Comune di Lusia

Studenti della Secondaria a Marzabotto

Pubblicata il 29/05/2018

Andare direttamente nei luoghi, per vedere, parlare con le persone, ascoltare le testimonianze. E’ quello che hanno fatto gli studenti della classe terza della Scuola Secondaria di Lusia, lunedì mattina che guidati dai docenti Paolo Scorzoni e Fabrizia Merlo si sono recati a Marzabotto e a Pioppe di Salvaro, in provincia di Bologna. Luoghi che sono stati scenario di sanguinosi e crudeli eccidi avvenuti durante la seconda guerra mondiale. Con loro anche il dott. Luciano Conti superstite dell’eccidio di Marzabotto, che da tanti anni vive a Lendinara e l’Assessore all’Istruzione del Comune di Lusia, Lorella Battistella.

Una volta arrivati, gli studenti, hanno incontrato Gian Luca Luccarini che li ha accompagnati a visitare il Sacrario di Marzabotto dove sono stati raccolti i corpi di 778 vittime civili, di cui 336 donne oltre 200 bambini. All'interno del Sacrario si trovano anche i corpi di circa 400 militari. All’esterno della stessa struttura c’è una grande lapide con le foto delle vittime, non di tutte però, perchè come ha spiegato il sig. Luccarini, di tante persone non c’era la foto (a quel tempo non era frequente farsi delle foto) e pertanto al posto della foto mancante è stata posta l’immagine di un angioletto.

A Pioppe di Salvagno hanno poi incontrato un’altra testimone, la professoressa Anna Rosa Nannetti, autrice di tre libri sull’eccidio di Marzabotto o strage di Monte Sole, che riporta molte testimonianze da parte dei sopravvissuti. «Nella chiesetta di Pioppe, furono radunati i giovani uomini che erano in grado di lavorare nei campi e furono deportati in Germania».

La Nannetti ha poi accompagnato i ragazzi al luogo conosciuto come “la botte”, una vasca piena di acqua dove vennero fucilati 48 civili. Solo tre di loro si salvarono, e rimasero sotto i corpi delle altre persone decedute. In questi luoghi avvennero numerosi eccidi, da parte delle SS. tedesche dopo l’armistizio del 1944 in particolare tra il 29 settembre e il 18 ottobre. In totale i morti sono stati 1830 (ma secondo altri dati non ufficiali sarebbero stati oltre tremila) e quello che impressiona è il livello di crudeltà, di ferocia che dimostrarono questi soldati, agli ordini del loro comandante, Walter Reder, condannato per crimini di guerra. Al termine della visita i ragazzi si sono fermati con i testimoni per riflettere su quanto accaduto: «Vedere i luoghi di persona è diverso che studiare suoi libri quanto accaduto perchè c’è un vero e proprio coinvolgimento emotivo, sentimentale», hanno affermato gli studenti.


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