Storia del Comune

Elenco Sindaci, Commissari Prefettizi e Podestà dall'Unità d'Italia ad oggi.
Alessandro Selmi Presidente del Consiglio* 1866-1867 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Giovanni Guerra Sindaco 1867-1873 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Alessandro Selmi Sindaco 1873-1878 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Pio Dalla Vecchia Sindaco 1878-1890 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Giovanni Maletti Sindaco 1890-1912 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Giovanni Migliorati Sindaco 1912-1914 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Giuseppe Asti Commissario prefettizio 1914-1914 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Fernando Cavazzani Sindaco 1914-1916 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Emilio Menini Commissario prefettizio 1916-1919 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Antonio Zavagno Commissario prefettizio 1919-1919 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Ettore Pittau Commissario prefettizio 1919-1920 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Gino Montalti Commissario prefettizio 1920-1920 (Battaglia-San Pietro Montagnon)
Celso Carturan Commissario prefettizio 1920-1922 (Battaglia-San Pietro Montagnon)**
Riccardo Pistore Sindaco 1922-1922
Primo Cattani Sindaco 1922-1926 (Battaglia Terme)***
Leopoldo Corinaldi Podestà 1926-1927
Augusto Ghezzi Podestà 1927-1927
Francesco Mario Podestà 1927-1929
Paolo Cini Podestà 1929-1931
Paolo Palma Podestà 1931-1935
Angelo Ferrazzi Podestà 1935-1939
Donato Mastropasqua Podestà 1939-1944
Leonida Rossato Commissario prefettizio 1944-1945
Riccardo Pistore Sindaco 1946-1956 (Eletto dal C.L.N. il 28/4/1945)
Urbano Salvan Sindaco 1956-1960
Antonio Crestani Sindaco 1960-1962
Vittorio Vendramin Sindaco 1962-1965
Urbano Salvan Sindaco 1965-1967
Ernesto Scarparo Sindaco 1967-1970
Antonio Romano Sindaco 1970-1975
Bruno Bertin Sindaco 1975-1985
Bruno Savin Sindaco 1985-1995
Sergio Grava Sindaco 1995-1999
Velia Bevilacqua Sindaco 1999-2009
Daniele Donà Sindaco 2009-2014
Massimo Momolo Sindaco 2014-2019
Massimo Momolo Sindaco 2019-

*     Presidente del consiglio, solo nel 1867, dopo le elezioni del dicembre 1866, viene eletto il Sindaco.
**   Dal 1 agosto 1921 in applicazione al R.D.L. 417 del 19 marzo 1919, la frazione San Pietro Montagnon
(oggi Montegrotto Terme) si separa dal Comune di Battaglia per diventare Comune autonomo.
*** Dal marzo 1925 al nome Battaglia viene aggiunto il toponimo Terme.

 - TRE SECOLI - DUE COMUNI - TRE MUNICIPI -
 
Mi diceva qualche anno fa un Sindaco di un paese vicino:” Ogni Comune ha il Sindaco che si merita!”
Forse voleva dire “...che si sceglie”. Ma se questo vale per la nomina dei Sindaci nei tempi attuali, non valeva invece per i secoli passati; infatti nei decenni subito dopo il passaggio del Regno Lombardo-Veneto dall’Impero Austroungarico all’Italia, i Sindaci venivano nominati con decreto del Re. Inoltre per tantissimi anni i Consigli Comunali erano eletti da un ristretto numero di cittadini che erano inseriti nella “Lista elettorale amministrativa” in base al censo, cioè in relazione alle tasse che pagavano al Comune di residenza o a quello nel quale possedevano delle proprietà terriere o delle industrie. Questi stessi cittadini potevano candidarsi alla nomina di Consigliere Comunale.
Quello invece che sia i Sindaci che i cittadini non potevano scegliere era il “Municipio”. Questo edificio se lo trovavano già costruito dagli amministratori precedenti. Certamente poi essi erano liberi di apportare tutte le modifiche che ritenevano necessarie; addirittura potevano costruirne uno di nuovo per adattare la “Casa di tutti”, cioè il Palazzo Municipale, alle mutanti e nuove esigenze che si presentavano nel corso dei secoli. Il nostro paese, Battaglia Terme, seguì dal 1866 ad oggi questo percorso. Esaminiamo questa strada, lungo tre secoli: il XIX, il XX e questo inizio del XXI.
 
Lettera del Comune di Battaglia del 1860
 
SECOLO XIX - DAL 1866 AL 1921 - GRANDE COMUNE - PICCOLO MUNICIPIO - Kmq 21,53 -
 
Durante la dominazione austriaca, a capo del Comune c’è una Deputazione formata in genere da tre Deputati che rispondono dei loro atti al Commissario Imperiale distrettuale di Monselice.  Essi restano al loro posto anche dopo che le truppe austriache hanno lasciato il Veneto nel luglio 1866, dopo la fine della III Guerra d’Indipendenza. A Battaglia giungono i primi soldati del Regio Esercito Italiano il 12 luglio, diretti a Padova. In quel momento il Comune è molto esteso; i suoi confini sono quelli riportati e segnati in giallo nella cartina qui sotto.
 
Col tratteggio giallo i Confini del Comune di Battaglia nel 1866
 
Praticamente, a seguito delle norme sui cantoni, distretti e dipartimenti introdotte da Napoleone nel 1807, il territorio comunale comprende anche quello dell’attuale Comune di Montegrotto Terme, chiamato allora S.Pietro Montagnon. Gli abitanti sono 2600.La Deputazione Comunale in carica continua ad amministrare anche con le nuove Autorità italiane. Il giorno 21 luglio essa riunisce il Consiglio Comunale ed il Presidente Selmi così si rivolge ai consiglieri:
“In questi supremi momenti nei quali con sagge raccomandazioni delle stesse Autorità Militari, si mette all’ordine del giorno la concordia, la fratellanza, insomma un consorzio veramente civile, quella pura, vera libertà che cercammo e trovammo dopo sì lungo tempo, la vostra Deputazione, Onorevoli Signori, si ritenne tanto più forte per gestire la cosa pubblica in quanto ché calcolava non invano, come calcola, sul senno della popolazione e del Comune intero. Pure qualche voce poté udire nei passati giorni, secondo la quale sembrerebbe prevalente il desiderio di rafforzare con 2 persone ben viste le mosse della Deputazione stessa nella cagionalità dei tempi e fino al prossimo organamento dell’Amministrazione stessa. Egli è per questo che li Deputati, onde non mostrarsi soverchiamente alteri del loro volere, divennero ad invitare lo stesso Consiglio il quale pare conserva ancora la legale rappresentanza di questo importante Comune, onde pronunci fermamente il proprio voto per seguirlo.” Dopo tale dichiarazione si provvede all’appello nominale degl’intervenuti e risultano:
 
1- Mincio Bernardo                   Deputato e Consigliere
2- Guerra nobile Giovanni         Deputato e Consigliere
3- Meggiorato Bortolo               Deputato e Consigliere
4- Selmi dr. Alessandro            Deputato e Presidente del Consiglio
5- Frigerio dr. Giovanni             Consigliere
6- Trevisan Lodovico               Consigliere
7- Salmaso Sante                   Consigliere
8- Maggion Giobatta                Consigliere
9- Sette Alessandro                 Consigliere
10-Bonetti Felice                     Consigliere
11-Giro Mario Antonio              Consigliere
12-Cavazzana Antonio             Consigliere
13-Marigo Giacomo                 Consigliere
14-Tosatto Angelo                   Consigliere
15-Candeo Antonio                  Consigliere
16-Alberghini Domenico           rappresentante di Wimpffen conte Enrico Emilio
17-Sette Andrea                      rappresentante di Trieste Giacobbe
18-Marcolini Giuseppe             rappresentante di Turlon Luigi
19-Chiampo Luigi                    rappresentante di Tamiazzo Costante
20-Mengotto Francesco           rappresentante di Manenzi dott.Giovanni
21-Giro Giobatta                      rappresentante di Trevisan Marco
22-Caonero Giuseppe              rappresentante di Boscaro Antonio
23-Bianchini Pietro                  rappresentante di Zampolli Luigi
24-Canazza Domenico             rappresentante di Mario nobile Francesco

Il Consiglio con 14 voti favorevoli e 10 contrari decide di affidare alla Deputazione la scelta delle due persone che l’avrebbero affiancata e che in seguito saranno chiamate “Assessori”. In data 10-11-1866 sono nominati assessori Mincio Bernardo, nato nel 1809, e Sette Alessandro, nato nel 1807.  La prima riunione del Consiglio del 21 luglio 1866 si tiene nella sede della Deputazione, che è uno stabile in Via Maggiore di proprietà del Conte Guerra; ma nella riunione del 24 ottobre successivo si decide di cambiare la residenza dell’Ufficio Comunale. Con l’affitto di 100 fiorini annui si sceglie la casa del sig. Perusini, sempre in Via Maggiore; questo stabile poi diventerà di proprietà dei Conti Cini ed infine della famiglia Masini che lo trasformerà parzialmente ad uso farmacia. Il fabbricato del Conte Guerra rimane a disposizione del Comune per altre necessità; nel luglio del 1867 si accoglie in quest’ultimo edificio, oltre alla scuola femminile, anche la Stazione Carabinieri con 6 militi in servizio.
 
Casa Perusini, poi Cini ed ora Masini; sede del Municipio nel 1867.
 
