnano d'Asolo
(TV), Chiesa dei SS. Cosma e Damiano,
La Speranza (1879), mezza luna, cm. 300 x 500, San Zenone degli Ezzelini
(TV), Chiesa parrocchiale, Altare laterale di destra. San Zenone nella
gloria (1876), soffitto parte sud, cm. 500 x 500, San Zenone degli Ezzelini
(TV), Chiesa parrocchiale.
PERIODO VENEZIANO (1881-1891)
Oli su tela
Bambina seduta (1890 c.), cm. 48 x 34, Venezia, San
Lazzaro degli Armeni.
Giovane che rammenda (1885 c.), San Barnaba (VE), cm. 90 x 56, Castelfranco
Veneto, Municipio.
Interno di Santa Maria dei Frati a Venezia (bozzetto 1886 c.), cm. 25
x 30 Parma, collezione privata.
Le pettegole (1884 c.), cm. 95 x 70, Firenze, collezione privata.
Ritratto di ragazza (1885 c.), olio su tela, cm. 46 x 36, Castelfranco
Veneto, Biblioteca comunale.
Ritratto di ignoto (Uomo con baffi) (1890 c.), cm, 93 x 70, Castelfranco
Veneto, Biblioteca comunale.
Ritratto di signora veneziana (1880), cm. 60 x 42, San Zenone degli Ezzelini
(TV), abitazione del.pittore.
Sola tra i campi (1889 c.), cm. 42 x 62, Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
La spina (1890 c.), cm. 80 x 60, Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
Volto di ragazza con foulard (1880), cm. 46 x 36, Castelfranco Veneto,
Municipio.
Affreschi
Confessione di San Tommaso (1891), cm. 250 x 500, Coste
di Maser (TV), Chiesa parrocchiale.
Dante e Virgilio (1891 c.), Casella d'Asolo ('PV), Villa Barbini.
Glorificazione di San Bartolomeo (1884 c.), soffitto, cm. 310 x 200, Loria
(TV), Chiesa patrocchiale.
Martirio di San Tommaso (1891), cm. 500x250, Coste di Maser (TV), Chiesa
parrocchiale.
Matelda (1891 c.), Casella d'Asolo (TV), Villa Barbini.
Pastorella (1891 c.), Casella d'Asolo (TV), Villa Barbini.
Preghiera di San Biagio vescovo (1884), soffitto, cm. 200 x 200, Loria
(TV), Chiesa arcipretale.
San Biagio guarisce un bambino (1884), soffito, cm. 200 x 200, Loria (TV),
Chiesa arcipretale.
Sfilata al tempio di Minerva, distrutto durante la II guerra mondiale,
Bassano del Grappa, Villa De Micheli.
Pitture di cui non si conosce l'ubicazione
Cortile veneziano, olio su tela, esposto a Firenze
nel 1883, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Costume romano, olio su tela.
Cure fraterne, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Donna che legge, olio su tela.
Due vecchietti possagnesi alla tomba del Canova, olio su tela, (può coincidere
con «Interno di Santa Maria dei Frari
Fanciulle che cantano nella valle, olio su tela, Esposizione di Torino
1880.
Fanciulli che cantano, olio su tela, esposto a Parigi, Esposizione internazionale
1878, opera premiata.
Fiori e dolci parole, olio su tela, esposto a Venezia nel 1887.
Interno di Santa Maria dei Frari a Venezia, olio su tela, esposto a Liverpool,
premiato con medaglia d'oro di I grado.
Lettura del giornale, olio su tela.
Lieto ritorno, olio su tela.
Lucrezia degli Obizi, olio su tela, esposto a Torino nel 1884, foto proprietà
Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Mercato a Venezia, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso.
Mese di Maria, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Motti e risate, olio su tela, 1888.
Ninfa, olio su tela.
Partenza per l'America, olio su tela.
Primavera della vita, olio su tela (1887), foto ricavata da «L'illustrazione
italiana», 19 agosto 1888.
Ricreazione, olio su tela.
Ritorno dalla scuola, olio su tela, esposto a Torino nel 1880.
Le scarpette nuove, olio su tela (due versioni), esposto a Roma c/o la
Società Amatori e Cultori di Belle Arti nel 1889.
La scuola, olio su tela.
Scuola femminile, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso
(VI).
Nella scuola per ragazze, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Signora veneziana, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso
(VI).
