L'istituzione del comune moderno

 

1. Comunità separateimmagine
Durante il dominio veneto Baone, Calaone e Valle San Giorgio non ebbero tra loro alcun legame di tipo amministrativo. Furono entità separate e rientravano nel novero dei circa 300 Comuni del territorio padovano, la cui vita amministrativa si svolgeva secondo le regole che lo storico padovano del secolo XVII Sertorio Orsato così illustra: "Ognuno de' Communi fa la sua ridduzione che Vicinia la nominano, e ha il suo capo, che Degano, o Meriga, lo dicono, a cui, per il tempo usitato nella sua Comunanza, incombe non solo l'assistere alle cose tutte alla giornata in essa occorrenti, ma è tenuto rapresentarla, e rispondere per essa dovunque fa di mestier".
Alle tre parrocchie di S. Lorenzo, S. Giustina e S. Giorgio corrispondevano quattro comuni in quanto Val di Sotto o Valle di Donna Daria e Val di Sopra o Valle dell'Abate, che soltanto nell'Ottocento si sarebbe cominciato a designare con il nome di Valle San Giorgio, costituivano due distinti comuni, tra i quali peraltro esistevano interessi economici convergenti e dunque più di una ragione per stringere rapporti di collaborazione. 
immagineSi è già visto in un capitolo precedente che, quando si trattava di concordare le tariffe per il trasporto dell'uva a Venezia, i due comuni si univano e tenevano insieme la vicinia nei pressi della chiesa di S. Giorgio.
Tuttavia, se si eccettua la collaborazione tra Val di Sotto e Val di Sopra, si può affermare che i rapporti tra le diverse comunità furono pressoché inesistenti. Pur vivendo in un territorio relativamente omogeneo, ciascuna di esse dovette misurarsi con problemi specifici e questo portò alla definizione di identità storicamente diverse.
La storia di Baone è quella di una comunità che entra in conflitto con il potere di una nobile famiglia padovana, la storia di Calaone è quella di una comunità che si confronta e si scontra con gli appetiti e il peso politico ed economico di una città, o meglio di una quasi città, quale è Este. Quella di Valle appare condizionata dalla debolezza prodotta dalla divisione in due nuclei, una debolezza che nella seconda metà del ‘600 fece temere agli abitanti che perfino il loro antico centro religioso venisse messo in discussione.immagine
A dividere le sorti delle varie comunità concorse ovviamente la situazione geografica: Baone e soprattutto Val di Sopra e Val di Sotto sono più interne all'area collinare e gravitano su Arquà, nella cui vicaria, non a caso, furono incluse dai veneziani, Calaone invece è attratta da Este e la forza di attrazione è stata tale da sfociare nell'unione del 1525. 
Per quanto concerne la demografia, le dimensioni delle diverse comunità non erano omogenee. L'ultima rilevazione effettuata in età veneziana (1789) confermò il primato di Baone con 810 abitanti, a cui seguivano Calaone con 683 e Valle con 573. Omogenea era invece la condizione economica e sociale della popolazione. Ad attestarlo sono i dati del citato censimento, che, in omaggio ad una Terminazione del 1734, ai fini dell'imposta della macina suddivise la popolazione in tre classi, inserendo nella prima classe "o sia benestanti" coloro che si cibavano di frumento, nella seconda "o dei mediocri" quelli che si nutrivano di misto (frumento e mais) e infine della terza "o sia infimi" quelli che mangiavano solo mais.
Ebbene, in tutte e tre le comunità gli abitanti che si nutrivano di polenta rappresentavano più dell'85% della popolazione, arrivando al 92% a Calaone. Le dita delle mani quasi bastavano per contare i benestanti: 5 a Calaone, 11 a Valle, 13 a Baone, ma di questi 13 ben 9 erano membri di una sola famiglia, quella De Anna, a cui si aggiungeva il parroco.


immagineValle si segnalava per un particolarmente elevato numero di questuanti, ben 40, un dato questo che potrebbe essere letto come indicatore di una condizione particolarmente difficile.