Il 23 dicembre 1866, regnando Vittorio Emanuele II, circa 190 votanti eleggono il primo Consiglio Comunale di Battaglia. Confermato dal Prefetto il 26 successivo, il Consiglio si riunisce il 30 dicembre ed è così composto:
1-Presidente: dr. Selmi Alessandro Consiglieri:2- Perusini Achille 3- Neri Giobatta 4- Mengotto Giacinto 5- dr.Frigerio Giovanni 6-Sette Alessandro 7- Candeo Antonio 8- Meggiorato Bortolo 9-Mario nobile Francesco 10- Mincio Bernardo 11- Canazza Domenico 12- Guerra nobile Giovanni 13- Cavazzana Antonio 14- Giro Mario Antonio 15- Bottin Gaetano. Nella seduta consiliare del 6-2-1867 sono nominati Assessori effettivi i sigg. Alessandro Sette e Mincio Bernardo ed Assessori Supplenti i sigg. Meggiorato Bortolo e Guerra nobile Giovanni. In sostanza si tratta di una conferma di fiducia nei riguardi delle persone che già si occupavano della cosa pubblica durante la dominazione austriaca. Il Consiglio si riunisce varie volte sotto la presidenza di un assessore con funzioni di Sindaco. Ai primi di maggio del 1867 con decreto Reale è nominato Sindaco di Battaglia il sig. Giovanni nobile Guerra. Al suo posto come Assessore supplente è nominato il sig. Mengotto Giacinto e, al posto di questo, come Consigliere il nobile Girolamo Giustiniani. Questi assessori e consiglieri li rivedremo confermati varie volte, alle scadenze triennali del Consiglio Comunale o a quelle biennali della Giunta Municipale. La loro sostituzione avviene o a seguito di dimissioni o di morte. Nei primi tempi, quando il Sindaco riteneva di dover riunire il Consiglio, chiedeva l’autorizzazione al Prefetto. Sempre nel 1867 si presenta una necessità imprevista: il ponte in legno che congiunge la “Strada Provinciale”, (ora Via Maggiore) nelle vicinanze della sede del Municipio, con la Via Terme, proprio all’entrata dello Stabilimento Terme di proprietà del Conte Wimpffen, viene tolto perché non più sicuro. Da tenere presente che questo ponte veniva montato dal proprietario dello Stabilimento Termale all’inizio della stagione delle cure e veniva demolito al termine della stagione stessa per preservarlo dai danni delle intemperie invernali. Perciò per diversi mesi non esisteva collegamento fra le due sponde. Il Comune pensa allora di costruirne uno in modo stabile. Addirittura si pensa ad un ponte carrozzabile in ferro con una spesa di £. 23.000. Considerata la somma occorrente, si rinvia la soluzione a tempi migliori; infatti per un ponte in legno bastano £.1054,32; ma ugualmente non si sa come reperire questa cifra. Intanto vengono sostituiti alcuni consiglieri: i sigg. Scapin Pietro e Caonero Giuseppe entrano al posto di Bottin Gaetano e Cavazzana Antonio. Nella seduta del Consiglio del 30-11-1868 si esamina la domanda della maggioranza degli elettori di Battaglia centro con la quale si chiede la separazione del patrimonio attivo e passivo con la frazione di S. Pietro Montagnon in modo che le maggiori esigenze di una frazione non pesino sull’altra. Si dichiarano favorevoli all’accoglimento della domanda i consiglieri Giustiniani, Canazza, Mengotto, Maggion, Giro, Perusini, Caonero, Neri e Guerra; mentre sono contrari i consiglieri Mario, Frigerio, Sette, Meggiorato, Selmi e Scapin. Questa decisione però non avrà un seguito; tuttavia si tratta di un primo segnale della diatriba che porterà anni dopo alla separazione territoriale del Comune. Si arriva così alla seduta del 22-12-1868 quando viene presentato dall’ing. Meggiorini un progetto di ponte carrozzabile girevole in ferro, largo 4 metri, da costruirsi sul canale di fronte alla Via Galzignana (ora inizio di Via Colli) con una previsione di spesa di £. 23.000.
 
1870: Autorizzazione a convocare il Consiglio Comunale
 
I consiglieri Perusini Achille, Caonero Giuseppe e Giro Mario Antonio sono incaricati di valutare la cosa. Nella seduta del Consiglio del 16-8-1870 si liquidano le spese del progetto del ponte girevole carrozzabile per £.208,60. Questo progetto viene abbandonato perché la spesa di costruzione del ponte sarebbe giunta, con le opere accessorie, a £. 32.066,40; troppo per le casse comunali. Invece è approvata la costruzione di un ponte pedonale in legno con una spesa di £.1199,22 da reperire con le entrate delle tasse termali. Ma tre mesi dopo si ritorna all’idea del ponte in ferro e alla ricerca del luogo migliore per la sua installazione. Di valutare la cosa sono incaricati i consiglieri Perusini e Alberghini. L’8 marzo 1871 si approva all’unanimità il progetto dell’Ing. Moretti per un normale ponte in ferro con un preventivo di spesa preparato dal fabbro Salvagnini di Badia di £. 2.552,49.  Ma il Comune è impegnato anche in altre opere pubbliche: piazza mercato, macello pubblico, strada Ortazzo, fontane pubbliche, scuole, ecc.  Intanto alla fine di marzo del 1873 è nominato Sindaco il dr. Selmi Alessandro. Il 2-4-1873 si riunisce il Consiglio Comunale. Sono presenti: Giro Giobatta, Alberghini Domenico, Scapin Pietro, Bianchini Pietro, Perusini Achille, Mario nobile Antonio, Neri Giobatta, Maggion Giobatta, Caonero Giuseppe, Maldura conte Bertuccio, Mengotto Giacinto. Sono assenti: Sette Alessandro, Meggiorato Bortolo e Candeo Silvio. Giro diventa assessore al posto di Selmi e al posto di Giro, quale assessore supplente, è eletto Maggion Giobatta.  In questa riunione si decide di sospendere il progetto del ponte in ferro previsto fra casa Canazza e il Casino dei Bagni, in attesa che finiscano i lavori della piazza per il mercato, davanti alla chiesa.  Il ponte verrà realizzato nel 1875 dal Comune sullo stesso luogo dove esisteva quello in legno e cioè fra casa Canazza e l’entrata allo Stabilimento Termale del Conte Wimpffen. Nel 1876 il dr. Selmi è riconfermato Sindaco con decreto reale.
 
 
Edifici esistenti nei pressi del Municipio nel 1915. Notare la freccia che indica la direzione della corrente dell’acqua nel canale e la fossa Comuna dietro il municipio, ora tombinata.
 
Nella seduta del 26-4-1876 viene acquistato lo stabile che si era preso in affitto per la Caserma dei Carabinieri e per la Scuola femminile. Il fabbricato è acquistato per £.9000 da pagarsi in 6 rate. Questo stabile poi diventerà anche la sede della Cooperativa Barcari e, molto più tardi, di una banca. In quest’anno diventano consiglieri i sigg. Pamio Giuseppe e Salmaso Lorenzo al posto di Frigerio e Maldura. Nel 1877, a seguito dell’aumento della popolazione, il numero dei consiglieri comunali passa da 15 a 20. Allora il Prefetto di Padova scioglie il Consiglio e il 20-6-1877 è eletto quello nuovo, così formato: Sette Alessandro, Mengotto Giacinto, Alberghini Domenico, Candeo Silvio, Selmi dr. Alessandro, Mario nobile Antonio, Perusini Achille, Allegri Luigi, Cavazzana Luigi, Bianchini Pietro, Comin Giuseppe, Maggion Giobatta, Neri Giobatta,Salmaso Lorenzo Maldura conte Bertuccio, Selvatico Estense nobile Benedetto, Dalla Vecchia dr. Pio, Mincio Bernardo, Pamio Giuseppe, Giro Giobatta. Assessori effettivi sono Dalla Vecchia Pio, Mincio Bernardo, Selmi dr. Alessandro e Mengotto Giacinto; assessori supplenti: Maggion Giobatta e Mario nobile Antonio. Ai primi di settembre è riconfermato Sindaco il dr. Selmi. Nella seduta del Consiglio del 5-9-1877 si decide l’acquisto della casa di proprietà Magarotto Giacomo e Gaetano, che si trova vicina alla sede municipale presa in affitto, per collocarvi il nuovo Municipio, con la sala consigliare ed alcune aule scolastiche. L’atto di compravendita è del 20-4-1878. Per la sistemazione della sala si prevede una spesa di £.1566. Nella nuova sede si passa il 1°-1-1879 e lo spost amento comporta la spesa di £.117,03. Col 31-12-1878 è riconsegnata alla proprietaria Sig.ra Contessa Guerra la vecchia sede del Municipio.
Il 12-10-1878 si era dimesso il Sindaco Selmi per impossibilità, dovuta ai numerosi affari personali, e il 30-1-1879 il Re nomina Pio Dalla Vecchia nuovo Sindaco. Per il 1879 gli elettori per la lista politica (quelli che potevano votare per il Parlamento Nazionale) sono diventati 83 e quelli per la lista amministrativa (quelli che potevano votare per il Consiglio Comunale) sono 210. Il Sindaco Dalla Vecchia viene confermato nell’incarico per altri tre anni con R.D. del 29-1-1882. In questo periodo deve affrontare il problema dell’unica via di collegamento con S.Pietro Montagnon, attraverso il Ponte del Cataio costruito in legno e divenuto pericolante e impraticabile. Si risolve la questione suddividendo con l’Amministrazione del Castello del Cataio la spesa per la costruzione di un ponte in pietra. La quota per il Comune è di £.7199,41 che viene liquidata il 26-9-1883.
 
