Osservatorio culturale, sociale ed educativo

9 Settembre 2015 - Sona

Oggetto – Nasce l’Osservatorio Culturale, Sociale ed Educativo. Uno strumento per gestire i fenomeni che scuotono le nostre comunità. Assieme.

Questa la lettera che l'Assessore alla Cultura Gianmichele bianco ha inviato alle redazioni delle testate "Il Baco da Seta" e "L'Arena".

Spett.le Redazione,
nei giorni corsi la Comunità di Lugagnano è stata molto scossa a livello sociale: il grave danneggiamento di un parco giochi comunale da parte di alcuni ragazzi. Sull’argomento si è scritto e commentato molto e, come Istituzione, fin dall’inizio abbiamo prestato un’attenzione molto profonda. Lo stesso Sindaco si è mosso interessando i Carabinieri, cercando con loro una strada alternativa alla denuncia, incontrando una famiglia coinvolta. Cosa stava accadendo e perché non sono emerse azioni e pratiche condivise da mettere in atto come Istituzioni e come Comunità? Serve delineare in modo rapido e netto quale sarà il nostro modo di agire in futuro, avendo ben chiaro che il coinvolgimento di minori e delle loro famiglie rappresenta un elemento di delicatezza da considerare al massimo livello, e su cui occorre prestare la massima attenzione.  Quelle “scosse” sociali che sono accadute a Lugagnano, ma che sono naturalmente presenti a diversi gradi in tutte le società, fanno emergere spontaneamente alcune domande: la nostra Comunità, con la “C” maiuscola, è in grado di reagire? E come? L’Istituzione rappresentata dal Comune ha precisi doveri, ma sconta anche un lunghissimo periodo di anni di silenzio ed impreparazione su questi argomenti. Se prendiamo in considerazione quelle “scosse”, a Sona non esiste alcun organismo che possa aiutare la Comunità a comprendere e reagire correttamente in modo coordinato. Da tempo, come Amministrazione, ci stiamo interrogando a partire dal ri-costruire solide basi di collaborazione con gli attori culturali-sociali-educativi presenti nella società. Le istituzioni scolastiche, le parrocchie, le associazioni, i gruppi, i giovani, le famiglie, i mass-media. E’ un lavoro lungo che stiamo conducendo. Ma corriamo il rischio di non arrivare alla meta per tempo. Dobbiamo accelerare e capire quali sono subito i bisogni della società su fatti come questo. Non quelli filosofici o di principio, che tutti siamo capaci di raccontare e raccontarci, ma quelli reali, veri, dai quali far scaturire azioni immediatamente. Di tempo non ce n’è dopo tutti gli anni perduti. Su quanto è accaduto a Lugagnano si deve, quindi, riflettere in fretta, prendendolo come esempio di partenza. Ma come fare per raccogliere elementi in modo rapido così da ipotizzare una strada sensata e realistica da percorrere?
Sulla vicenda, Internet si stava già scatenando e così, d’accordo con il Sindaco, anche noi abbiamo voluto far parte del dibattito, alzando i toni: lo abbiamo fatto appositamente per verificare le reazioni, scuotendo la Comunità per capire cosa ne nasceva e quali soluzioni si sarebbero ipotizzate. Tutto questo a costo di essere fraintesi. Anche questo è in parte avvenuto, ma faceva parte del rischio. Non potevamo, però, svelare subito le nostre intenzioni: non avremmo capito la reale reazione della Comunità e avremmo perso ancora tempo. Nel mentre, come anticipato, il Sindaco si è mosso interessando i Carabinieri, cercando con loro una strada alternativa alla denuncia, incontrando una famiglia coinvolta. 
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