Comune di Lusia

Il Comune di Lusia a sostegno della Lilt e di Bandiera Gialla

Pubblicata il 25/07/2019

LUSIA (Rovigo) - Uno degli effetti collaterali più spiacevoli di alcune terapie oncologiche è la perdita dei capelli, tanto che ci sono anche persone che decidono di non sottoporsi alle cure più efficaci per non incorrere in questo evidente disagio.
Esiste da molti anni all’estero e oggi viene utilizzato già in molti ospedali italiani, un apparecchio dimostratisi efficace in sei casi su dieci per combattere l’alopecia da farmaco chemioterapico e che si sta cercando di introdurre anche all’ospedale di Rovigo. Grazie all’impegno e all’iniziativa dell’associazione Lilt – Sezione Rovigo, e alla sua presidente, Maria Iside Bruschi, è iniziata per l‘acquisto del suddetto macchinario, una vera e propria gara di solidarietà con donazioni volontarie da parte di singoli e famiglie, da enti diversi, da comitati fiere paesane e, anche dalla Fondazione Cariparo con un importante recente contributo pari a 15.000 euro.

Anche molte associazioni di volontariato stanno appoggiando l’iniziativa, tra tutte la Associazione Bandiera Gialla che organizza a tale proposito eventi e raccolte fondi. Il Comune di Lusia, venuto a conoscenza del progetto di raccolta fondi proprio grazie a Davide Rossi e all’associazione Bandiera Gialla ha voluto dare il proprio sostegno concreto con un contributo di 2.500 euro. Ad annunciarlo sono l’assessore alle Politiche sociali e alla Famiglia, Lorella Battistella e la consigliera con delega alle Pari opportunità, Elena Bido, che hanno ospitato nei giorni scorsi, il Direttore della Unità operativa complessa di oncologia di Rovigo, Cristina Oliani, la Presidente della Lilt di Rovigo, Maria Iside Bruschi e l’instancabile Davide Sergio Rossi dell’associazione Bandiera Gialla.
«L’importo finale da raggiungere è di circa 46mila euro - spiega Maria Iside Bruschi - per permettere l’acquisto di questa apparecchiatura che consentirà alle persone che saranno identificate dal medico oncologo, di usufruirne durante le sedute di chemioterapia. Fino ad ora abbiamo raccolto circa 30mila euro. Prima raggiungiamo l’obiettivo e prima tante persone potranno usufruire di questo aiuto per diminuire e/o contrastare la perdita di capelli».

«Da 35 anni lavoro nel campo delle cure oncologiche - afferma Oliani - e quello che mi stimola ogni giorno ad impegnarmi con entusiasmo è il fatto che sono stati compiuti incredibili progressi nella cura dei tumori. Il Veneto è una Regione che investe moltissimo per la cura dei tumori, grazie specialmente alla rete oncologica nata dieci anni fa. Noi specialisti abbiamo bisogno di lavorare in squadra e a questo proposito ci confrontiamo quotidianamente. A Rovigo ci sono tanti bravi specialisti e per noi di fondamentale importanza sono anche gli infermieri, gli psicologi, i farmacisti e naturalmente i volontari come la Lilt”. “Il macchinario che si vuole acquistare – ha spiegato l’oncologa – consiste in una cuffia che ha la funzione di raffreddare i vasi sanguigni durante il trattamento chemioterapico. Esiste da molti anni, in Inghilterra, lo vedevo già 30 anni fa, ma in Italia lo abbiamo adottato da poco tempo perché prima si pensava potesse avere degli effetti collaterali e che diminuisse l’efficacia del farmaco somministrato.Oggi abbiamo degli studi scientifici che invece ci confermano la sua affidabilità. Il “tumore” - continua la Oliani - è oggi una patologia sicuramente molto diffusa ma per fortuna anche affrontabile e curabile, grazie a nuovi farmaci, nuove tecnologie e, ora, con la terapia molecolare. Importante è anche aderire ai programmi di screening offerti dalla Regione Veneto (colon retto, mammografico e tipizzazione dell’Hpv) - cui la nostra popolazione aderisce in percentuale di partecipazione superiore al 60% (dati forniti da dipartimento di prevenzione Aulss 5 Polesana) - e lavorare non solo per la sopravvivenza ma per la qualità di vita dei pazienti e delle famiglie colpite».

«Abbiamo deciso di sostenere il progetto - dice l’assessore Battistella - perché ci dà l’opportunità di dare il nostro contributo a questa battaglia che coinvolge anche numerosi nostri cittadini, ci permette di partecipare alla sensibilizzazione al problema e, infine, ci fa sperare di essere sprone ed esempio magari per qualche altra amministrazione comunale che potrebbe aggiungersi a questa catena di solidarietà per arrivare quanto prima alla possibilità di offrire il trattamento ai malati».


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