 

2. Aggregazioni e disgregazioni
Fu nell'età napoleonica, segnata dai disastri che inevitabilmente si accompagnano alle guerre ma anche da uno straordinario fervore di innovazioni in campo amministrativo, che si fecero i primi passi che portarono alla concentrazione dei diversi comuni in un unico organismo amministrativo. I criteri che, in questo come in altri casi, guidarono gli artefici della compartimentazione ammininistrativa non sono sempre decifrabili. Poiché nell'arco di pochi anni l'ambito territoriale subì mutamenti anche rilevanti, di cui non si individuano persuasive motivazioni, si ha l'impressione che, oltre al dato geografico, a quello demografico e a quello censuario, abbia avuto un suo peso anche un fattore di casualità. 
Il primo atto del complicato processo che portò alla nascita del moderno comune di Baone fu costituito dall'Organizzazione provvisoria del Dipartimento del Brenta stabilita con decreto prefettizio del 25 marzo 1807, che divise il Dipartimento in distretti, cantoni e comuni. Nel cantone di Monselice appartenente al Distretto di Este fu inserito il Comune di Baone, costituito da Baon con Granze di Montebuso, Montebuso, Granzette di Schiavonia, Motta di Marendole, Vo' de' Buffi parte, Moleradieme parte, Val di Sopra e Val di Sotto. La sua popolazione ammontava a 2205 abitanti. Calaone restò aggregato a Este: il patto di unione del 1525 dunque non fu toccato. 
Tre anni dopo, però, tutto fu rimesso in discussione. Il neonato comune venne completamente cancellato. Con decreto del 28 settembre 1810 il Comune di Este, che già includeva Calaone (abitanti 755), assorbì anche i 914 abitanti di Baone, Granze di Montebuso e Montebuso, arrivando a contare complessivamente 9716 abitanti. Valle di Sopra e Valle di Sotto furono aggregate ad Arquà.
Con l'arrivo degli Austriaci e la costituzione del Regno Lombardo Veneto la situazione ereditata dal Regno d'Italia restò in un primo tempo immutata. Infatti la Sovrana Patente del 15 aprile 1815 assegnò ancora al Comune di Este tutto il territorio del versante più meridionale dei colli: Baon di Sopra in piano, Baon di Sopra in monte, Baon di Sotto, Calaone, Casette, Granze di Montebuso, Montebuso, Riva d'Olmo, Terra alba.
Ad Arquà, che faceva parte del Distretto di Battaglia, restarono accorpate Val di Sopra in piano, Val di Sopra in monte, Val di Sotto Madonna Daria in piano, Val di Sotto Madonna Daria in monte. 
Radicali mutamenti furono introdotti dal Compartimento territoriale delle Provincie dipendenti dal Governo Veneto pubblicato con la Notificazione del Governo del 4 aprile 1816. L'ambito territoriale di Este fu drasticamente ridimensionato e dal suo ridimensionamento nacquero due comuni. Fu ricostituito il Comune di Baone con il nome di Baon di sopra in piano che aggregò Baon di sopra in monte, Baon di sotto, Terralba, Montebuso e Granze di Montebuso. Ma il fatto nuovo fu rappresentato dalla nascita del Comune di Calaone, che incorporò Rivadolmo. I calaonati videro realizzarsi così il sogno che avevano coltivato per quasi tre secoli: rompere la soffocante unione con Este. Valle nelle sue varie e sofisticate articolazioni restò aggregato ad Arquà.
Ma le tormentate vicende della compartimentazione amministrativa non erano ancora finite. A tracciare quelli che divennero i confini definitivi, almeno fino ad oggi, del Comune di Baone, arrivò la Sovrana Risoluzione dell'8 febbraio 1818, pubblicata l'8 luglio dello stesso anno.
