Salvare l'ambiente č salvare l'economia

Con economia ambientale (disciplina nata intorno al 1960, all’interno della teoria economica neoclassica, quando iniziarono a farsi notare i problemi energetici legati all’esaurimento delle risorse naturali e delle fonti di energia ed i problemi ambientali) si intende lo studio della relazione tra ambiente, crescita economica e sistema economico di un Paese, o del mondo intero. Questo settore si occupa di studiare gli effetti prodotti sull’ambiente dalla crescita dal punto di vista strettamente economico e considera tutti i suoi aspetti biochimici e biofisici. La sua funzione è quella di individuare le cause del degrado ambientale proponendole ai decisori politici che si occupano di porvi rimedio attraverso interventi legislativi, di politica economica e di politica ambientale (es. regolamentazione, sussidi, imposte).

Il nostro pianeta sta affrontando sfide senza precedenti in termini di clima e ambiente che, nel loro insieme, costituiscono una minaccia per il nostro benessere. Tuttavia, sono in molti ad ignorare i danni che si causano all’ambiente continuando a dare priorità esclusivamente alla crescita economica, favorendo l’aumento della produzione, dei consumi e dello sfruttamento delle risorse, con effetti deleteri sull’ecosistema.

Ma è vero che non si può preservare il capitale nel settore imprenditoriale salvaguardando in contemporanea l’ambiente?
 

Secondo un rapporto della società leader nelle indagini di mercato Nielsen, che opera in oltre 100 paesi, ad oggi il 52% dei consumatori si dichiara disposto a spendere di più se il marchio adotta delle politiche di sostenibilità. L’indagine perdipiù spiega anche che i marchi che sono in grado di connettersi strategicamente con la sostenibilità, aumentano le aspettative e la domanda, precisando tuttavia che le dichiarazioni di sostenibilità sulle confezioni dei prodotti devono anche riflettere il modo in cui un’azienda opera dentro e fuori. 

Insomma, il valore di mercato di un atteggiamento etico è ormai innegabile, tanto che la sostenibilità è ormai vista come un elemento strategico in grado di innescare nuove dinamiche competitive e di giocare un ruolo cardine nella competizione.
Preso atto di ciò, si può concludere che i vantaggi di cui gode un’impresa sostenibile sono relativi alla sostenibilità ambientale, ma anche in termini di sostenibilità sociale, in quanto si va ad alimentare la fiducia che lavoratori, fornitori, clienti, investitori etc. nutrono verso l’azienda. 

 

 
(Copertina del libro dell’economista Geoffrey Heal)

L’economista britannico Geoffrey Heal nel suo libro “Endangered economies” (trad. Economie in pericolo) presenta una serie di misure, pubbliche e private, adottate per tentare di bloccare ulteriori cambiamenti climatici. Heal sostiene che il danno a carico del nostro mondo naturale ha gravi conseguenze, oltre che per l’ecosistema dove viviamo e per la salute, anche per le imprese (e quindi per l’economia) che sono basate su vantaggi naturali gratuiti come l’impollinazione, il ciclo dell’acqua, gli ecosistemi marini e forestali.

Pertanto, conclude che preservando il “capitale naturale” aumenta il tasso di rendimento del capitale nel settore imprenditoriale: le imprese reagiscono investendo di più, aumentando così la produttività dell’economia.

Il mondo, quindi, non deve rinunciare ad aspirare ad una crescita economica, ma solo fare in modo che non abbia una crescita tanto rapida da ridurre il capitale naturale del mondo.
Anche solo per motivi economici di lungo periodo è più conveniente attuare una crescita economica che sia “verde”, senza danneggiare o distruggere l’ambiente e le risorse naturali che ci servono. Quindi se vogliamo preservare l’economia dobbiamo preoccuparci e salvaguardare anche l’ambiente. Allo stesso tempo, dobbiamo migliorare l’ambiente senza fermare l’innovazione e la crescita economica. 

(redatto da Imane Nasmy il 15.06.2023)
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