Arte e Cultura

Chiesa Parrocchiale

La chiesa parrocchiale è stata inaugurata nel 1926 dopo due anni di lavoro ed è dedicata a S. Maria Assunta che rappresenta la patrona del paese. Nel 1927 è stato completato anche il campanile alto 34 metri. Sono costruiti con sassi di granito bianco estratti in località Futa e successivamente lavorati a mano. La chiesa è molto semplice nello stile e si avvicina a quello romanico. All'interno ha tra navate separate l'una dall'altra da una fila di colonne circolari, tutte in pietra bocciardate a mano. Gli altari sono tre: quelli ai lati sono ornati l'uno con la statua della Madonna Assunta e l'altro con quella del Sacro Cuore. Molto bello è il soffitto a cassettoni in legno dipinto a grandi quadri rossi e blu, disporti a scacchiera e separati l'uno dall'altro di cornici in rilievo.

All'interno ci sono DUE OPERE D'ARTE IMPORTANTI:

  • Un crocifisso in legno l'ulivo scolpito da un autore ignoto. Il battistero realizzato in legno da scultori della Val Gardena.
  • La Pala è l'unica tela della Parrocchia ed è un'opera di pregio. E' sopravvissuta alla distruzione della grande guerra ed è stata dipinta da Francesco da Ponte il Vecchio nel 1519.

La chiesetta di San Francesco è stata edificata nel 1926 a circa 500 metri più a nord di quella precedente distrutta dalla 1^ Guerra Mondiale.

La chiesa di S. Rocco è stata eretta nel 1870 bombardata dalla Guerra fu poi ricostruita. Il campanile era stato danneggiato sono in parte per cui fu solo riparato.

La Chiesa di S. Antonio è stata edificata subito dopo la seconda guerra mondiale. Ai lavori hanno partecipato tutti i parrocchiani, mentre gli emigranti hanno contribuito con il denaro. L'edificio ristrutturato alcuni anni fa sempre per opere dei paesani comprende oltre alla chiesa una sala per il teatro e diverse stanze con relativa cucina per ospitare delle persone. Di particolare ci sono dei dipinti intorno all'altare e sui vetri delle finestre della cappella.

Monumento ai caduti

E'stato costruito nel 1926 sopra una collinetta in contrada Pubel. Ha sostituito la Chiesetta del Rosario che esisteva prima della Grande Guerra poco lontano dal Monumento all'Alpino.

Sul viale che porta al monumento ci sono degli alberi che portano sul tronco delle targhette con il nome di soldati di Foza morti durante la 1^ Guerra Mondiale. Sono state aggiunte poi sul muro esterno altre targhette con il nome dei soldati morti durante la seconda guerra mondiale. Davanti al monumento al lato sinistro sono state poste anche due grosse pietre uno con incisi i nomi dei sette partigiani trucidati a San Francesco nel 1945 e l'altra per ricordare la Brigata Sassari che diede un grande contributo di sangue durante la 1^ Guerra mondiale proprio sulle nostre montagne.

Il monumento agli alpini

L'"Alpino" è formato da tutte schegge di ferro e si trova all'imbocco del viale che porta al Monumento ai Caduti. E'stato costruito nel 1974 con progetto del professor Zordan con la collaborazione degli Alpini di Foza che presentano da alcuni anni un gruppo assai numeroso. E' un'associazione sempre attiva durante le manifestazioni del paese in particolare per la festa dell'Assunta. Il 13-14 maggio c'è stata la sfilata nazionale ad Asiago e per l'occasione anche Foza ha visto molte "penne nere" in un clima di festosa allegria fra applausi ed onori. Certamente perché loro in particolare hanno difeso i punti più strategici del nostro territorio durante la 1^ Guerra Mondiale, inoltre sono sempre presenti per interventi in zone colpite da calamità e per azioni di volontariato.