Nacque il Comune di Baon di sopra in piano, che ebbe le seguenti frazioni aggregate: Baon di sopra in monte, Baon di sotto, Terralba, Monte buso, Granze di Montebuso, Val di Sopra in piano, Val di Sotto in monte, Val di Sopra Madonna Daria in piano, Val di Sotto Madonna Daria in monte, Calaone, Rivadolmo. Nel 1821 il Comune di Baon di sopra in piano contava 2454 abitanti. Dopo di allora, se si eccettua la denominazione, che si semplificò in Baone, cambiò poco o nulla.

3. La riconquista della Val Calaona 
Per Calaone l'autonomia comunale era dunque durata solo la spazio di un mattino. Ma, per quanto irrazionale sotto molti punti di vista, l'aggregazione a Baone dovette apparire ai calaonati come la soluzione meno dolorosa, soprattutto perché offriva l'occasione per riaprire una spinosa questione che continuava a covare sotto la cenere: quella relativa alla proprietà dei beni della Val Calaona.
Una volta riconquistata, per una inattesa decisione calata dall'alto, l'autonomia da Este, gli abitanti di Calaone si illusero di vedersi restituire i beni della Val Calaona che possedevano prima dell'unione del 1525. Il Comune di Este, però, non fu neppure sfiorato da quell'idea, anzi era intenzionato ad opporre un'ostinata resistenza alle richieste dei calaonati. Dopo aver pazientato alcuni anni con la speranza di una soluzione pacifica, nel 1826 la comunità di Calaone si rivolse al Commissario Distrettuale per riottenere i suoi antichi beni. Il 17 luglio 1828 la Delegazione Provinciale si pronunciò a favore di Calaone, ma il governo, a cui si appellò immediatamente il Comune di Este, dichiarò incompetente la decisione delegatizia e rinviò le due parti ai Tribunali civili. 
Nel 1838, dopo un inutile tentativo di accomodamento, preso atto che le due parti erano irremovibili nelle loro posizioni, la Delegazione Provinciale autorizzò Calaone "ad intraprendere la lite" ed Este "a difendersi dalla medesima". Alla Pretura di Este il Comune di Baone, che agiva per l'interesse della sezione o frazione di Calaone, avanzò nel febbraio 1840 due richieste:
1) che il Comune di Este fosse tenuto a rilasciare a Calaone i "fondi detti Val Calaona [...] per pertiche censuarie 687,44 pari a campi 177,3". 
2) che il medesimo Comune fosse tenuto a rifondere a Calaone "li frutti di detti fondi dal l'anno 1819 in cui fu attivato il nuovo Compartimento Territoriale fino a tutto 1838". 
Il ragionamento sviluppato nella petizione era lineare: se per effetto di una disposizione sovrana Calaone era stato staccato dall'associazione con Este, ne conseguiva che dovevano restituirsi a Calaone i beni posseduti prima di quell'associazione. Insomma "tolta la causa - sostenevano i calaonati - doveva necessariamente cessare l'effetto.
L'avvocato del Comune di Este, esaminate le carte, si premurò di avvertire gli amministratori che le possibilità di vincere la causa erano assai scarse. Alle richieste di Baone - argomentò - si sarebbe potuto opporre il patto di unione del 1525, soltanto se il distacco di Calaone fosse stato volontario. Invece era dipeso da volontà sovrana e dunque era perfettamente conforme alla legge che, sciolta l'unione, i beni ritornassero a chi li aveva dati col fine che l'unione durasse. Probabilmente, asseriva l'avvocato, si sarebbero potuti trattenere i beni fino al pagamento delle migliorie attuate dalla comunità atestina durante l'età veneziana. Ma come era possibile provare che nel 1525 i beni fossero "pretta valle"? Con quali criteri si doveva confrontare lo stato dei beni di adesso con quello di allora? Insomma non c'era da star allegri: la causa non era "la più facile, mentre anzi - scriveva l'avvocato - era difficilissima". Sarebbe stato più opportuno agire "per ottenere che Calaone fosse riunito a Este" dimostrando alle autorità "l'inconvenienza" di averlo staccato da Este per unirlo a Baone.