1883: Stemma del Comune sul ponte del Cataio
 
Intanto nel Consiglio avvengono dei cambiamenti: il sig. De Faveri Odoardo sostituisce il defunto consigliere Giro Giobatta, il sig. Giro Francesco rinuncia e al suo posto subentra Gollini Giovanni. Il dr. Pio Dalla Vecchia è di nuovo confermato Sindaco il 30-1-1884 e si trova ancora a decidere sul ponte di ferro. Infatti le tavole di legno del pavimento e dei gradini, dopo 10 anni, sono da cambiare. La questione è oggetto di discussione per circa 7 mesi. Se ne riporta qualche brano dal verbale della seduta del 30-1-1884: “Oggetto: Rinnovazione in legno od in ferro del pavimento e gradini del ponte pedonale di ferro in centro di Battaglia. Il ponte pedonale di ferro sul naviglio in questo centro ha bisogno urgente di essere pressoché rinnovato nel suo pavimento e gradini in legname. Così si esprime il Sindaco soggiungendo che la Giunta ha fatto studio per vedere a quanto ammonterebbe la spesa ricostruendo in ferro e ghisa il pavimento stesso; ma dinanzi alla rilevante cifra di £. 1.511,96 non esita un momento a prescegliere ancora il legname che importerebbe la spesa di £.270,61. Apre la discussione. Il Consigliere Gollini osserva che dopo il disloco della Residenza Municipale e delle scuole nel sito odierno attuale ei crederebbe conveniente trasportare il manufatto di fronte al Municipio stesso. Questa idea in massima attecchisce nell’adunanza, mentre lo stesso cavaliere Alberghini, pur rammentando che il ponte venne gettato nel sito attuale per voto dello stesso proprietario delle Terme, voto allora richiesto (1870), essendo che la spesa venne sostenuta col fondo delle Tasse Termali ora tolte, inclinerebbe al trasporto nella mira di togliere una sconcezza che si verifica diuturnamente nell’Argine Regio al sito ove, venendo collocato il ponte, si metterebbero in riguardo le persone che per non essere ora viste, abusano di quel luogo rendendolo quasi un sito comune. Dopo lo scambio di altre parole si conviene nella sospensione di ogni deliberazione per oggi, incaricandosi la Giunta di far rilevare se e con quale spesa fosse possibile il trasporto del manufatto accordandosi col Genio Civile......” Nella seduta del Consiglio del 28 maggio si riprende il problema.  Vediamo dal verbale della seduta: “Oggetto: Spesa di riatto e trasporto di fronte alla Residenza Municipale del ponte pedonale di ferro sul Naviglio. Il Sindaco riferisce che era stato dato incarico all’Ing. Riccoboni di estendere un progetto di spesa che occorrerebbe trasportando il ponte di ferro pedonale sul Naviglio dal suo punto attuale a 78 metri sovracorrente di fronte alla Residenza Municipale. Tale progetto importa la spesa di £.758,09; la Giunta però propone fin d’ora di escludere affatto l’idea del progettista di trasformare la gradinata alla testata di levante che può stare con decenza e comodità nella identica attuale sua forma, avendo con questa modificazione una minor spesa di £.285,10; sicché la spesa sarebbe di sole £.472,90. Devesi però mettere in sodo che, anche abbandonando per un momento qualsiasi novità su questo manufatto, resta sempre l’urgentissimo bisogno della calcolata spesa d ricostruzione del pavimento e della gradinata di ponente, oggidì compromettenti il pubblico passaggio e questa spesa importa da sola £.270,61. Un altro non meno contingibile provvedimento sul quale tutti siamo d’accordo si è quello di ostruire con muratura il vuoto sottoposto alle due gradinate di ponente per togliere con quest’unico mezzo l’attuale sconcezza non mai abbastanza deplorata che quel sito sia com’è oggidì un luogo comune di bisogni naturali del pubblico, in un punto centrale, di fronte allo Stabilimento dei Bagni. Questa spesa, da calcoli fatti, sarebbe superiore a quella delle £.200 circa che importerebbe l’innovazione proposta anche perché gli attuali gradini, dovendo poggiare sopra un ripieno di terra, dovrebbero necessariamente rinnovarsi in macigno (masegna) anziché in legno.
 

1906: Il Municipio senza sopraelevazione e il ponte in ferro sul canale durante la processione di Santa Marta
 
Con questi schiarimenti di fatto, ed in ossequio al ricevuto incarico, vi si presenta, Signori, il progetto Riccoboni limitatamente alla spesa di sole £.473, la quale per la sua imprecisione, dovrebbe essere sostenuta col fondo a calcolo, non potendo in ogni modo procrastinarsi il provvedimento.” Aperta la discussione.........(seguono gli interventi dei consiglieri).  Al termine il Sindaco chiede chi è favorevole allo spostamento 78 metri più sovracorrente (verso Monselice) rispetto l’attuale sito del ponte in legno. Vi sono 5 consiglieri assenti; dei 15 presenti si dicono favorevoli in 8: Mengotto, Candeo, Cavazzana, Neri, Maggion, De Faveri, Selmi e Alberghini. I 7 contrari sono: Dalla Vecchia (Sindaco), Mincio, Mario, Allegri, Cicogna, Freschi, Bianchini. Così viene approvato il trasporto del ponte nel luogo dov’è ancora oggi. Lo spazio sotto i gradini di ponente, verso l’albergo termale, viene murato. Col passare del tempo, per ovviare alle necessità fisiologiche dei cittadini, fu costruito un orinatoio, come ce n’erano altri in diversi luoghi del paese. Nella primavera del 1905 ci saranno 75 cittadini che richiederanno il ritorno del ponte nel vecchio sito; ma la cosa non viene presa in considerazione.
 
 
1906: Il Parroco comunica al Sindaco: ”Avviso V.S.Il. che Domenica prossima festa di S. Marta avrà luogo  la solita processione che uscirà di Chiesa circa alle ore 17 e percorrerà il giro di tutto il centro. Battaglia 26-7-06 Devotissimo servitore D. Angelo Guazzo”
 
Si giunge alla seduta del Consiglio del 31-3-1885: viene deciso di costruire un cesso nel palazzo municipale con una spesa di £.580,04. Evidentemente i dipendenti comunali fino ad allora si erano serviti di quello delle scuole. Nella riunione del 30-9-1885 il Sindaco Dalla Vecchia riferisce che è urgente il rifacimento del tetto del Municipio e, con l’occasione, propone anche il sopraelevamento di un piano dell’edificio. La decisione viene rinviata in attesa di sapere se è possibile puntellare l’attuale coperto, quale sia la spesa per sostituire il solo coperto e se le fondazioni possono sostenere un nuovo piano. Se ne parla nella riunione del 28-10-1885; con 8 voti contro 7 viene deliberato di sostituire il solo coperto con una spesa di £.2495. Nel corso degli anni che seguono si verificano numerose variazioni fra i consiglieri sia per morte che per rinuncia; sindaco è sempre il Dalla Vecchia il quale viene riconfermato con decreto reale del 9-2-1888 per altri tre anni. Nel 1888 il Consiglio Comunale risulta così composto: Sindaco Dalla Vecchia; Assessori: Freschi, Mario, Cavazzana, Candeo; Consiglieri: Sette, Neri, Pamio, Maletti, Giro, Barbaro, Allegri, De Faveri, Maggion, Salmaso, Stefani, Bonetti, Alberghini, Bodon, Corinaldi. Alla fine del 1890 inizia il suo incarico come Sindaco di Battaglia il rag. Giovanni Maletti. Il 10-12-1890     risulta questa composizione del consiglio: Sindaco Giovanni Maletti Assessori effettivi: Stefani e Salmaso; Assessori supplenti: Mincio e Mengotto; Consiglieri: Cavazzana, De Faveri, Dalla Vecchia, Mario, Neri, Sette, Allegri, Vernoni, Rinaldi, Alberghini, Candeo, Barbaro, Romano, Giro, Maggion.  Nel frattempo gli elettori per la lista amministrativa sono saliti a 440 e quelli per le politiche a 314. A seguito di elezioni amministrative nel luglio 1895 il nuovo Consiglio Comunale è così formato: Sindaco Giovanni rag. Maletti; Assessori effettivi: De Faveri Odoardo, Piva Giuseppe, Rinaldi cavaliere Francesco, Bernardi Achille; Assessori supplenti: Moscon Francesco e Salmaso Giacomo; Consiglieri: Candeo Silvio, Mario nobile dr. Antonio, Dalla Vecchia cavaliere dr. Pio,Vascellari Giovanni, Turlon Giovanni, Mincio Eugenio, Ceresoli Gaetano, Maggion Ezechiele, Stefani Antonio, Draghi Luigi, Sette Giuseppe, Vernoni Damiano, Canazza Spiridione. Il 30-7-1899 si tengono nuove elezioni. Questa la composizione del nuovo Consiglio: Piva Giuseppe, Candeo Silvio, Maggion Ezechiele, Stefani Antonio, Maletti Giovanni, Bernardi Achille, Salmaso Giacomo, Ceresoli Gaetano,Vernoni Damiano, Canazza Spiridione, Mario Antonio, Neri Vittorio, Rinaldi Francesco, Sette Giuseppe, Vascellari Giobatta, Moscon Francesco, Canella Giuseppe, Turlon Giovanni, Cavagnari Antonio, Volner Emilio. I sigg.Dalla Vecchia, De Faveri e Draghi Luigi erano morti. Questa volta il Sindaco è scelto dai Consiglieri. Risulta eletto ancora Maletti Giovanni; Assessori effettivi sono Piva, Cavagnari, Canella e Neri; Assessori supplenti: Moscon e Salmaso. E così si giunge al 1900, al nuovo secolo, il  XX.
 
