2019 - Sportello di ascolto anti violenza a Sona con il Telefono Rosa


L’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Sona, in collaborazione con l’Associazione Telefono Rosa, nell’ottica di un percorso di sostegno a favore delle donne vittime di violenza, aprirà uno sportello di ascolto. E’ una delle tappe che il Comune insieme ai Servizi Sociali, intende fare per aiutare le donne e gli uomini alle prese con episodi di violenza domestica, sia essa violenza fisica, economica, sessuale, psicologica o stalking.
Con il Telefono Rosa che è uno sportello anti violenza riconosciuto dalla Regione Veneto, si intende approfondire il tema della prevenzione e della violenza a tutti i livelli, con una particolare attenzione al tema della violenza assistita: i minori percepiscono infatti la violenza che gli adulti subiscono e gli effetti sono altrettanto dannosi. Le donne, ma più in generale le persone che subiscono violenza, potranno telefonare in forma anonima e ricevere le prime parole utili a capire come muoversi, e incontrare gli esperti in materia legale e psicologica, saranno aiutate ad orientarsi in una situazione difficile in maniera riservata e del tutto gratuita.  
L’Assessora alle Pari Opportunità Monia Cimichella dichiara: “solo in maniera sinergica con i nostri Servizi Sociali, le Forze dell’Ordine, gli operatori del territorio, potremo ottenere dei veri risultati. Le donne devono sapere che il Comune ha la porta aperta, che possono chiamare, che non sono sole, che faremo rete intorno a loro. Il Telefono Rosa sarà uno degli strumenti con cui vogliamo andare nelle Scuole a parlare di parità di genere, di violenza, e di pari opportunità a tutto tondo. A volte il problema della violenza, è anche il non saperla riconoscere, è esserci abituati. Anche da questo bisogna uscire”.
La Presidente Lorella Don si dichiara soddisfatta dell’apertura dello sportello che si aggiunge a quelli di Negrar, Bussolengo, Caprino e San Giovanni Lupatoto – “Credo che sia importante che la nostra Associazione si sposti sempre di più anche in maniera decentrata per essere più vicini alle donne che non hanno i mezzi o le possibilità nonché le conoscenze per accedere ai nostri servizi”.
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