Il legale del Comune di Este non si sbagliava. È vero che dalla Pretura di Este la causa fu giudicata a favore di Este con Sentenza 20 marzo 1846, ma quel giudizio fu subito riformato dalla Sentenza 15 settembre 1846 del Tribunale Appellatorio di Venezia e da quella 5 agosto 1847 del Tribunale residente in Verona, che condannarono la città di Este a rilasciare i fondi e a rifondere i redditi dal 1826.
Gli strascichi della vicenda giudiziaria si protrassero fino al 1850, quando si addivenne alla transazione per la definizione delle pendenze tra Este e Calaone. In febbraio entrambi i consigli comunali approvarono una convenzione che stabiliva che Este si riconosceva debitore dei "frutti" dal 1826 al 1847 per lire 33.823,86 e cedeva a Calaone il ponte di Rivadolmo unitamente al diritto di pedaggio.

4. Suppliche all'Imperatore
Este non si rassegnò a quella sentenza che aveva comportato una cospicua mutilazione del suo territorio comunale. Nel 1862, in occasione della venuta in città dell'imperatore Francesco Giuseppe, presentò una supplica per ottenere la "disgregazione ed unione ad Este della villa di Calaone". Ecco il testo integrale del documento:
"Sacra Maestà
Cogliendo la fausta occasione della presenza quivi della Augustissima Maestà Vostra Imperiale e Reale La Rappresentanza Civica di Este nell'atto in cui fervidissimi le umilia i sensi della fedele suddita sua devozione, si lusinga non incontrare censura se, come fa, si permette deponere direttamente nelle Sacre di Lei mani la presente ossequiosissima supplica diretta ad impetrare provvedimenti e favore in argomento come in appresso.
La Villa di Calaone e per la immediata aderenza al Centro della città di Este e per solenni antiche convenzioni faceva da secoli di Este stessa parte integrante, quando in effetto della Legge organica 4 Aprile 1816 ne fu stralciata e costituita da prima quale Comune denominativa ed isolata aggregata nel seguito siccome Frazione al Comune di Bavone, di quel Comune da cui è separata da una catena di monti e per communicare col quale non vi esisteva e non vi esiste alcuna siasi praticabile via ed il territorio di Este occorre prima percorrere. 
Evidente, evidentissimo fu l'errore corso con quel Compartimento Territoriale, il medesimo errore per cui era stata aggregata a Vighizzolo la Frazione di Piagnola faciente parte del Comune di Carceri e che giace in località tutta affatto opposta, in confine col Comune di Ospedaletto; ma da Este non reclamata in origine, come da Carceri fu fatto, detto errore sussiste quivi tuttora, nonostante le ripetute pratiche posteriormente esaurite. 
Voglia la Sacra Maestà Vostra Imperiale e Reale ordinare che l'affare venga riassunto in equo coscienzioso esame e la Villa di Calaone sarà senz'altro ad Este riunita. 
Così allora restituita nei primitivi suoi limiti ed accresciuta di popolazione e di territorio, la città di Este, di cui l'origine rimonta a remotissimi tempi, già Colonia di Roma e come tale ammessa a tutte le prerogative di quella dominante, indi culla di Principi cui diede il nome e da cui discesero parecchie tra le regnanti case di Europa, distinta con speziali privilegi sotto il Veneto Regime, potrà forse non essere ritenuta indegna di venire innalzata al rango di Regia Città, onore accordato anche a Bassano, cui in nulla è al disotto quanto all'odierna sua posizione e va di gran lunga al di sopra pegli antichi suoi titoli. 
È questo un voto che, altre volte deposto a piedi del Trono, la Città di Este confida di vedere realizzato, mercé la Benignità Vostra, Sire Augustissimo cui innalza i più sentiti ringraziamenti. Grazie. 