XX SECOLO -  PICCOLO COMUNE - GRANDE MUNICIPIO - Kmq 6,28 -
 
Il 18-9-1901 il Consiglio decide la spesa per una lapide in memoria del re Umberto I°; questa verrà sistemata sulla parete del Municipio l’11 novembre del 1902, in occasione del 33° compleanno del re Vittorio Emanuele III. Nel settembre 1902 si rinnova il Consiglio che risulta così composto: Vascellari Giovanni, Moscon Francesco, Canella prof. Giuseppe, Turlon Giovanni, Volner dr. Emilio, Maletti cavaliere Giovanni, Stefani Antonio, Pamio Giuseppe, Draghi Gaetano, Cittadella Vigodarzere conte Antonio, Piva Giuseppe, Salmaso Giacomo, Turlon Guerino, Vernoni Damiano, Valle Giobattista, Friso Valentino Emilio, Neri dr. Vittorio, Rinaldi cavaliere uff.Francesco, Sette Giuseppe, Cavagnari prof. cavaliere Antonio. Maletti, sindaco da 12 anni, è rieletto; assessori effettivi sono:Canella, Pamio, Rinaldi e Volner; quelli supplenti Moscon e Salmaso. L’anno dopo si dimettono Cavagnari e Neri ed il consiglio resta con 18 componenti.vNella riunione del Consiglio delv23-2-1904 si discute sulla richiesta di n.106 elettori di S.Pietro Montagnon di ripartire i Consiglieri Comunali per frazione. Gli elettori in tutto sono 418: n.176 della frazione e n.242 del centro. I consiglieri in carica sono 10 della frazione e 8 del centro. La domanda di ripartizione avanzata viene respinta da 8 dei 14 consiglieri presenti alla seduta. Contro questa decisione il sig. Mario Francesco e altri elettori di S. Pietro M. presentano ricorso al Consiglio di Stato. Si tratta di un secondo fatto che prepara la divisione del Comune di Battaglia. Nel settembre del 1905 si eleggono i nuovi Consiglieri Comunali. Sono: Sette cavaliere Giuseppe, Canella prof. Giuseppe, Volner dr.Emilio, Pamio Giuseppe, Stefani Antonio, Draghi Gaetano, Cittadella Vigodarzere conte Antonio, Salmaso Giacomo, Vernoni Damiano, Valle Giobatta, Mario nobile Francesco, Vascellari Giovanni, Sgaravatti Ulisse, Piva Giuseppe, Migliorati cavaliere Giovanni, Emo Capodilista conte cavaliere Angelo, Turlon Guerino, Castelletto Pietro. E’ rieletto Sindaco Maletti cavaliere Giovanni con gli assessori effettivi: Mario, Emo Capodilista, Volner e Sette e con quelli supplenti Minio e Sgaravatti. L’anno dopo Angelo Emo dà le dimissioni da assessore, essendo anche Sindaco di Pernumia. Per qualche anno non si parla più della sede municipale; i problemi sono altri: strade, case, scuole, ambulatori, ecc. e anche un’alluvione del territorio provocata dallo straripamento del Canale di sopra, di quello di sotto e del Rialto nell’ottobre-novembre del 1907. In aiuto agli abitanti battagliensi furono chiamati perfino gli artiglieri di un reggimento di Padova. Il 12-8-1910 si insedia un nuovo Consiglio formato da: Vascellari, Sgaravatti, Migliorati, Volner, Turlon Giovanni e Guerino, Salmaso, Draghi,Vernoni, Emo Capodilista, Mario, Minio, Maletti, Rinaldi, Friso, Braggion, Cini Michelangelo, Milani Giuseppe, Cittadella Vigodarzere, Pamio Giuseppe. Dopo qualche incertezza viene rieletto Sindaco il cavaliere Giovanni Maletti. Gli Assessori effettivi sono: Migliorati, Mario, Sgaravatti e Volner; quelli supplenti sono Friso e Milani. Nella seduta del Consiglio del 31-10-1911 viene respinta una nuova richiesta di eleggere i Consiglieri ripartiti per frazione in base alla popolazione, avanzata da parte di 107 elettori iscritti nella lista elettorale della frazione di S. Pietro Montagnon. L’anno 1912 è funestato da due lutti. Il 27 maggio muore il Sindaco Maletti. In agosto si dimette tutta la Giunta. Il 3 settembre viene trovato morto il consigliere Rinaldi. Il 20 settembre si riuniscono i Consiglieri per nominare il nuovo Sindaco e i nuovi Assessori. Diventa Sindaco il cav. Migliorati Giovanni e assessori effettivi Sgaravatti, Volner, Emo Capodilista e Mario; quelli supplenti sono Friso e Milani.  Nel frattempo, il 30 giugno, è approvata la legge elettorale che istituisce il suffragio universale maschile la quale consente di votare a tutti gli uomini al di sopra dei 30 anni. La Camera del tempo respinge con 209 no contro 48 sì la concessione del voto alle donne. Per loro bisognerà aspettare il secondo dopoguerra. Nel mese di novembre dello stesso anno vi sono nuove elezioni per eleggere i Consiglieri in sostituzione di quelli deceduti o dimissionari. Il nuovo Consiglio risulta così formato: Bisi commentatore Giulio, Migliorati cavaliere Giovanni, Mario nobile Francesco, Vascellari Giovanni, Volner dott. cavaliere Emilio, Friso Valentino Emilio, Milani Giuseppe, Cittadella conte cavaliere Vigodarzere Antonio, Vernoni Damiano, Emo conte cavaliere Angelo, Sgaravatti Ulisse, Zannini Giovanni, Lazzaro Luigi Celeste, Scarabello Ferdinando, Ongarato Antonio, Pastore Albano, Tasinato Ferdinando, Pellieri Giacinto, Cini Michelangelo. Questi Consiglieri eleggono Sindaco il sig. Migliorati Giovanni di Battaglia centro.
 
Progetto riordino Palazzo Municipale
1913 Progetto di innalzamento del Municipio dell’ing. Baldassare Pilotti
 
Nella seduta del Consiglio del 29-11-1912 si delibera l’autorizzazione alla Giunta di predisporre un progetto per l’innalzamento del fabbricato municipale. Il progetto viene preparato dall’ing. Baldassare Pilotti di Padova ed è approvato dal Consiglio un anno dopo, il 19-11-1913, con una previsione di spesa di £. 35.000 che verrà reperita con un mutuo da restituire in 30 anni.  Avute le varie autorizzazioni si procede all’appalto dei lavori per un importo di £. 31.445. L’asta è vinta dalla ditta Giacometti Gennaro di Ponte S. Nicolò con un ribasso del 16,11%. Un mese dopo, il 12-3-1914, iniziano i lavori che si concludono il 30-1-1915, all’inizio della Grande Guerra, che era già cominciata in Europa.  Lo stesso ing. Pilotti è incaricato, sempre alla fine del 1913, di progettare l’ampliamento e la sopraelevazione dell’edificio scolastico, attualmente ad un piano, insalubre e umido. Si prevede una spesa di £. 50.000. Quest’opera andrà a termine a guerra già iniziata.
 
1924: Veduta del Municipio e delle Scuole dopo il lavoro di ampliamento e sopraelevazione, secondo il progetto approvato nel 1913.
 
Quella del19-6-1914 è l’ultima seduta del Sindaco Migliorati. Vi sono nuove elezioni e il 14 luglio viene convocato il nuovo consiglio. Però non si presenta nessuno. Giunge allora il Commissario Prefettizio Cav. Atti che lo riunisce il 16 settembre. I Consiglieri sono: Cavazzani Ferdinando, Draghi Gaetano, Gusto Valentino Angelo, Turlon Giovanni, Manfioli Angelo Giuseppe, Braggion Agostino, Bonetti Edmondo, Baccarin Antonio, Pitton Raimondo, Fasolato Vittorio, Martin Angelo, Carpanese Giuseppe, Trescato Giuseppe, Vittadello Pietro, Stecca Gaetano, Mario Francesco, Milani Giuseppe, Pastore Albano, Scarabello Ferdinando, Tasinato Ferdinando. Si presentano solo in 13 e non possono eleggere il nuovo Sindaco, ma solo la Giunta. Diventano assessori effettivi Milani, Braggion, Bonetti, Draghi; e assessori supplenti Turlon e Gusto. Il Milani vorrebbe dare le dimissioni essendo l’unico rappresentante di Battaglia Centro; ma il Commissario rinvia la cosa alla prossima seduta del Consiglio. Invece ci saranno nuove elezioni col nuovo sistema prescritto dalla Giunta Provinciale Amministrativa e cioè con i Consiglieri Comunali eletti per frazione. Entrano in Consiglio 12 Consiglieri della frazione S. Pietro M.: Braggion Agostino, Cavazzani Ferdinando, Turlon Giovanni, Bonetti ing.Edmondo, Gusto Valentino, Carpanese Giuseppe, Baccarin Antonio, Draghi Gaetano, Pitton Raimondo, Trescato Domenico, Stecca Gaetano, Fasolato Vittorio. Gli 8 consiglieri del centro sono: Bisi commentatore Giulio, Milani Giuseppe, Migliorati cavaliere Sgaravatti Ulisse, Pellieri Giacinto, Vernoni Damiano. Nella prima riunione del Consiglio, dopo l’intervento del Commissario prende la parola il commentatore Bisi che dichiara: ”I Consiglieri del centro Battaglia sono in minoranza e perciò non possono accettare cariche; restano a vedere quel che faranno i consiglieri di S. Pietro Montagnon.....” Si giunge poi alla elezione del Sindaco. Dei 20 presenti, votano in 13 ed eleggono Sindaco il sig. Cavazzani Ferdinando. Assessori restano Milani, Braggion, Bonetti, Draghi, Turlon e Gusto. Questa Amministrazione Comunale non avrà vita facile; i consiglieri del centro sono spesso assenti, di frequente manca il numero legale ed occorre riunire il Consiglio in seconda convocazione. Interviene ancora il Commissario Prefettizio Gualtieri. Si giunge alla riunione del 22-3-1916, in piena guerra. I presenti sono 11; mancano tutti consiglieri del Centro e Fasolato che è stato chiamato in guerra. E’ presente il Commissario Gualtieri. Intervengono: Cavazzani, Braggion, Turlon, Bonetti, Carpanese, Gusto, Baccarin, Draghi, Pitton, Trescato e Stecca. Sono assenti: Fasolato (militare), Bisi, Milani, Migliorati, Zannini, Muneratti, Sgaravatti, Vernoni e Pellieri. L’argomento da discutere, fra gli altri, è la richiesta fatta in data 1-2-1915 dalla maggioranza degli elettori di S. Pietro Montagnon (425 firme) di erigere la frazione a Comune Autonomo.
 
