I risultati del monitoraggio 2019-20 del Soligo

 
fiume Soligo tra Pieve e BarbisanoL'Assessorato all'ambiente ha realizzato una nuova campagna di monitoraggio del fiume Soligo.
Dall’analisi dei dati emersi lo studio ha espresso le seguenti conclusioni:
"Prima di trarre delle considerazioni a carattere conclusivo su questo studio, si deve considerare il periodo in cui si sono effettuati i campionamenti, che corrisponde alla stagione invernale.
In inverno tutti i processi ecosistemici di un corpo idrico sono rallentati e di solito, soprattutto gli indicatori biologici, mostrano, naturalmente, le condizioni più estreme. Ciò è dovuto dalla diminuzione della radiazione solare e dalla temperatura, che rendono la produzione del sistema molto più contenuta che in altri periodi dell’anno.
Pertanto il permanere, anche in questa stagione, sul torrente Soligo, dello stato buono mostra nel complesso una valutazione positiva.
Diversa è invece la valutazione fatta sulla roggia Marin, che versa in condizioni di ambiente alterato.
Va tuttavia considerato che l’alterazione dipende anche dal livello di naturalità del corpo idrico; la roggia, infatti, risulta fortemente antropizzata, con un alveo in buona parte rettificato e sponde artificiali, e di fatto scorre in un’area urbanizzata. È chiaro che un tale ambiente non possiede quella funzionalità necessaria per avere un buon potere di resilienza rispetto agli input ricevuti, che in parole povere significa che la sua capacità autodepurativa è molto scarsa. Un corpo idrico naturale della zona pedemontana, infatti, dovrebbe essere caratterizzato da un andamento sinuoso, una buona fascia perifluviale e delle sponde che permettono i processi di denitrificazione ed una buona circolazione iporreica, oltre che ad una discreta diversificazione dell’alveo bagnato. Tutto ciò permette di avere diverse tipologie di habitat e quindi un elevata funzionalità del sistema. Le analisi chimiche effettuate non mostrano un netto scadimento delle condizioni, a parte una lieve contrazione del tenore di ossigeno disciolto; le concentrazioni rilevate nei composti dell’azoto e l’analisi microbiologica non depongono a favore di un possibile inquinamento di origine domestica che, pertanto, stante ai risultati ottenuti da questa indagine, è da escludere.
È chiaro che le indagini eseguite per questo studio sono da considerarsi puntuali, per quanto concerne il comparto chimico-fisico e microbiologico, e stagionali per il comparto biologico.
Per avere un quadro più completo e definito della situazione, è consigliabile, a questo punto, ripetere le analisi in altri periodi idrologici, magari corredandole ad altri significativi indicatori di stato."

Per scaricare i dati dello studio e la relazione conclusiva clicca qui (pdf - 15,7 MB)

(Martedì 28 Aprile 2020)
 
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