Un po’ di storia

Gli Alpini nascono il 15 ottobre 1872 con un Decreto Regio secondo il quale vengono costituite quindi le prime compagnie alpine, i giovani sono tutti provenienti dai Distretti pedemontani con l'incarico di difendere gli impervi valichi di confine. Il capitano di fanteria Giuseppe Perrucchetti li rese operativi. La distinzione degli alpini è il cappello con la penna nera e la presenza dei muli per gli spostamenti. La prima divisa li accomunava alla fanteria: giacche blu scuro e pantaloni azzurri per individuare i reparti sui campi di battaglia. Il cappello subì , in seguito, delle piccole modificazioni fino al 1910, quando venne scelto quello attuale di feltro grigio -verde. Nel 1912 è stato definito anche il fregio: un'aquila con le ali aperte che trattiene una cornetta con due fucili incrociati. Da 15 compagnie gli alpini aumentarono fino ad arrivare a dieci battaglioni assumendo i nomi di luoghi e paesi di montagna o di zone sottostanti. I primi caduti per la patria si contarono nel 1887 con la spedizione in Eritrea e durante la battaglia di Adua meritarono la medaglia d'oro. Il nome degli Alpini sicuramente però è legato alle grandi battaglie della 1^ Guerra mondiale combattute soprattutto sull'Altopiano e sul fronte Trentino.

Il monumento all’emigrante

E' un pesante masso in marmo rosso posto nel giardinetto di Foza nel 1981 per iniziativa di Ilario Omizzolo.

Feste del paese

Il 15 agosto festa dell'Assunta , patrona di Foza, è ricordato con particolare solennità. Ogni cinque anni poi viene fata una processione con la statua della Madonna partendo dalla Chiesa Parrocchiale per arrivare al Colle di S. Francesco. Questo per ricordare un voto fatto dal paese nel lontano 1836.

Il 16 agosto, festa di San Rocco, si fa invece la tradizionale "sagra" ai Lazzaretti.

Famiglie di foza

Dai documenti del 1400 risulta che le famiglie più antiche sono state quelle degli Alberti, Biasia, Cappellari, Ceschi, Contri, Guzzo, Lunardi, Marcolongo, Martini, Menegatti, Oro, Stona.

I cognomi di Foza sono patronimici cioè originariamente erano nomi o soprannomi personali.

Agostini (da Agostino - proveniente da Enego)

Alberti (da Alberto). Biasia (da Biagio), Cappellari (da Cappello, provenienti da Belluno) Carpanedo (da Carpanè vicino a Valstagna), Ceschi (da Francesco), Chiomento (dai documenti sembrerebbe che fosse un unico ceppo con la famiglia Oro).

Compostella (proveniente da Bassano, ma di origine spagnola), Contri-Cristiani (da Cristiano), Gheller (da Ghel antico nome di Gallio), Guzzo (provenienti da Enego), Lazzaretti - Lazzari (da Lazzaro) provenienti sembra da Venezia, Lunardi (da Leonardo, in passato erano una casata unica con gli Stona). Marcolongo da Marco, Martini (da Martino. Sembra siano stati una famiglia unica con i Menegatti), Munari (da mugnaio - provenienti da Gallio), Omizzolo (da omiciattolo).

Stemma del comune durante la reggenza

"Sette teste
Pastore con capra e pecora
Pianta di faggio"

Le sette teste significano che Foza faceva parte dell'antica e gloriosa "Reggenza dei Sette Comuni"

Il pastore con alcune pecore indica che anticamente gli abitanti si dedicavano in modo prevalente alla pastorizia.

Il faggio al centro del paese, posto presso il cimitero spiega che, alla sua ambra nei giorni di festa si riuniva il consiglio comunale, "la vicinia", per trattare i problemi della comunità. In caso di cattivo tempo andavano in chiesa.

In cimbro Foza era chiamata Vusche che significa appunto faggio.

[per i contenuti di questa pagina si ringrazia la Sig.ra Cappellari Paola di Foza]

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