1919: Decreto di costituzione in Comune Autonomo di S. Pietro Montagnon
 

1921: Battaglia - Superficie Kmq 6,28  Abitanti  2556
 
La richiesta è stata ammessa dalla Giunta Provinciale Amministrativa e dal Prefetto. All’unanimità degli 11 presenti la domanda viene accolta. Nella seduta del 25-4-1916 è all’ordine del giorno la richiesta di imporre una tassa sul bestiame; questa richiesta è sostenuta anche dal sindaco Cavazzani. I presenti sono 14. Votano contro 8 consiglieri di S. Pietro e a favore il Sindaco con 5 consiglieri del centro. Il Consiglio si riunisce ancora il 30-5-1916; ma essendo andata deserta la seduta, viene convocato per il 6 giugno successivo. L’argomento da discutere dai 9 presenti sono le dimissioni in blocco dei consiglieri della minoranza, cioè quelli del Centro di Battaglia. Il Sindaco Cavazzani imputa questa scelta al fatto che era stata bocciata la tassa sul bestiame che sarebbe caduta sulle spalle dei contadini della frazione; con la bocciatura della tassa questi sono agevolati. Comunque le dimissioni vengono accettate da 7 dei presenti. Il Sindaco Cavazzani il 1° luglio si dimette. Il 14 luglio l’Assessore Braggion riunisce il Consiglio per prendere atto delle dimissioni del Sindaco, ma si trova solo con altri 4 consiglieri; tuttavia questi cinque accettano le dimissioni del Sindaco. Dopo questi fatti il Prefetto in data 26 ottobre 1916 scioglie il Consiglio Comunale ed invia il Commissario che resterà in Municipio per tutta la guerra ed oltre. Questi i nomi dei Commissari Prefettizi che si sono succeduti fino al gennaio 1922: Menini, Zavagno, Pittau, Montalti, Carturan.  Intanto la delibera di accettazione della domanda di erigere la frazione di S. Pietro in Comune autonomo fa il suo iter e arriva a Roma. Dopo la guerra, con legge 23-3-1919 n.417, S. Pietro Montagnon diventa autonomo. La separazione avviene il 1° agosto 1921. Battaglia Terme ha i nuovi confini con la superficie più piccola di tutti i Comuni della provincia di Padova. Sempre nel 1921 si vota per eleggere il nuovo Consiglio Comunale di Battaglia, senza la ex frazione di S. Pietro M. e con una nuova legge elettorale che estende il voto ai maschi che abbiano compiuto 21 anni e col sistema proporzionale. Vengono eletti solo 15 consiglieri perché gli abitanti sono meno di tremila. Sono: Ceresoli Giacinto, Lucchiari Giuseppe, Zaramella Giovanni, Zanardi Giuseppe, Perini Antonio, Liva Giovanni, Milan Giuseppe, Pistore Riccardo, Zabai Eugenio, Manfioletti Antonio, Bottin Urbano, Bertin Luigi, Kainich Martino, Muneratti Odoardo e Milani Giuseppe. Il Commissario Prefettizio cavaliere uff. avv. Celso Carturan convoca il Consiglio per il 15 gennaio 1922. Alla seduta sono tutti presenti ed è eletto Sindaco Riccardo Pistore con 11 voti a favore e 4 schede bianche; assessori effettivi sono Ceresoli Giacinto, Lucchiari Giuseppe; mentre Bertin Luigi e Perini Antonio sono nominati assessori supplenti. Questo Consiglio Comunale non ha nemmeno il tempo di rendersi conto della situazione del paese e viene sciolto il 26 settembre dello stesso anno, a seguito di nuova legge elettorale che, fra l’altro estende il diritto di voto ai maschi con 21 anni compiuti. Il 17-12-1922 si riunisce il nuovo Consiglio così composto: Emo Capodilista conte Angelo, Grossi Francesco, Milani Giovanni, Kainich rag. Martino, Cattani cavaliere Primo, Mazzucato Ottorino, Visentin Pietro, Benelle Antonio, Cardinali Giulio, Zodio Vittorio, Muneratti Odoardo, Cini Paolo, Corinaldi conte Elia, Giorgi Antonio, Migliorati cavaliere Giovanni. Viene eletto Sindaco Cattani Primo. Questo Consiglio Comunale resterà in carica fino al maggio del 1926; poi non si parlerà più di consiglieri e sindaci, ma solo di Commissari e Podestà fino al 1945.
 
1925: Da destra: La pesa pubblica, le Scuole Elementari ampliate, il Municipio sopraelevato, i magazzini, la Caserma dei Carabinieri, il ponte di ferro e i platani di Villa Cini.
 
Intanto nel marzo del 1925 al nome di Battaglia viene aggiunta la parola “TERME”. Il 30-5- 1945, a liberazione compiuta, è adottata la delibera n.1 della Giunta Comunale del dopoguerra, formata dal Sindaco Pistore Riccardo e dagli assessori Perini Giuseppe, Nanti Gaetano, Cardi Roberto, Zanardi Giuseppe con Segretario Comunale Righi Giovanni. Con questa delibera viene cambiata parte della toponomastica: la Via I. Balbo diventa Via Maggiore e il Piazzale della Rivoluzione diventa Piazzale della Libertà.  Il Sindaco Pistore era già stato nominato durante una riunione, in data 28 aprile, sabato, del locale Comitato di Liberazione Nazionale, in casa del parroco don Marco Romano. Come Vice-Sindaco era stato nominato il farmacista dott. Giuseppe Masini. Il 10 marzo 1946 si tengono le elezioni amministrative; il Consiglio Comunale di Battaglia Terme risulta così formato: Sindaco: Riccardo Pistore; Assessori: Bertin Ettore, Mengotto Giobatta, Masini Giuseppe, Scarparo Ernesto; Consiglieri: Ceresola Mario, Chiaretto Silvio, Rosada Gino, Donato Amerigo, Pistorello Giuseppe, Agostini Bindo, Francescon Angelo, Spaziani Guglielmo, e Muneratti Odoardo. Dopo qualche mese il Perini si dimette, mentre il farmacista Masini decade per incompatibilità, dato che fornisce al Comune le medicine per i poveri. Nel corso degli anni seguenti, con le norme e le leggi della Costituzione della Repubblica Italiana, i Consigli Comunali si rinnovano alle scadenze prefissate. Le figure dei Sindaci, degli Assessori e dei Consiglieri che si succedono sono abbastanza conosciute dagli attuali cittadini e a loro possono essere richieste informazioni sull’opera e attività amministrativa svolta. Consiglio Comunale eletto nel 1952: Sindaco Pistore Riccardo - Assessori: Meneghel Ampelio, Donati Amerigo, Pedrazzoli Mario; Consiglieri: Cardi Roberto, Pistore Francesco, Bonafè Giuseppe, Sturaro Agostino, Brizzolari Luigi, Liva Giovanni, Milani Gaetano, Ferrato Giovanni Battista, Finesso Alberto Angelo, Bertin Bruno, Marzola Dirce, Schiavo Odoardo, Crestani Antonio, Muneratti Odoardo, Agostini Bindo, Bresciani Pietro.
 
1953: Il Sindaco Riccardo Pistore (al centro).Il primo a sinistra è il segretario com. Righi e l’ultimo a destra è il Presidente della Associazione Combattenti e Reduci dott. Ferrazzi Angelo
 
Consiglio Comunale eletto nel 1956: Sindaco: Salvan Urbano; Assessori effettivi: Scarparo Ernesto, Menato Antonio, Bettin Romeo, Sanavio Alfio; Assessori supplenti: Bezzi Marino, Agostini Bindo; Consiglieri: Rango Pietro, Castellani Angelo, Baldon Gino, Carnovich Angelo, Bresciani Pietro, Berton Antonio, Fabris Luigi, Antico Giuseppe, Zanin Edoardo, Pedrazzoli Mario, Meneghel Ampelio, Bonafè Giuseppe, Bottaretto Giuseppe. Consiglio Comunale eletto nel 1960: Sindaco: Crestani Antonio; Assessori effettivi: Baldo Armando, Gallinaro Giuseppe, Bonafè Giuseppe, Zaramella Marino; Assessori supplenti: Vendramin Vittorio, Salcenti Giovanni, Bertin Bruno; Consiglieri: Meneghel Ampelio, Sbalchiero Igino, Pola Clementre, Perini Gastone, Sturaro Agostino, Pistore William, Scarmignan Luigi, Fortin Arturo, Salvan Urbano, Arboit Mario, Rado Duilio, Lupi Guiscardo. Nel 1962 muore il Sindaco Crestani e subentra il dott. Vendramin Vittorio Consiglio Comunale eletto nel 1965: Sindaco: Salvan Urbano; Assessori effettivi: Romano Antonio, Arboit Mario, Bezzi Marino, Marino Giuseppe; Assessori supplenti: Bettin Romeo, Rado Duilio; Consiglieri: Scarparo Ernesto, Berengan Amos, Sanavio Alfio, Caonero Giuseppe, Agostini Umberto, Antico Giuseppe, Nanti Antonio, Fasolato Sergio, Lupi Guiscardo, Vendramin Vittorio, Punzo Mario, Gobbo Mario, Bertin Bruno. Dopo due anni Salvan si dimette e diventa sindaco Scarparo. Consiglio Comunale eletto nel 1970: Sindaco: Romano Antonio: Assessori effettivi: Nanti Antonio, Toralbi Gastone, Finesso Danilo, Savin Bruno; Assessori supplenti: Salmistraro Dino, Agostini Umberto; Consiglieri: Bonafè Vittorio, Berton Antonio, Caonero Giuseppe, Castellani Angelo, Giora Bruno, Creiuso Gino, Meneghel Renato, Marcomini Venerino, Vendramin Vittorio, Scarpa Luigi, Bertin Bruno, Meneghel Ampelio.
 