MATURITÀ (1892-1920)
Oli su tela
Autoritratto (1905 c.), cm. 65 x 45, Santorso (VI),
collezione privata.
Autoritratto (1920 incompiuto), cm. 70 x 58, San Zenone degli Ezzelini
(TV), abitazione del pittore.
Beata Vergine del Rosario, pala, cm. 400 x 200, San Vito di Altivole (TV),
Chiesa parrocchiale.
Mons. Bianchetto (1902 c.), cm. 100 x 70, San Zenone degli Ezzelini (TV),
sacrestia della Chiesa parrocchiale.
Bimbo (bozzetto 1902 c.), olio su cartone, cm. 45,8 x 34,5, Possagno (TV),
custode gypsoteca.
Contadina e tacchino (1914 c.), cm. 74 x 53, Rossano Veneto (VI), collezione
privata.
Contadinella che torna dai campi (1905), cm. 70 x 43, Casella d'Asolo
(TV), collezione privata.
Le fontanelle, cm. 25 x 30, San Zenone degli Ezzelini (TV), collezione
privata.
Mons. Gallina (1914 c.), cm. 100 x 70, San Zenone degli Ezzelini (TV),
sacrestia della Chiesa parrocchiale.
Gesù e i fanciulli (1914), cm. 450 x 200, Robegano di Salzano (VE), Chiesa.
Gesù tra i dottori nel tempio (1914), cm. 450 x 200, Robegano di Salzano
(VE), Chiesa parrocchiale.
Matelda (bozzetto 1900 c.), cm. 50 x 35, Bassano del Grappa (VI), collezione
privata.
Mesto ritorno (1901 c.), Reggio Emilia, collezione privata.
Moglie Maria Zanchi (1890 c.), cm. 78 x 60, San Zenone degli Ezzelini
(TV), abitazione del pittore.
Moglie Maria Zanchi (1895 c.), olio su tavola, cm. 35 x 25, Santorso (VI),
collezione privata.
Padre Alixian (1895), cm. 80 x 60, Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
Padre armeno (1895), cm. 80 x 60, Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
Padre Issaverdenz (1895), cm. 80 x 60, Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
Padre rettore (1892 c.), cm, 73 x 55, Venezia, San
Lazzaro degli Armeni.
Padre Zarbanalian (1895), cm. 80 x 60, Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
Pastorella (1897 c.), cm. 45 x 66, Firenze, collezione privata.
La pappa al fogo (1895?), cm. 155 x 215, Castelfranco Veneto, Banca Popolare.
Presepio (bozzetto 1917 c.), cm. 74 x 97, Santorso (VI), collezione privata.
Presepio (1919 c.), cm. 300 x 400, Moniego di Noale (VE), Chiesa.
Ragazza che fa la calza, Vicenza, collezione privata.
Ragazza che fa la calza, olio su tavola, cm. 35 x 25, Burano (VE), proprietà
Ca' Pesaro.
Ritratto della figlia Anna (1916), cm. 62 x 42, San Zenone degli Ezzelini
(TV), abitazione.
Ritratto del figlio Rino (1902 c.), cm. 50 x 38, Santorso (VI), collezione
privata.
Ritratto del figlio Rino (1903 c.), olio su tavola, cm. 42 x 31, San Zenone
degli Ezzelini (TV), abitazione.
Ritratto del figlio Rino (1900 c.), cm. 62 x 50, San Zenone degli Ezzelini
(TV), abitazione.
Ritratto della figlia Maria (1911), Crespano del Grappa (TV), collezione
privata.
Ritratto di fanciullo (1896 c.), cm. 70 x 50, Castelfranco Veneto, collezione
privata.
Ritratto di donna (1910 c.), cm. 44 x 32, Rossano Veneto (VI), collezione
privata.
Dr. Rubelli (1905 c.), cm. 100 x 80, Ca' adunati (TV), collezione privata.
Sacra famiglia (bozzetto 1903 c.), cm. 50 x 70, Bassano del Grappa, collezione
privata.
Sacra famiglia (1903 c.), cm. 160 x 220, Bassano del Grappa, Chiesa PP.
Scalabrini.
Don Sforza (1914 c.), cm. 100 x 70, San Zenone degli Ezzelini (TV), sacristia
della Chiesa parrocchiale.
San Gregorio benedice il popolo armeno (1900), pala, cm. 210 x 105, Venezia,
San Lazzaro degli Armeni.