Il Podestà
G. Ventura".
L'implorazione non fu del tutto inutile. Il 16 maggio 1862 infatti la Congregazione Provinciale, "in seguito alle Superiori ingiunzioni", invitava a pronunciarsi sulla questione i Consigli comunale di Este e di Baone. Ovviamente i due organi amministrativi si esprimevano in modo di verso: Este in favore dell'"annessione" di Calaone, Baone nel senso opposto. 
Este però non intendeva demordere. Tre anni dopo tornò a sollevare la questione con un'altra supplica all'imperatore, costruita sulla falsariga di quella del 1862. Il documento si preoccupava di sminuire il valore dell'atteggiamento negativo del Comune di Baone: "È cosa naturale che rispondeva adesivo l'appello del Comune di Este e negativo quello di Baone, comecché perderebbe elemento di produttività. Ma una tale negativa emergenza non può infirmare la giustizia dell'argomento, il quale trova d'altronde appoggio anche nella Sovrana Risoluzione 6 Aprile 1835, accennata nel Governativo Dispaccio 7 Maggio d. a. N. 14618-1545, che determina i criterii per la concentrazione dei Comuni e per la migliore configurazione dei territori comunali". 
Si trattava "di riparare - sostennero gli amministratori estensi - ad un manifesto e patente errore corso al momento di compartire nel 1816 queste Venete Provincie". Pertanto, "a fronte del negativo appello del Comune di Baone", si auspicava "che quandocchesia la Sovrana Parola si pronunci nel senso suaccennato, togliente cioè l'errore che ben di leggieri si ravvisa". 
Neppure questa seconda richiesta fu accolta, ma la memoria della mutilazione continuò e restare viva e a bruciare, tanto che più di mezzo secolo dopo, in una situazione radicalmente mutata, Este avrebbe tentato nuovamente di riprendersi il piccolo villaggio euganeo che aveva tenuto sotto le sue ali per quasi tre secoli.

Note:
I dati sulla popolazione nel secolo XVIII sono desunti da ASP, Censimenti e Anagrafi, b. 39. Si veda anche C. Temporin, Movimento demografico a Baone nel XVIH secolo, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, anno acc. 1990-91.
I dati sui Comuni del Padovano sono ricavati da Descrizione geografica, storica e fisica della città di Padova e sua provincia, Padova 1790; la citazione di Orsato è tratta da Historia di Padova, Padova 1678, p. 112. 
Per le varie fasi della compartimentazione in età napoleonica si vedano: Organizzazione provvisoria del Dipartimento della Brenta (Determi nazione del Prefetto del Dipartimento 25.3.1807), e Decreto 28.9.1810, entrambi i documenti sono reperibili presso BCP (BP 1945 LX e BP 1945 LXI). Per l'età austriaca: Compartimento territoriale delle Provincie dipendenti dal Governo Veneto, Venezia 1815; Compartimento territoriale delle Provincie dipendenti dal Governo Veneto pubblicato colla Notificazione del Governo medesimo 4 aprile 1816, Venezia s.d. (è inserito in Raccolta delle Sovrane Patenti e de' regolamenti relativi all'attivazione del sistema amministrativo nelle Provincia, Distretti e Comuni dipendenti dal Governo di Venezia, Venezia s.d.); Compartimento territoriale delle Provincie Venete approvato definitivamente da Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica con sovrana risoluzione 8 febbraio 1818 N. 17497/1883 e pubblicato dall'Imperial Regio Governo Generale con notificazione 8 luglio 1818, Venezia 1818; Compartimento territoriale delle Provincia Venete, Venezia 1846
La documentazione sulla causa intentata dal Comune di Baone per il rilascio dei beni della Val Calaona è conservata presso ACE, b. 3, Calaone. Questione amministrazione. Nella stessa busta si trovano copie delle suppliche del Comune di Este del 1862 e del 1865. Altri documenti utilizzati sono raccolti nel Fascicolo costituente parte documentale e integrativa della relazione della Commissione di studio sulla Val Calaona (Atto del consiglio comunale di Baone n. 60 del 29/10/1992).
torna all'inizio del contenuto