1965: Il Sindaco U.Salvan ad una manifestazione del gemellaggio con Moehringen. Primo a sinistra: avvocato A. Romano, futuro sindaco
 
Consiglio Comunale eletto nel 1975: Sindaco: Bertin Bruno; Assessori effettivi: Scarpa Luigi, Bertin Rino, Grava Sergio, Montin Francesco; Assessori supplenti: Bertin Silvio, Zampieri Italo; Consiglieri: Fortin Giancarlo, Beggiato Egidio, Pistore William, Borile Flavio, Cabroni Antonio, De Grandis Luigino, Sartori Liliana in Puccio, Pedrazzoli Renato, De Giovanni Vittorio, Romano Antonio, Bernardini Furio, Antonio Bozza, Bevilacqua Giovanna.
 
1998 Il glorioso vecchio Municipio di Via Maggiore
 
I fatti e gli avvenimenti che si susseguono a Battaglia Terme ed in Italia sono molti, ma il Palazzo Municipale resta sempre quello che vediamo nella foto. Quello che cambia sono i quadri, i ritratti e le foto appesi nei vari uffici.
 
DALLE STALLE ALLE STELLE E........VERSO UNA NUOVA ALBA?

Il territorio di Battaglia Terme, per parecchi decenni nel corso dei secoli, è in gran parte suddiviso fra due grandi proprietà: quella dell’Azienda del Cataio e quella del Conte Emo Capodilista. All’interno di queste campagne, tutte coltivate, sorgono le case coloniche, le fattorie, le piccole abitazioni dei contadini fittavoli o mezzadri, le stalle oltre s’intende alla ville signorili dei proprietari. Una di queste costruzioni è per tanti anni la “Fattoria Giraldin”, fra il laghetto di Lispida e la strada per Galzignano, nei pressi della ferrovia. Col passare del tempo e l’avvicendamento dei fittavoli, questa fattoria comincia a declinare per essere destinata infine al completo abbandono. Fra gli anni ‘70 e ‘80, nel programma di realizzazione dei nuclei residenziali PEEP, questo complesso di abitazione, stalla, granaio e fienile passa in proprietà al Comune. Cosa farne? Abbattere? Recuperare a stalla? Trasformare ad edificio per servizi pubblici? Nel 1980 sono eletti i nuovi Consiglieri Comunali che sono: Bertin Bruno, Grava Sergio, Bertin Rino, Montin Francesco, Fattore Remo, Finesso Mauro, Fortin Giancarlo, Cabroni Antonio, Milani Bruno, Venturin Eglis, Borile Sandra, Ferrato Gastone, Fortunati Adriano, Bodon Francesca, Pettenello Natalino, Pedrazzoli Renata, Savin Bruno, Bevilacqua Giovanna, Arboit Alessandro, Romano Antonio. E’ eletto Sindaco il sig. Bertin Bruno. Vengono nominati Assessori effettivi: Grava, Montin, Bertin Rino e Fattore; Assessori supplenti: Fortunati e Milani. Il Consiglio Comunale nella riunione del 18-11-1982 sceglie quest’ultima soluzione che comporta una spesa, valutata in un primo momento dai progettisti ing. Vettore e dott.C. Zoccarato, in £.157 milioni e 300 mila. Ma nella seduta del 3-5-84, nell’approvazione del progetto definitivo, questa cifra giunge a £.311 milioni. Il lavoro viene appaltato alla ditta Tezzon di Conselve con un aumento d’asta del 9,21% e così il nuovo quadro economico sale a £.344 milioni.
 
1980: La vecchia “Fattoria Giraldin”
 
I lavori non iniziano perché occorre reperire un ulteriore finanziamento.  Intanto si tengono le elezioni amministrative e il 2-6-1985 si insedia il nuovo Consiglio Comunale, così composto: Bertin Bruno, Savin Bruno, Baldo Umberto, Toffanin Fiorenzo, Grossi Dino, Malparte Stefania, Toffanin Antonio, Degan Fiorenzo, Milani Gianpaolo, Marchioro Giuseppe Marco, Piovan Giuseppe, Bernardini Furio, Berengan Walter, Vegro Aquilino, Curto Fulvio, Agostini Luciano, Pegoraro Enzo, Grava Sergio, Bertin Mauro, Tognon Gustavo.  E’ eletto Sindaco il sig. Savin Bruno. Sono nominati Assessori effettivi: Bernardini, Degan, Malparte, Vegro e Assessori supplenti: Toffanin Antonio e Pegoraro. Uno dei primi problemi affrontati dal nuovo Sindaco è la questione dei lavori alla fattoria Giraldin. La somma mancante viene reperita con un mutuo di £.33 milioni che è approvato nella seduta del Consiglio Comunale del 25-7-1985. Partono i lavori per la trasformazione della fattoria e ricavare quello che poi è chiamato “Centro Polifunzionale” poi intitolato a V. Bachelet, una delle numerose vittime del terrorismo politico di quel tempo. Il Centro è inaugurato il 7 giugno 1987 e funziona molto egregiamente essendo anche un luogo di ritrovo per diverse associazioni. Due ampie sale si prestano comodamente per convegni, riunioni, congressi anche per un alto numero di partecipanti.
 
1983: Progetto per la realizzazione del Centro Polifunzionale
 
Nel frattempo un gruppo di studenti dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia intraprende uno studio analitico di alcuni fabbricati storici del Comune e fra questi anche del Palazzo Municipale. Al termine dei loro studi, riferendosi al Municipio, scrivono: ”Anno Accademico 1988/89 - Il municipio di Battaglia Terme, essendo struttura di interesse storico ed architettonico, è attualmente indecoroso esteticamente ed inadatto al suo ufficio per lo stato di notevole degrado e di abbandono in cui si trova, per la precaria sicurezza che esso offre........”       A questo stato di cose si aggiungano le nuove norme di sicurezza stabilite in quegli anni; l’Amministrazione Comunale comprende che occorre intervenire. Prima di tutto bisogna reperire i fondi necessari per una ristrutturazione totale del palazzo, a cominciare dai locali a piano terra che ospitano l’officina comunale e i magazzini.
 
1989: Cerimonia della consegna della Bandiera d’Europa presso il Centro Bachelet: da sinistra il Sindaco Bruno Bertin, il Sindaco Urbano Salvan, il capo vigili, il Sindaco Bruno Savin e il Borgomastro di Moehringen Hegele
 
Si arriva al 1990 e si procede a nuove elezioni amministrative. Il giorno 10 giugno si riunisce il nuovo Consiglio Comunale così composto: Savin Bruno, Berengan Antonio, Sartori Gianangelo, Arboit Alessandro, Malparte Stefania, Grossi Dino, Bevilacqua Velia, Piovan Giuseppe, Barsottini Renato, Tognon Gustavo, Zanardi Giampaolo, Bonafè Andrea, Marchioro Giuseppe Marco, Borile Simone, Paccagnella Antonio, Berto Piergiorgio, Bertin Bruno, Carturan Mirco, Bonaldi Paolo, Grava Sergio. E’ riconfermato Sindaco il sig. Savin. Gli assessori effettivi risultano eletti: Tognon, Malparte, Bevilacqua, Marchioro; quelli supplenti sono: Bonafè e Zanardi. Dopo due anni gli assessori Marchioro e Zanardi saranno sostituiti da Borile e Berto. Il nuovo Consiglio ritiene che la sistemazione del Municipio sia opera urgente, ma non urgentissima e dedica le priorità al problema delle fognature comunali sia nel centro storico che nelle zone di espansione; alla sistemazione delle vie e delle piazze, alla ristrutturazione della biblioteca, ai lavori per il Museo della Navigazione e alla viabilità principale. Tuttavia fa preparare un progetto di massima per la ristrutturazione del Municipio e ne risulta che occorreranno circa 1 miliardo e 700 milioni di lire. Decide di accantonare nel bilancio triennale una somma (circa 300 milioni all’anno) per poter intervenire sul palazzo municipale a cominciare dal 1995 col primo stralcio del piano terra. Un nuovo Consiglio Comunale è eletto in quest’anno. La legge non consente che il Sindaco Savin possa ripresentarsi per un terzo mandato. Il 21 aprile 1995 viene eletto direttamente dai cittadini il Sindaco sig. Sergio Grava    per un periodo di 4 anni, come previsto da una nuova norma elettorale. Questi i Consiglieri Comunali: Bonaldi Paolo, Beggiato Emilio, Carturan Mirco, Bonafè Andrea, Baldin Alessandro, Zodio Ermanno, Paccagnella Claudia, Rosa Massimo, Strano Grazia, Zoccarato Carlo, Puccio Antonio, Borile Simone, Boaretto Lucia, Grossi Dino, Nanti Antonio, Berengan Antonio; mentre gli assessori sono Bonaldi, Carturan, Baldin e Zoccarato. I nuovi Consiglieri, ritenendo che non si possa più lavorare in un edificio carente dal punto di vista della sicurezza, considerato anche che l’ex assessore ai lavori pubblici Gustavo Tognon è stato denunciato per le carenze del fabbricato, decidono di dar corso ad alcuni lavori di adeguamento del Centro Polifunzionale Bachelet per poi trasferirvi gli Uffici Municipali, in via transitoria, in attesa di una sistemazione definitiva nel vecchio municipio o in un altro edificio. Intanto l’ex assessore Tognon il 6-6-1996 viene assolto dal Pretore di Monselice per aver dimostrato che tutto il possibile era stato fatto. Così nell’autunno del 1997 il Centro Polifunzionale diventa il Palazzo Municipale di Battaglia Terme. E’ un po’ decentrato rispetto alle residenze del centro storico, ma è in una zona tranquilla. Purtroppo le attività delle associazioni e culturali dovranno trovare un’altra sistemazione. Così la vecchia “Fattoria Giraldin”, nobilitata ed assurta a Centro Culturale, diventa un pubblico edificio per i servizi essenziali del Comune. Ritornerà agli splendori di un tempo?
 