Signora con cesto d'uva (1901 c.), cm. 57 x 40, Santorso (VI), collezione
privata.
Studio di contadina (1902 c.), cm. 46x37, Santorso (VI), collezione privata.
Studio di donna (sul retro studio di angioletto che suona il violino)
(1903 c.), cm. 48 x 38, Santorso (VI), collezione privata.
Studio di giovanetta (1903 c.), cm. 42 x 30, Santorso (VI), collezione
privata.
Studio di suora (1902 c.), cm. 47 x 31, Santorso (VI), Collezione privata.
Testa di bimbo (1897), cm. 41 x 27,5, Bassano del Grappa, Museo civico.
Testa di fanciulla (1898 c.), cm. 47,5 x 38,5, Bassano del Grappa, Museo.
Testa di vecchio (1906 c.), cm. 30 x 23, Borso del Grappa, collezione
privata.
Testa di ragazzo «Maso» (1908 c.), cm. 46 x 32, Borso del Grappa, collezione
privata.
Ultima cena (1919) cm. 300 x 400, Moniego di Noale (VE), Chiesa.
Volto della figlia Maria Luisa (1912 c.), cm. 45 x 34, Santorso (VI),
collezione privata (non firmato).
Volto di bimbo, cm. 23 x 18, Crespano del Grappa, collezione privata.
Volto di cugina (1910 c.), cm. 42 x 34, Santorso (VI), collezione privata.
Volto di ragazza di profilo (1900 c.), cm. 40 x 30, Castello di Godego,
collezione privata.
Volto di ragazza di profilo (1905 c.), cm. 30 x 23, San Zenone degli Ezzelini (TV), collezione privata.
Contadinello con cappello, San Zenone degli Ezzelini (TV), collezione
privata.
Affreschi
Angelo (1902 c.), arco del presbiterio, Bassano del
Grappa (VI), Chiesa Istituto «Cremona».
Assunta (1910), soffitto, cm. 1500x800, Altivole (TV), Chiesa parrocchiale
Assunta (1909), cupola, cm. 1200 (diametro), Santorso (VI), Chiesa.
Assunta (1907), soffitto, cm. 1000 x 500, San Zeno di Cassola (VI), Chiesa,
La figlia di jefte (1897 c.), affresco esterno, Castelfranco Veneto (TV);
abitazione di N. Bordignon.
Gesù nell'orto degli ulivi (1902), cm. 200 x 500, Bassano del Grappa (VI);
Chiesa Istituto «Cremona».
Gesù risorto (1902), soffitto, cm. 150 x 200, Bassano del Grappa (VI),
Chiesa Istituto «Cremona».
Gloria di Sant'Andrea Apostolo (1905), soffitto, cm. 1600 x 700, Campo
croce di Mirano (VE), Chiesa parrocchiale.
Gloria di Sant'Antonio di Padova (1901), soffitto, cm. 1500 x 600, Sarmede
(TV), Chiesa parrocchiale.
Ingresso di Cristo a Gerusalemme (1892 c.), cm. 150 x 300, Lovadina di
Spresiano (TV), Chiesa parrocchiale.
Madonna protettrice (1900), Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
Madonna tra due Santi (1892), cm. 200 x 1000, San Zenone degli Ezzelini
(TV), santuario Madonna del Monte.
Moltiplicazione dei pani (1909), cm. 500 x 1000, Santorso (VI), Chiesa.
Le nozze di Cana (1909), cm. 500 x 1000, Santorso (VI), Chiesa.
Le Ore (1893 c.), Castelfranco Veneto, villa Avogadro.
Resurrezione di Lazzaro (1892 c.), cm. 150 x 300, Lovadina di Spresiano
(TV), Chiesa parrocchiale.
Sacra Famiglia (1902), cm. 200 x 500, Bassano del Grappa (VI), Chiesa
Istituto «Cremona».
Sant'Antonio (1908 c.), cm. 235 x 104, Bassano del Grappa - Angarano (VI),
Chiesa di San Donato.
Sant'Antonio chiede ad Ezzelino il tiranno la liberazione degli ostaggi...
(1908 c.), cm. 190 x-130, Bassano del Grappa - Angarano (VI), Chiesa di
San Donato.
Sant'Antonio nella gloria del cielo (1908 c.), soffitto, cm. 600 x 130,
Bassano del Grappa - Angarano (VI), Chiesa di San Donato.