XXI SECOLO - UN NUOVO COMUNE (più grande?) - UN NUOVO MUNICIPIO (più grande) -
 
Delibera_Consiglio_Comunale_1993
 

Planimetria catastale modifica dei confini Comunali 1993
 
Tutti pensano che un’Amministrazione Comunale debba curare gli interessi dei suoi cittadini che in vario modo lavorano, parlano, anche consigliano, viaggiano, studiano, votano..... Ebbene non è proprio così! Il Comune deve preoccuparsi anche di chi non è più suo cittadino; e non perché sia emigrato, ma perché è passato a miglior...vita, come si dice. La questione del cimitero comunale è sempre un problema che gli Amministratori di Battaglia Terme, in qualsiasi periodo storico, devono studiare, affrontare e risolvere. Varie volte si prendono delle decisioni provvisorie; ma prima o poi bisogna sistemare definitivamente: le aree scoperte, quelle a disposizione per calamità, quelle per le tombe di famiglia, anche quelle per i cimiteri militari, quelle per i loculi. E ogni volta, pezzetto per pezzetto, il terreno a disposizione non basta mai. E allora allarga, acquista terreno dai confinanti, costruisci loculi ed ossari. Per tanti anni si è continuato così senza accorgersi che il Cimitero di Battaglia Terme si allargava oltre i confini comunali e stava passando sotto il controllo di Pernumia. In verità questo problema si era presentato all’Ufficio Tecnico Comunale verso il 1990 quando un progetto per la costruzione di una tomba di famiglia dovette essere visto anche dal tecnico comunale di Pernumia. L’unica strada per ovviare a questo inghippo è la variazione dei confini fra i due Comuni. Fra i due Sindaci si trova un’intesa; la Regione dà il suo parere favorevole ed allora il Consiglio Comunale di Battaglia Terme, in data 9-2-1993, adotta la delibera n.7 dal seguente titolo:”L.R.24-12-1992 n.25 - Variazione delle circoscrizioni territoriali dei Comuni di Battaglia Terme e Pernumia” . Non si effettua il referendum nei due Comuni perché nell’area di modifica dei confini non vi sono residenti. (per forza) Lo stesso procedimento lo segue anche il Comune di Pernumia. Quando le due delibere consiliari giungono a Venezia, il Consiglio Regionale Veneto approva la legge n.26/93 riportata. Legge regionale 25 giugno 1993 n. 26 (BUR n. 54/1993) VARIAZIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI TERRITORIALI DEI COMUNI DI BATTAGLIA TERME E DI PERNUMIA, IN PROVINCIA DI PADOVA
Articolo 1. L'area identificata dal mappale 41 del foglio 1 sita nel Comune di Pernumia (Padova), è da questo distaccata e aggregata al Comune di Battaglia Terme (Padova), secondo la delimitazione territoriale risultante dalla pianta planimetrica e dalla relazione descrittiva dei confini, allegate alla presente legge, di cui costituiscono parte integrante. 
Articolo 2.  Alla definizione dei rapporti conseguenti la variazione territoriale disposta dall'art. 1, provvede la Provincia di Padova, ai sensi dell'art. 17 della legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 , recante "Norme in materia di variazioni provinciali e comunali".  Così Battaglia Terme torna ad espandersi, ma solo di poche centinaia di metri quadrati.
Si giunge al 1999; il Consiglio Comunale viene rinnovato. Gli elettori scelgono come nuovo Sindaco la dott. Velia Bevilacqua che comincia a lavorare con questi Consiglieri per i prossimi 5 anni: Borile Simone, Ceresoli Michele, Boaretto Lucia, Donà Daniele, Grandis Simone, Dotto Daniele, Grossi Dino, Romano Simone, Zodio Elisa, Zurma Franco, Grava Sergio, Baldin Alessandro, Zoccarato Carlo, Noventa Vladimiro, Bedin Alfredo.
 
1956: Progetto dell’arch.G.Zabai per la nuova Scuola di Avviamento
 

1968: Progetto di ampliamento dell’arch.Sattin
 
Assumono l’incarico di assessore Boaretto, Donà e Zodio; a questi si aggiungono, ed è una novità, due assessori esterni, cioè non consiglieri comunali; e sono: Momolo Massimo e Bruson Aldo. La nuova Amministrazione Comunale riprende in mano la questione della sistemazione definitiva del Municipio di Battaglia Terme. Se la superficie territoriale del Comune si era ingrandita solo di pochi medtri quadrati nel 1993, per la sede municipale invece si prevede un’espansione rispettabile ed adeguata alle moderne esigenze di funzionalità e decoro. Si è detto che il trasferimento presso il “Centro Polifunzionale Bachelet” in Via Manzoni nel 1997 era una sistemazione provvisoria. Si presenta, alla fine degli anni ‘90, la convenienza di riunire in un unico edificio la scuola elementare e la scuola media, visto che le classi si sono ridotte sensibilmente. Così l’edificio della Scuola Media resta a disposizione delle scelte dell’Amministrazione Comunale. Questo stabile era stato costruito fra il 1957 e il 1958 quale sede della Scuola di Avviamento Professionale di tipo industriale, che dal dopoguerra era ospitato presso la ex Casa del Fascio, un fabbricato non più idoneo e bisognoso di ristrutturazione. Nel settembre del 1956 l’architetto Giovanni Zabai predispone il progetto con una previsione di spesa di 50 milioni di lire. Il terreno era già stato acquisito dal Comune lungo il Viale dei Pini, come si chiamava allora Via A. Volta. Con la riforma della scuola, diventò sede della Scuola Media Unica Statale, evitando ai ragazzi di Battaglia Terme, che volevano proseguire gli studi di recarsi alla Scuola Media di Monselice. Circa un decennio dopo l’edificio scolastico fu ampliato con la costruzione della palestra e la rampa per disabili secondo un progetto dell’arch. Sattin. Questo stabile si trova ora in una fase di ristrutturazione per destinarlo a nuovo Palazzo Municipale.
 
6-12-2003: Nel salone della ex scuola media in Via A. Volta, prima della ristrutturazione, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al dott.Urbano Salvan si sono riuniti tanti amici, fra i quali alcuni che sono stati Sindaci di Battaglia Terme. Osservando la foto da sinistra a destra:la Sig.ra Salvan, il Comandante della Stazione Carabinieri Luog. Loizzi, l’ex sindaco Bruno Savin, l’ex sindaco Antonio Romano, Urbano Salvan e dietro a lui l’ex sindaco Sergio Grava, l’attuale Sindaco Velia Bevilacqua, il vice sindaco Daniele Donà, l’assessore Lucia Boaretto, il Consigliere Elisa Zodio, l’ex sindaco Bruno Bertin, il parroco don Antonio Milani, il Sindaco Bergamasco di Due Carrare e il Borgomastro di Moehringen  Michael Seiberlich.
 
Ci vorrà qualche tempo, ma abbiamo visto che i cittadini di Battaglia Terme hanno tanta buona volontà, oltre che pazienza, e certo non sono fra coloro che lasciano le cose a metà. E proprio per questo nel 2004 il Sindaco Velia Bevilacqua è riconfermato dagli elettori. I nuovi Consiglieri Comunali sono: Boaretto Lucia, Pegoraro Enzo, Borile Simone, Donà Daniele, Grossi Dino, Visin Stefano, Frazzarin Ernesto Mario, Zurma Franco, Romano Simone, Cobelli Deborah, Grandis Simone, Zodio Luisa, Carturan Mirco, Bonaldi Paolo, Zodio Ermanno, Baldin Alessandro. Assumono l’incarico di Assessori: Donà Daniele, Boaretto Lucia, Pegoraro Enzo. E’ nominato assessore esterno Bertin Placido.
 
- CONCLUSIONE –
 
Abbiamo visto che sono stati molti i cittadini battagliensi che si sono avvicendati nell’amministrazione del Comune dal 1866 ad oggi. Molte sono state le vicende del paese. Per ogni situazione sono state fatte scelte che avevano lo scopo di ricercare il bene dei cittadini, anche se da punti di vista diversi ed in situazioni storiche ed economiche varie e talvolta difficili. Il vecchio Municipio è ancora là, sulla statale n.16, che osserva i fatti nuovi che avvengono in paese e certamente, se lo osserviamo, ci potrebbe raccontare tante storie. L’ex “Centro Polifunzionale Bachelet” è anch’esso muto spettatore della nostra vita; aspetta una vita nuova. Il Municipio nuovo aspetta anche lui. Ma chi e che cosa aspetta? Aspetta che i cittadini di Battaglia Terme lo visitino, lo apprezzino e si impegnino per la sua totale ristrutturazione in modo che si presenti funzionale, efficiente, accogliente e degno della sua funzione di rappresentare un Comune moderno: Battaglia Terme.
 
P.S. Al prezioso collaboratore sig. Verna devo almeno un caffè, oltre che un grosso Grazie!.
 
 
Battaglia T. novembre 2007 Bruno Savin

Premessa
 
Nel 1814 Francesco IV Duca di Modena diventa proprietario del Catajo che sarà, fino al 1859, la residenza estiva della corte ducale e dal 1859 al 1866 residenza del Duca in esilio.
Sempre nel 1814 prende il via il congresso di Vienna che dà vita al Regno Lombardo-Veneto istituito dall'Impero austriaco il 7 aprile 1815 nelle aree riunite della Lombardia e del Veneto ricevute grazie alle decisioni del congresso.
Nasce la provincia Padova con dodici distretti e 103 comuni succedendo al dipartimento del Brenta di epoca napoleonica.
Viene istituito nuovamente, allargandolo, il distretto di Battaglia n° VII (prima istituzione nel 1718 Repubblica di Venezia) che comprende Arquà, Battaglia (San Pietro Montagnon / Montegrotto), Carrara San Giorgio, Carrara Santo Stefano, Galzignano, Pernumia. Tutto trascorre tra i trambusti dei moti carbonari e due guerre d’indipendenza, un’epoca di gran fermento per l’Italia nascente. Ecco quindi che ancora una volta la storia attraversa questo paese, correva l’anno 1859......

La Brigata Estense e il Duca di Modena al Catajo
 1859
All'alba dell'11 giugno 1859 Francesco V, senza abdicare, uscì per l'ultima volta dal portone d'onore del Palazzo Ducale per avviarsi verso il Po e Mantova, città nella quale contava di ricongiungersi con le truppe austriache in vista di un più che possibile rientro (la guerra non era ancora finita e le battaglie di San Martino e di Solferino di là da venire).
Incredibilmente pressoché la totalità del suo piccolo esercito decise di seguirlo. Circa 3700 uomini, tra Dragoni a cavallo, Cacciatori del Frignano, Artiglieri, Genieri, Fanti di linea, Truppe di Fortezza (formate da invalidi e veterani) più gli Alabardieri e la Guardia Nobile d'Onore (questi ultimi corpi più che altro di rappresentanza e di guardia del Palazzo Ducale). Le truppe guidate dal Generale Agostino Saccozzi sfilarono in ordine e perfettamente equipaggiate e raggiunsero senza incidenti Mantova.
 
  
    [Ducato di Modena prima del 1830]              [Battaglione Estense]             [Ducato di Modena dopo il 1830]
 
 
        Adelgonda di Baviera (1823 - 1914) e Francesco V d'Asburgo-Este (1819 – 1875)

Poco dopo la guerra terminò con le battaglie di San Martino e Solferino e con il successivo Armistizio di Villafranca del 12 luglio 1859.
Il piccolo esercito ducale venne ribattezzato Brigata Estense e come tale fu inquadrata operativamente nell'esercito austriaco, pur mantenendo la propria autonomia e struttura.
 
[I confini dell'impero dopo la seconda guerra d'indipendenza]
 
1860
Nei giorni 11/12 marzo 1860 vi fu il referendum per l'annessione di Modena al Regno di Sardegna.
Battaglia “Terme” Luglio 1860
Il Duca Francesco V è con la consorte Adelgonda di Baviera nel Castello del Catajo. Nella residenza si è trasferita l'intera corte in esilio. Gli Alabardieri e la Guardia Nobile stazionano all'interno e attorno all'edificio. Ai balconi sventola la bandiera del Ducato con lo stemma degli Asburgo/Este. Periodicamente il Duca si reca a visitare l'acquartieramento della sua amata Brigata Estense. Queste visite confortano Francesco V, anche perché ogni volta i suoi ufficiali gli presentano nuovi volontari, giunti rocambolescamente dai territori del suo Stato. Il Duca ricorda come l'afflusso di reclute sia curiosamente aumentato dopo il referendum farsa che i Piemontesi hanno organizzato in marzo per sancire l'annessione di Modena e Reggio. I suoi fedeli hanno evidentemente deciso di votare “con i piedi”. Intanto i simpatizzanti di Francesco V rimasti in patria mantengono una corrispondenza con il loro Sovrano in esilio. Le missive, fatte pervenire con vari sotterfugi, non sono prive di elementi di speranza per la causa legittimista. Si sottolinea come vi sia un certo scontento generale e come molti credano che l'artificiale Stato italiano non possa durare.
 
 
[Lettera della Deputazione di Battaglia con richiesta liquidazione spese alloggio degli Ufficiali Estensi 1860.]

 
[Incisioni raffiguranti il Catajo e Battaglia nel 1862]

1861
Molti giovani, sia per sfuggire alla chiamata alle armi nel nuovo esercito italiano, sia semplicemente per dimostrare fedeltà al vecchio Sovrano, sconfinavano nel Regno Lombardo-Veneto, raggiungevano Mantova e si arruolavano nella Brigata Estense. Il tutto correndo il rischio di essere catturati sul confine e di essere giudicati come traditori e/o disertori. Sono segnalati anche casi di intere famiglie (per lo più di ex funzionari del passato regime) che al completo raggiunsero Mantova. Sta di fatto che nel 1861 la Brigata Estense, dai 3700 uomini iniziali, giunse a contare ben 5000 effettivi.
1863
La Brigata Estense fu infine sciolta con una cerimonia ufficiale solo il 24 settembre 1863 a Cartigliano, nei pressi di Bassano del Grappa, allora ancora territorio austriaco. Francesco V passò in rassegna per l'ultima volta le truppe e donò a tutti i militi una medaglia di bronzo la cosiddetta “medaglia dell'emigrazione” coniata in bronzo e raffigurante da un lato la sua effige e dall'altro l'iscrizione:
"FRANCISCUS V AUSTR. ATESTINUS DUX MUTINAE"
(Francesco 5 condottiero d’ Austria e d’Este a Modena)
e sul retro la scritta
"FIDELITATIS ET CONSTANTIAE IN ADVERSIS”
(Lealtà e fermezza nelle avversità)
Nel pomeriggio della stessa giornata in Bassano, il generale Agostino Saccozzi (comandante della Brigata), molti ufficiali ed un reparto composto da granatieri del 1° e 2° Battaglione di linea si recarono nella casa dove alloggiavano Francesco V e la Duchessa Adelgonda per consegnare nelle mani del sovrano le bandiere del ducato. Questo fu l'ultimo atto ufficiale dell'esercito del Ducato di Modena.
Nei giorni seguenti si svolsero le incombenze burocratiche relative al trasferimento presso il reparto di destinazione dei militari integrati nell'Armata Imperiale asburgica ed al rimpatrio dei congedati, la vendita dei cavalli e di altro materiale e la consegna delle armi negli arsenali austriaci.
All'atto dello scioglimento, dei 2.722 effettivi ancora arruolati, ben 1.111 (156 ufficiali e 955 militari di truppa) chiesero e ottennero di entrare a far parte dell’Imperial Regia Armata. Un atto di opposizione al nascente stato italiano unitario che verrà a lungo dimenticato.
Lo scioglimento della Brigata, voluto all'Austria, ebbe due motivazioni. Da una parte l'aspetto finanziario; l'Austria non era più disposta ad accollarsi il mantenimento di questa struttura (il Duca, che pure nel 1859 era riuscito a portare via da Modena la “cassa dello Stato”, aveva evidentemente finito le risorse a disposizione). Dall'altro quello politico; fin dal 1861 nel Parlamento di Vienna si faceva notare come fosse motivo di imbarazzo e foriero di continue e inutili tensioni il mantenimento di un corpo militare appartenente al territorio di un altro Stato (l'Italia) con il quale in quel momento si era in pace.
 
Estate 1866 La III Guerra d’Indipendenza
La terza guerra d'indipendenza si svolge nel 1866 (20 giugno 1866 al 12 agosto 1866) e vede l'Italia allearsi con la Prussia nel conflitto contro l'Austria. Con la proclamazione dell'unità, il 17 marzo 1861, nasce lo stato italiano. Vittorio Emanuele II, infatti, diventa il re degli stati italiani che fino a quel momento erano stati dominati da altre monarchie. Il Veneto e Roma, tuttavia, restano esclusi dall'unificazione a causa della presenza dell'Austria nel nord Italia e di quella papale sui territori romani. La Prussia, stato tedesco, essendo a conoscenza della presenza austriaca in Veneto, cerca nel governo italiano un alleato contro l'Austria: quest'ultima, infatti, rappresenta per entrambi i paesi un ostacolo alla completa unificazione.
Il problema del Veneto venne risolto seguendo il suggerimento di Cavour, ovvero mediante l'alleanza con la Prussia. Guglielmo I, re di Prussia, continuando il programma del suo antenato Federico il Grande, era intenzionato a togliere in breve tempo all'Austria l'egemonia in Germania, allo scopo di sostituirvi quella della Prussia.L’annessione al Regno d’Italia del Veneto e della provincia di Mantova avvenne definitivamente dopo il plebiscito del 21-22 Ottobre 1866.
 
 [I confini dell'impero dopo l'annessione del Veneto e della provincia di Mantova al Regno d'Italia]

Tratto da: I “Mille” (e più) del Duca - Franco Maria Boschetto-Foto Wikipedia

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