Scena mitologica (1902 c.), cm. 600 x 1800, Casella d'Asolo (TV), villa
Trentinaglia.
Scacciata dei profanatori dal tempio (1903), cm. 500 x 1500, Carmignano
(VI), Chiesa parrocchiale.
San Francesco benedice Antonio di Padova (1908 c.), cm. 215 x 135, Bassano
del Grappa - Angarano (VI), Chiesa di San Donato.
San Gerolamo Emiliani (1902 c.), soffitto, cm. 500 x 1500, Bassano del
Grappa (VI), Chiesa Istituto «Cremona».
San Giovanni Evangelista (1894), cm. 200 x 130, Cartigliano (VI), Chiesa.
San Luca Evangelista (1894), cm. 200 x 130, Cartigliano (VI), Chiesa.
San Marco Evangelista '(1894), cm. 200 x 130, Cartigliano (VI), Chiesa.
San Matteo Evangelista (1894), cm. 200 x 130, Cartigliano (VI), Chiesa.
La vedova che prega sulla tomba del marito (1893 c.), mezza luna, San
Zenone degli Ezzelini (TV), cappella di villa Rovero.
Vita della Madonna (1909), 12 affreschi laterali in bianco e nero, cm.
150 x 200, Santorso (VI), Chiesa arcipretale di Santa Maria.
Visione di Mechitar (1900), lunetta, Venezia, San Lazzaro degli Armeni.
Visione delle Vergini (1900), lunetta, Venezia, San
Lazzaro degli Armeni.
Pitture di cui non si conosce l'ubicazione
L'Arcangelo Gabriele contro lo spirito del male, Rev.
M. Belliaso, Raccolta opere di Noè Bordignon n. 141.
L'affamato, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Arcolaio, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Autunno, olio su tela, esposto a Torino (?). Baia, olio su tela, foto
Alinari n. 21772, Firenze.
Banco del lotto, olio su tela.
La beffa, olio su tela.
Bimba con l'ago, olio su tela.
Colazione, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Confidenze alla mamma, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso
(VI).
Contadinella che torna dalla messa, olio su tela, foto proprietà Dalla
Vecchia, Santorso (VI).
Coro degli Angeli (grande), olio su tela, Thiene (VI).
Coro degli Angeli (piccolo), olio su tela, Thiene (VI).
La cresima, olio su tela, esposto a Berlino nel 1894, opera premiata.
Curiosità imprudente, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso.
La dottrina, olio su tela (dalla lettera di Fr. Mario Bellinaso da Toronto).
Due fanciulle in chiesa, olio su tela. Due pretendenti, olio su tela.
Età beata, olio su tela, esposto a Sassari nel 1895.
Fanciulla con mantiglia, olio su tela.
Le farfalle, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI)
(fotografata a Roma).
Giro tondo, olio su tela.
Idillio rustico, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso
(VI).
Inizio della carriera, olio su tela, esposto a Torino nel 1898.
Mamma ammalata, olio su tela.
Mamma e figlia, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Matelda, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI), esposta
a Palermo, venduta a Berlino.
Modella in posa, olio su tela, esposto a Torino nel 1898.
Partita a carte, olio su tela, esposto a Torino nel 1898.
Pastorella, olio su tela, foto Alinari P. A. n. 21655, Firenze.
Pater noster, olio su tela.
Prime carezze, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
Ragazza che guarda i campi, olio su tela.
Il rosario, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso (VI).
San Pietro, olio su tela.
San Tarcisio, olio su' tela.
Scena familiare, olio su tela, foto proprietà Dalla Vecchia, Santorso
(VI). Sorpresa, olio su tela.
Disegni
Si tratta in genere di bozzetti e di studi preparatori
degli affreschi. Rappresentano persone, volti o altre parti del corpo
umano. Sono eseguiti a matita su cartone o carta di varie dimensioni (20
x 14, 30 x 22, 49 x 33, 50.x 35). Alcuni sono conservati nella biblioteca
comunale di Castelfranco Veneto (circa 100), altri sono conservati nella
sua casa di San Zenone degli Ezzelini, altri si trovano presso i nipoti,
altri ancora sono posseduti da un collezionista privato di Milano (circa
300), altri da un collezionista privato di Piovene Rocchette.
Immagini di opere:
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